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Libros antiguos y modernos

Chasles Victor Euphémien Philarète

Scènes des Camps et des Bivouacs Hongrois. 1848 - 49

G. Charpentier, 1879

40,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)
Cerrado hasta 2 de junio de 2025.

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Detalles

Año de publicación
1879
Lugar de impresión
Paris
Autor
Chasles Victor Euphémien Philarète
Editores
G. Charpentier
Materia
Viaggi in Ungheria, Militaria, Letteratura francese
Sobrecubierta
No
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición
No

Descripción

In-16°, pp. XXIV, 300, legatura editoriale t. tela con titolo in oro e impressioni in oro e a secco ai piatti e ai dorsi. Ottimo esemplare con fioriture consuete. Riedizione nelle 'Oeuvres de Philarète Chasles' di questo volume dedicato dallo scrittore francese alle guerre e ai moti insurrezionali che travagliarono l'Ungheria nel biennio 1848-1849, allorché l'Ungheria dichiarò la propria indipendenza dall'Impero Austriaco con l'intento di creare una repubblica; la rivolta fallì peraltro in breve tempo a causa di un massiccio intervento russo e delle divisioni interne al movimento antiaustriaco. Sono presenti cenni sulla letteratura màgiara, sulla storia dell'Ungheria, sulla dominazione absburgica del territorio ungherese. Philarète Chasles (Mainvillers, 1798-Venezia, 1873), fecondo critico e scrittore, dopo un periodo giovanile di prigionia in quanto sospettato di complottare contro la restaurata monarchia, fu liberato su intercessione di Chateaubriand ed esulò in Inghilterra, dove rimase otto anni, interessandosi profondamente alla storia e alla cultura dell'isola. Al ritorno in Francia, prese stabilmente a collaborare col 'Journal des Débats', con la 'Revue Britannique', con la 'Revue de Deux Mondes', ricoprendo in seguito i prestigiosi incarichi di conservatore della Biblioteca Mazarina e di professore di lingue e letterature straniere al Collège de France. La sua ampia bibliografia comprende studi, fra l'altro, sulla storia della Svizzera, della Francia, della Germania, su Shakespeare, su Mary Stuart, sull'Aretino, su Virginia de Leyva, su Galileo, ma i suoi meriti maggiori restano quelli di critico letterario dalle aperture europee.
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