Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Sei in possesso di una Carta del Docente o di un Buono 18App? Scopri come usarli su Maremagnum!

Libros antiguos y modernos

Patricia Bianchi

Pagine di storia della lingua teatrale tra Otto e Novecento

Cesati, 2021

27,55 € 29,00 €

Franco Cesati Editore

(Firenze, Italia)

Habla con el librero

Formas de Pago

Detalles

Año de publicación
2021
ISBN
9788876678837
Autor
Patricia Bianchi
Páginas
266
Serial
Lo stile della sirena. Studi (4)
Editores
Cesati
Formato
216×155×21
Materia
Lingua italiana-Storia, Teatro napoletano, Linguistica storica e comparata, Studi letterari: 1800–1900 ca., Studi letterari: 1900–2000 ca., Studi letterari: opere teatrali e drammaturghi, Italiano, Napoli
Conservación
Nuevo
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa blanda
Condiciones
Nuevo

Descripción

Napoli città-sirena ha tra le sue voci più ammalianti quella del teatro: per gli storici della lingua italiana i testi teatrali di quest’area sono un osservatorio doppiamente privilegiato sia per la varietà di lingue che rispecchiano sia per la storia di sperimentazione linguistica. In questo libro si riflette sulla complessità della lingua teatrale a Napoli tra Ottocento e Novecento, che avrà ricezioni e ricadute nazionali e internazionali. Tale complessità è osservata attraverso le considerazioni linguistiche degli autori e nella composizione linguistica dei testi. Gli ultimi decenni dell’Ottocento napoletano sono un grande laboratorio di vivace discussione e risistemazione degli usi teatrali della lingua. È questa la radice dei testi di Peppino e Eduardo De Filippo, di quelli molto famosi ma anche dei copioni giovanili meno noti di cui alcuni sono qui commentati per la prima volta. Nel corso del Novecento, dal nostro osservatorio napoletano e al contempo nazionale ed europeo, notiamo l’intensificarsi dell’intreccio tra la componente verbale e quella non verbale, con un risultato di riformulazione e simulazione del parlato contemporaneo e una rivisitazione dei sensi profondi del linguaggio teatrale che si manifesta nella stagione della Nuova drammaturgia. Come è avvenuto nella poesia del Novecento, il dialetto è ripensato come lingua del profondo, affiancandosi all’italiano e ad altre lingue europee in una rinnovata manifestazione di plurilinguismo teatrale.