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Libros antiguos y modernos

Gatta, Bruno

Si firmava Mussolini. Storia di un giornalista

Settimo Sigillo, 1998

22,00 €

Il Salvalibro

(Foligno, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1998
ISBN
9788861481176
Lugar de impresión
Roma
Autor
Gatta, Bruno
Páginas
392
Editores
Settimo Sigillo
Formato
22 cm
Materia
Descripción
hardcover
Conservación
Bueno
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa dura
Condiciones
Usado

Descripción

Prima edizione - Volume in copertina rigida con sovraccoperta, 376 pagine con alcune tavole in nero fuori testo. Copia in perfetto stato, probabilmente mai letta -- Il giornalista Mussolini amava il suo mestiere di duce ma ancora di più quel suo figlio prediletto che era il giornale, quel "piccolo foglio di carta nel quale confluisce la storia del inondo per una giornata". Chi ha la stessa passione sa che cosa voglia dire "scendere in tipografia nella notte, vedere il giornale che palpita, che fumiga perché esce dalla stereotipia prendere magari per il collo il proto che ha sbagliato, sollecitare i redattori, inventare una notizia... poi finalmente un rombo sotterraneo: ecco la creatura viva, palpitante, che esce, la creatura che andrà per il mondo, per le case, per i caffè, a suscitare passioni, attizzare interessi, som-muovere cause gravi". Questo libro racconta la vita giornalistica di Mussolini, prendendo le mosse dalla nascita del Popolo d'Italia: domenica 15 novembre 1914. Quel giorno nacque anche il fascismo mussoliniano, perché la lunga marcia di lui su Roma e sul potere cominciò dal covo redazionale di via Paolo da Cannobio 35, da dove i suoi articoli rimbalzarono sulle piazze, insieme con le orazioni di D'Annunzio e i comizi di Corridoni. Era finalmente la guerra: terribile e fascinatrice nella sua bellezza spirituale, che dava a tanti giovani, alcuni giovanissimi, il coraggio di morire. Le corrispondenze di Mussolini dalla trincea spiegavano cosa voleva dire combattere nel fango dell'Isonzo e del Carso, in solitudine con sé stessi, ma anche in fratellanza con tanti "fratelli, parola tremante nella notte, / foglia appena nata nell'aria spasimante". Il giornalista soldato, che fu gravemente ferito a quota 144, continuò a scrivere anche dall'ospedale, articoli e corsivi. Dopo Caporetto e Vittorio Veneto seguirono anni di piombo e di sangue e Mussolini alla fine, fondati i Fasci di combattimento, prese in mano il timone della res publica. Allora egli lasciò al fratello la direzione del giornale, pur seguendone, ogni sera per telefono' l'impostazione, i titoli e gli articoli: "... pronto? Arnaldo!". Il lungo governo mussoliniano - vent'anni - si concludeva con la guerra perduta. Nell'ultimo atto, la repubblica sociale, il giornalista-duce, il giornalista-presidente sembrò tornare a tempo pieno al suo mestiere primo: in fondo quello di scrivere era per lui il mestiere di vivere. Gli articoli-capitoli della "Storia di un anno" e le quasi cento note della "Corrispondenza repubblicana" restano la testimonianza viva dei suoi Seicento Giorni di repubblica, la sua chronica finis scritta da lui stesso, in un sottofondo di irrealtà e di ineluttabilità del destino. 
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