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Davoli,Reggio Emilia.VENT'ANNI DI TEATRO PUBBLICO 1957-1977[musica,storia
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Detalles
Descripción
a cura di Susi Davoli,
Comune di Reggio Emilia,
VENT'ANNI DI TEATRO PUBBLICO 1957-1977,
Tecnostampa, Reggio Emilia 1978,
brossura, 21x15,5 cm., pp.231,
con numerose illustrazioni in bianco e nero,
peso: g.450
CONDIZIONI DEL LIBRO:
esemplare in più che buone condizioni,
piccole abrasioni e macchie in copertina,
per il resto ottimo
INDICE
p. V Presentazioni
» XIII Ricordo di Giannino Degani
di Luigi Magnani
» 3 La gestione pubblica: propositi e realizzazioni
di Giuseppe Armani
» 31 Le stagioni d'opera
di Giuseppe Armani
» 53 Il « Premio Achille Peri »
di Giuseppe Armani
» 61 Il balletto
di Susi Davoli
» 81 I concerti
di Giorgio Gagnolati
» 103 Le stagioni di prosa
di Tiziana Fontanesi
» 129 Musica/realtà
di Daniela lotti
» 145 L'animazione teatrale
di Mariano Dolci
» 157 Lezioni di storia del teatro
di Flavia De Lucis
p. 165 Mostre conferenze pubblicazioni
di Ludovico Parenti
» 191 La scenografia
di Koki Fregni
» 201 Gli spazi del teatro
» 209 Le direzioni teatrali
» 215 Nota redazionale
» 217 Indice dei nomi
dal testo introduttivo di Giuseppe Gherpelli:
Ripercorrere gli ultimi vent'anni della vita del Muni-
cipale non significa per noi compiere una operazione cele-
brativa o tendere alla pura ricostruzione di eventi e di date.
Credo che quanti hanno lavorato al libro abbiano respinto
la tentazione di mitizzare i casi del passato e di presentare il
modello di un progresso lineare e continuo, con il rischio
di delineare una storia prevalentemente interna, asettica,
depurata di contraddizioni ed errori. L'ipotesi che ha gui-
dato il lavoro implicava il collegamento tra un orizzonte ge-
nerale, più ampio, e i fatti particolari, nella fiducia che il
progetto consentisse di costruire, in termini problematici, la
storia del teatro come parte della storia della città. Dalla
lettura del volume non esce l'immagine di un bell'edificio
con vicende in qualche caso eccezionali, collocato ai limiti di
un'area civile inquieta e occupata in problemi di ben altra
gravità.
E' rilevabile l'intenzione di collegare gli avvenimenti dei
vent'anni considerati con alcune strutture profonde, che si
sono consolidate negli ultimi due secoli e contraddistinguono
la cultura della città rispetto a quella di altre comunità limi-
trofe, con una individualità e specificità di cui non abbiamo
ancora, per mancanza di ricerche, una percezione precisa.
Non sembrerà eccessivo, segnati i punti di riferimento ne-
cessari, affermare che è stata ribadita dall'indagine la cen-
tralità del teatro nella vita della comunità. Se ne sono avuti
esempi significativi in momenti in varia misura importanti
per la città, che hanno contribuito a fornire del Teatro l'im-
magine non solo di luogo di spettacoli, ma anche di sede
naturale di avvenimenti civili e politici, a cominciare dalla
commemorazione di Giuseppe Di Vittorio nel 1957 fino
alle recenti manifestazioni che hanno visto la presenza del
Presidente della Camera Pietro Ingrao per il trentennale
della Costituzione e del Presidente del Consiglio Giulio An-
dreotti. Ed è significativo che le bare dei cinque caduti del
luglio 1960 siano state esposte nell'atrio del Teatro all'omag-
gio dei cittadini.
Numerose sono state anche le iniziative
culturali che hanno trovato nelle sale del Municipale una
sede idonea. Tra queste il Congresso internazionale su Spal-
lanzani {1959), il Convegno del « Gruppo '63 » {1964), il
Convegno di studi banfiani {1967) e nel 1969 l'inaugura-
zione del Centro « A. Banfi » con un discorso di Eugenio
Garin, la Settimana internazionale di studi marxisti, dedi-
cata a Rosa Luxemburg {1973), i convegni su « Ludovico
Ariosto: lingua, stile e tradizione » e su « Società e cultura
al tempo di Ludovico Ariosto » (1974 e 1975) e l'anteprima
dell'« Orlando Furioso » di Ronconi {1974).
Anche sul semplice piano della vita teatrale il muta-
mento del ruolo tradizionale dell'istituzione è percepibile in
alcuni avvenimenti di particolare rilievo: le prime proposte
« alternative » di Fo, la grande assemblea studentesca del
novembre '68, quando fu presentata « Lettera a una pro-
fessoressa » di Don Milani, l'occupazione del teatro da
parte degli attori diretti dal regista francese Marc'O in oc-
casione di un happening « Guerra e consumi » che avrebbe
dovuto tenersi nelle strade di Reggio ed era stato proibito
dal prefetto {1968). La linea culturale di allargamento delle
esperienze teatrali ha trovato un momento saliente nella
presenza a Reggio, per alcuni mesi, del Living Theater che
qui preparò un suo famoso spettacolo, « Frankenstein »,
destinato poco dopo ad essere rappresentato nelle maggiori
capitali europee {1966).
Il rilievo che è stato compiuto della funzione del Tea-
tro non ci esime, tuttavia, dal sottolineare le difficoltà del
presente, direttamente collegabili ai problemi che l'assun-
zione di una gestione diretta delle attività teatrali poneva
di fronte agli amministratori già nel 1957.
Accanto alle difficoltà e alle incertezze sì precisa, tutta-
via, la consapevolezza di una linea di politica culturale, tena-
cemente perseguita dagli amministratori, che ha mirato alla
ricerca del pubblico nuovo, del suo ricambio, delle sue
richieste. Emerge anche la tendenza dell'istituzione a curvare
progressivamente la sua attività ed a definire i suoi spazi,
i suoi servizi, i suoi interventi, in modo da assolvere a fun-
zioni complesse ed articolate. Il nostro teatro ha però evi-
tato il pericolo di diventare il luogo di ambizioni sproporzio-
nate al ruolo. Ne siano o no consapevoli coloro che hanno
delle riserve, la direzione più ostinatamente seguita è stata
quella della crescita civile, della maturazione democratica
senza perpetuare riti incomprensibili, ma aprendosi alle espe-
rienze stimolanti della cultura contemporanea. Proponiamo
alla discussione questa linea nel momento in cui prendiamo
coscienza delle difficoltà che il presente, in misura non
diversa dal passato, ci pone di fronte. E vogliamo aggiungere
che queste difficoltà non sono soltanto quelle, pressanti, di
ordine economico. Abbiamo la consapevolezza che è neces-
sario un riesame del ruolo del teatro, delle sue componenti
e delle sue funzioni in una società aperta a diverse sugge-
stioni e illusioni. Questo volume si propone, appunto, di
favorire la discussione e il confronto delle idee.
Giuseppe Gherpelli
Assessore alle Istituzioni culturali