
Periódicos
Girolamo Nisio,PACE A MEGHIDDO,Ed.del Giano 1988[storia,Israele,memorialistica
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Detalles
Descripción
Girolamo Nisio,
PACE A MEGHIDDO
e altre storie,
Edizioni del Giano, Roma 1988, prima edizione,
brossura, 21x14,5 cm., pp. 144,
prefazione di Mario Sansone,
postfazione di Enrico Panunzio,
testi scelti da Dario Bellezza,
peso: g.239
cod.0172
CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime,
lieve imbrunimento della copertina,
dedica a penna sulla prima pagina bianca.
segni di cedimento della rilegatura (scollamento dorso)
PREFAZIONE
L'autore di questo libro, ora a Vienna, è stato per molti anni
ambasciatore d'Italia in Israele, e di quella terra dei grandi
destini ha conservato ricordi e impressioni incancellabili. Dotato di
larga cultura umanistica e storica e di molte e meditate letture
bibliche, Nisio, nel colmo della maturità, si mette per la via di
tanti suoi colleghi di ogni tempo e di ogni paese, continua cioè la
tradizione memorialistica e storica, che è propria dei diplomatici
più avvertiti, e raccoglie le sue memorie degli anni di Israele.
Solo che egli obbedisce ad un suo estro affatto singolare: egli non
ripercorre quegli anni per offrire considerazioni politiche e etno-
logiche o civili, ma per ritrarre impressioni paesistiche, di costu-
me e, soprattutto, di evocazione storica. La disposizione che anima
queste pagine è decisamente lirica e narrativa, non severa-
mente storica o politica: la terra di Israele vi è descritta
(«evocata», abbiamo detto) con la tensione che è propria del narratore, e
se considerazioni di altro genere si intravedono, esse sono in
realtà tutte dissolte nel tono del racconto, e come riassorbite in
una simpatia affettuosa, in una sorta di incanto e stupore memorativo.
Per conseguire questa specie di liberazione dalle consuetudini professionali,
il Nisio ha inventato una «situazione» strutturale veramente originale;
le vicende si immaginano narrate, in prima persona, da un suo dilettissimo
nipote, che, ora, sulla soglia della giovinezza, rievoca i ricordi della
sua infanzia trascorsa presso il nonno, con i suoi genitori. Così l'autore
scompare (o sembra scomparire!) del tutto, mentre l'immaginato giovanissimo
autore reca nella narrazione tutta la freschezza d'impressione e di curiosità
proprie della sua età, e le cose «serie» - personaggi, situazioni, avvenimenti,
ricordi biblici - sono viste e dette per soddisfare le sue crescenti esigenze
intellettuali, e per colmare la disposizione allo stupore ed al rapimento
propri dei fanciulli.
Il libro è così ricco di cose, per dir così, oggettive - paesaggi,
luoghi, eventi, - ma insieme percorso dalla fervida tenerezza del
nonno, un nuovo modo, veramente singolare, d'ètre grand-père:
le esili e care spalle del fanciullo sono caricate di tutte le responsabilità
della narrazione, ma insieme egli, diventato personaggio
dentro il racconto, è avvolto dalla tenerezza che colma la distan-
za tra le generazioni, e che costituisce l'altra componente del libro,
la gentilezza d'affetti tra nonni, genitori e fanciullo, che resta tuttavia
sempre il protagonista.
Alla quale componente bisogna aggiaggiungerne un'altra per caratterizzare,
almeno nelle sue linee preminenti, questo singolare libro: l'afflato religioso
che lo pervade: il nipote sa già ben oltre l'ingenuità fanciullesca, che
percorre una terra testimone di immensi eventi spirituali e culla delle più
grandi religioni dell'Occidente; e se già nelle prime pagine discute con un suo
coetaneo israelita sulla differenza tra il Dio di Israele, misterioso e punitore,
e il Dio dei cristiani, che ha insegnato la pietà e il perdono
sino al sacrificio di se stesso, poi ne va indagando, a suo modo,
le testimonianze durante tutto il suo itinerario.
Il fanciullo rievoca, ora, mentre scrive, con una coscienza
più matura, le cose viste, allora, e non solo lo splendore e le varie
meraviglie del paesaggio, ma i conventi, i santuari, i luoghi sacri,
i percorsi e le funzioni, attraverso i quali gli si rivelano
aspetti profondi dell'una e dell'altra religione, e, anche, rivivono
memorie degli eventi svoltisi in quella terra predestinata, dalla
età biblica sino ai tempi più recenti.
Tali le linee fondamentali di questo libro, così originale nella
impostazione e così ricco di pagine assai belle: noi abbiamo
qui tentato di cogliere l'atmosfera in cui sono immersi eventi e
personaggi. Il lettore poi vedrà da sé: noi ricordiamo con particolare
commozione e ammirazione le pagine di vera e propria iniziazione
religiosa del fanciullo, non già come scelta o esame di
dottrine, ma come coscienza della santità del fatto religioso e
come progressiva persuasione del privilegio della confessione
cristiana; il capitolo su Gerusalemme, in cui culmina e sembra
armonizzarsi l'evocazione paesistica e religiosa di tutto il libro;
Gerico e il convento di S. Giorgio che il fanciullo rievoca come
un mondo di fiaba (ma il fiabesco è un pò ovunque); il capitolo
sul popolo del deserto, quasi uno spaccato di tutte le luci della
narrazione, affetti, vie e paese, e scoperte storiche e bibliche.
L'elencazione potrebbe continuare, ma il lettore - ripetiamo
- vedrà da sé, e trarrà dalla lettura ricordi di cui non facilmente
si libererà, e ricorderà particolarmente il protagonista, che il
nonno ha saputo tradurre da creatura del suo affetto in personaggio
narrativo a tutto rilievo.
Mario Sansone
INDICE
Prefazione 5
PACE A MEGHIDDO 9
L'aereo 11
La Rover 15
Le due realtà 19
Scialòm 23
Cafarnao 27
Pioggia e sereno 31
I globi d'oro del paradiso 35
La barriera 39
Latrun 43
La costa ed il monte 47
Gerusalemme di oro 51
Le cisterne dei nabatei 55
Gerico 59
Massada 63
Il monte di Mosè 67
Il popolo nel deserto 75
Pace a Meghiddo 81
In punta di piedi 85
ALTRE STORIE 87
La bottiglia di Chablis 89
Etretat 95
Signorina Redoli 99
Ritorno a Serramarina 103
Gioconda 111
La volpe 115