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Campi,CORNICE PER UN QUADRO DI PROVINCIA,1979[storia,economia,Emilia-Romagna
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Detalles
Descripción
Gianni Campi,
CORNICE PER UN QUADRO DI PROVINCIA,
presentazione di Gustavo Selva
Artioli Editore, Modena 1979, prima edizione,
brossura, 21,5x15,5 cm., pp.196,
peso: g.400
CONDIZIONI DEL LIBRO: buone,
le pagine sono brunite
dalle note di copertina:
Gianni Campi nato a Mirandola nel
1931, vive a Bologna. Dirigente indu-
striale, membro dell'esecutivo naziona-
le dell'Ordine dei Giornalisti, collabora
come notista economico a giornali e
riviste.
Dello stesso autore
Imprese pubbliche emiliane - 1970
Le partecipazioni statali in Emilia
Romagna - 1973
Il Caminon (Premio cultura Presi-
denza del Consiglio dei Ministri) - 1975
Dalla periferia un occhio nel ciclone -
1976
dalla Presentazione
Con questa raccolta di scritti, corredati da un'ampia docu-
mentazione statistica, Gianni Campi prosegue il suo inedito
« viaggio » attraverso il sistema produttivo, cominciato nel '73
con una ricerca sulle Partecipazioni Statali in Emilia-Romagna
e prolungato due anni dopo con il volume « Dalla periferia un
occhio nel ciclone ». Un itinerario parallelo, volto a cogliere
dal vivo l'intreccio fra processi macroeconomici ed una speci-
fica realtà solo apparentemente « minore », fra linee di tenden-
za generali e comportamenti concreti di una significativa area
socio-economica, fra meccanismi istituzionali e vitalità auto-
nome, quando non addirittura « sommerse ».
L'originale formula, già felicemente collaudata, viene ri-
proposta qui in termini più puntuali sotto il profilo metodolo-
gico. La classificazione dei materiali per grandi temi (indu-
stria, agricoltura, credito) consente di focalizzare il discorso
sulle interconnessioni fra apparato produttivo e risorse finan-
ziarie, alla luce delle prove difficili dell'ultimo triennio, quando
l'emergenza economica ha coinciso con una crisi politica forse
senza precedenti per i rischi di destabilizzazione corsi dallo
stesso ordine democratico.
Prende forma così, entro la « cornice » della vicenda nazio-
nale, uno spaccato tipico di quell'Italia delle « strutture mino-
ri », alla quale un economista come Romano Prodi — che ne
è forse il maggiore teorico — attribuisce la capacità di « proce-
dere con innovazioni e dinamismo non bloccati dallo scontro
frontale di classe caratteristico delle grandi strutture economi-
che, che dominano soprattutto le città come Milano e Torino »:
un « quadro di provincia », insomma, che accomuna zone a
sponda « rossa » (Bologna e l'Emilia appunto) e a sponda
« bianca » (Veneto), dove l'analogia dei saggi di sviluppo nasce
da una condizione periferica — che non è sinonimo di margi-
nalità — nei confronti di quella che lo stesso Prodi chiama
« la tragedia delle grandi imprese ».
Un quadro, intendiamoci, non idilliaco, come di un' « iso-
la » miracolosamente risparmiata dalla bufera dell'inflazione
crescente e dell'accumulazione inceppata. Contraddizioni e
squilibri, anche gravi, sono presenti, ma operano entro un tes-
suto articolato di unità produttive cui le dimensioni limitate,
l'alta specializzazione e la distribuzione territoriale policentrica
conferiscono un quadro maggiore di agilità, rendendo il siste-
ma estremamente flessibile rispetto alle variabili del ciclo e-
conomico.
E' un altro studioso dell'equipe di Prodi, Fabio Gob-
bo, a ravvisare in questa elasticità, oltre che nel ruolo trainante
esercitato dall'agricoltura (direttamente o attraverso le indu-
strie di trasformazione), il fattore decisivo grazie al quale « le
imprese emiliane possono sfruttare le economie di grandi di-
mensioni senza averle, e dar vita ad un flusso di esportazioni
con tutti i paesi del mondo ».
Una « diversità », quindi, non omogenea, contrariamente
all'immagine strumentale che si è cercato di darne, al tipo di
potere locale, e che tuttavia si riverbera anche sul terreno ci-
vile, in un flusso circolare di umori, di spirito d'iniziativa, di
imprenditorialità tenace e creativa, incompatibili con modelli
rigidi e livellanti di organizzazione economico-sociale, tanto da
lasciare il segno sui connotati tradizionali della forza politica
egemone, in qualche misura indotta anch'essa a conformarsi al
particolare humus nel quale ha dovuto mettere radici.
Ciò vale per il mercato creditizio, dove ad una media del
rapporto fra impieghi e depositi inferiore a quella nazionale
fa riscontro un rapporto nettamente superiore sportelli banca-
ri/popolazione, per cui — citiamo ancora Gobbo — la « forbi-
ce » tra l'andamento italiano e regionale nel primo caso « deve
essere interpretata anche come una conseguenza della maggior
propensione al risparmio, che deriva tra l'altro da livelli di red-
dito costantemente più elevati ». E si spiega, inoltre, l'espan-
sione quantitativa e qualitativa del terziario, che non è argo-
mento di questo libro ma si staglia sullo sfondo come uno dei
principali elementi evolutivi degli anni '80, che potrebbero ro-
vesciare l'idea ormai acquisita dell'Emilia-Romagna quale cro-
cevia di scambi interni e internazionali in quella di una pro-
mettente, nuova frontiera verso la società post-industriale.
« Il dibattito su questo punto — osservava recentemente
il Ministro dell'Industria Antonio Bisaglia — è aperto: molti
sostengono che la seconda rivoluzione industriale non è anco-
ra terminata; altri sono di diverso avviso ». Comunque, senza
disconoscere « l'opportunità di portare avanti il processo di in-
dustrializzazione soprattutto nel Mezzogiorno dove rimangono
ampi spazi disponibili », bisogna cominciare, almeno nel Cen-
tro-Nord, a « considerare su basi serie uno sviluppo del terzia-
rio che crei nuovi posti di lavoro in sostituzione di quelli che
l'industria — in seguito a processi produttivi che riducono il
bisogno di manodopera — tenderà ad espellere ». Naturalmen-
te, si tratta del terziario, moderno e produttivo, dell'interme-
diazione finanziaria, della distribuzione commerciale, della pro-
gettazione, dei servizi sociali, del turismo: in una parola, dei
settori economici che possono esercitare anche un ruolo pe-
netrante rispetto ad una diversa « qualità della vita ».
Qui il discorso dell'economia, e delle sue modalità di go-
verno nella fase attuale, si salda a quello della società, e della
sua domanda di nuove forme di armonizzazione tra la sfera
« privata » e la dimensione « pubblica ». L'autore non ha la pre-
tesa di dare risposte sistematiche, si attiene ai fatti ed alla loro
analisi, con un taglio giornalistico nel senso migliore del ter-
mine, offrendoci un panorama della realtà in evoluzione. Ma
nel contempo, attraverso queste pagine dense di dati e di cifre,
stimola una riflessione più ampia, che riguarda il nostro pre-
sente e insieme un futuro che è già cominciato, chiamando in
causa un'idea organica dello sviluppo: per dirla ancora con
Prodi, una « nuova filosofia per gli anni '80 », dopo il « decen-
nio dei miti ».
GUSTAVO SELVA
INDICE
Presentazione........pag. 5
Parte prima — CREDITO
Fermo il credito agli artigiani . . . . » 11
Il credito agevolato fra carenze e ritardi . . » 15
Un nuovo indirizzo nei finanziamenti ...» 19
Intervento al convegno regionale DC per il credito
in Emilia-Romagna......» 23
La crisi economica vista dalla banca ...» 29
Intervento al congresso nazionale delle Casse di
Risparmio e delle Banche dei Monti ...» 33
Credito ed imprese.......» 41
Documentazione per il convegno provinciale « So-
cietà e istituzioni per lo sviluppo economico
locale »........» 45
Credito agli artigiani scarso e a singhiozzo » 55
Il credito a breve ti porta a fondo . ...» 59
Inflazione reale o allarmismo.....» 63
Credito agevolato con il contagocce ...» 67
Il pericolo maggiore è sempre l'inflazione » 73
Parte seconda — INDUSTRIA
Il punto nella situazione economica del Paese e
della provincia di Bologna ...» 87
Lieve miglioramento nell'economia bolognese . » 91
Adesso le imprese.......» 95
Scuola e occupazione giovanile . ...» 99
Le autonomie e la riforma del commercio . . » 103
Per la formazione professionale .... » 105
Per le piccole imprese è iniziata la ripresa . . pag. 107
Ruolo della classe dirigente nella società d'oggi . » 109
Una struttura vitale per l'economia di tutta la re-
gione ......... » 113
Stagnano le attività commerciali nel bolognese . » 115
La casa bene sociale motore per l'economia ita-
liana......... » 117
I consuntivi confermano un melanconico 1977 . » 121
Proposta di partecipazione..... » 125
Bologna aspetta con urgenza l'interporto . . » 127
Il dirigente ha perso il ruolo..... » 131
La riforma della distribuzione..... » 135
« Ripresina » nella crisi politica . . . . » 139
Le occasioni perdute...... » 143
Deflazione in agguato...... » 147
Lavoro nero ed immigrazione clandestina . . » 151
Parte terza — AGRICOLTURA
Trascurati i consorzi di bonifica . . . . » 161
Gli imprenditori agricoli hanno paura di investire . » 163
Un'annata buona per l'agricoltura .... » 167
Il problema della carne...... » 171
Leggi approvate dalla Regione a favore del mondo
agricolo........ » 173
Bilancio del trimestre...... » 177
Providenze a favore dei coltivatori diretti . . » 179
Emilia: « non politica » in difesa dei terreni . . » 183
L'Istituto di Credito Agrario è un problema per
tutta la Regione....... » 185
Maggiore attenzione ai problemi dell'agricoltura ri-
chiesta alla regione dai produttori del settore . » 189
L'agricoltura ha fame di finanziamenti . . . » 193