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Periódicos

Girolamo Nisio,RICORDI D'INFANZIA IN ISRAELE,Bastogi 1985[storia,memorialistica

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Descripción





Girolamo Nisio,
RICORDI D'INFANZIA IN ISRAELE,
Edizioni Bastogi, Foggia 1985, prima edizione,
brossura, 21x14 cm., pp. 92,
prefazione di Mario Sansone,
Collana di Narrativa il Sagittario,
peso: 156 g.
cod.0230

CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime,
leggermente sbiadita la copertina





dalla PREMESSA

L'autore di questo libro, ora a Vienna, è stato per molti
anni ambasciatore d'Italia in Israele, e di quella terra dei
grandi destini ha conservato ricordi e impressioni incancellabili.
Dotato di larga cultura umanistica e storica e di molte e
meditate letture bibliche, Nisio, nel colmo della maturità, si
mette per la via di tanti suoi colleghi di ogni tempo e di ogni
paese, continua cioè la tradizione memorialistica e storica, che
è propria dei diplomatici più avvertiti, e raccoglie le sue memorie
degli anni di Israele.

Solo che egli obbedisce ad un
suo estro affatto singolare: egli non ripercorre quegli anni per
offrire considerazioni politiche e etnologiche o civili, ma per
ritrarre impressioni paesistiche, di costume e, soprattutto, di
evocazione storica. La disposizione che anima queste pagine è
decisamente lirica e narrativa, non severamente storica o politica:
la terra di Israele vi è descritta (« evocata », abbiamo
detto) con la tensione che è propria del narratore, e se considerazioni
di altro genere si intravedono, esse sono in realtà
tutte dissolte nel tono del racconto, e come riassorbite in una
simpatia affettuosa, in una sorta di incanto e stupore memorativo.

Per conseguire questa specie di liberazione dalle consuetudini
professionali, il Nisio ha inventato una « situazione »
strutturale veramente originale; le vicende si immaginano narrate,
in prima persona, da un suo dilettissimo nipote, che, ora,
sulla soglia della giovinezza, rievoca i ricordi della sua infan-
zia, trascorsa presso il nonno, con i suoi genitori. Così l'autore
scompare (o sembra scomparire!) del tutto, mentre l'immaginato
giovanissimo autore reca nella narrazione tutta la freschezza
d'impressione e di curiosità proprie della sua età, e le
cose « serie » — personaggi, situazioni, avvenimenti, ricordi
biblici — sono viste e dette per soddisfare le sue crescenti esigenze
intellettuali, e per colmare la disposizione allo stupore
ed al rapimento propri dei fanciulli. Il libro è così ricco di
cose, per dir così, oggettive — paesaggi, luoghi, eventi, — ma
insieme percorso dalla fervida tenerezza del nonno, un nuovo
modo, veramente singolare, d'ètre grand-pere: le esili e care
spalle del fanciullo sono caricate di tutte le responsabilità della
narrazione, ma insieme egli, diventato personaggio dentro
il racconto, è avvolto dalla tenerezza che colma la distanza tra
le generazioni, e che costituisce l'altra componente del libro,
la gentilezza d'affetti tra nonni, genitori e fanciullo, che resta
tuttavia sempre il protagonista.

Alla quale componente bisogna aggiungerne un'altra per
caratterizzare, almeno nelle sue linee preminenti, questo singolare
libro: l'afflato religioso che lo pervade: il nipote sa già
ben oltre l'ingenuità fanciullesca, che percorre una terra testimone
di immensi eventi spirituali e culla delle più grandi reli-
gioni dell'Occidente; e se già nelle prime pagine discute con
un suo coetaneo israelita sulla differenza tra il Dio di Israele,
misterioso e punitore, e il Dio dei cristiani, che ha insegnato
la pietà e il perdono sino al sagrificio di se stesso, poi ne va
indagando, a suo modo, le testimonianze durante tutto il suo
itinerario.

Il fanciullo rievoca, ora, mentre scrive, con una coscien-
za più matura, le cose viste, allora, e non solo lo splendore e
le varie meraviglie del paesaggio, ma i conventi, i santuari, i
luoghi sacri, i percorsi e le funzioni, attraverso i quali gli si
rivelano aspetti profondi dell'una e dell'altra religione, e,
anche, rivivono memorie degli eventi svoltisi in quella terra predestinata,
dalla età biblica sino ai tempi più recenti.

Tali le linee fondamentali di questo libro, così originale
nella impostazione e così ricco di pagine assai belle: noi
abbiamo qui tentato di cogliere l'atmosfera in cui sono immersi eventi
e personaggi. Il lettore poi vedrà da sè: noi ricordiamo
con particolare commozione e ammirazione le pagine di vera
e propria iniziazione religiosa del fanciullo, non già come scelta
o esame di dottrine, ma come coscienza della santità del fatto religioso
e come progressiva persuasione del privilegio della confessione cristiana;
il capitolo su Gerusalemme, in cui
culmina e sembra armonizzarsi l'evocazione paesistica e religiosa
di tutto il libro; Gerico e il convento di S.Giorgio che
il fanciullo rievoca come un mondo di fiaba (ma il fiabesco è
un pò ovunque); il capitolo sul popolo nel deserto, quasi uno
spaccato di tutte le luci della narrazione, affetti, vie e paese, e
scoperte storiche e bibliche.
L'elencazione potrebbe continuare, ma il lettore — ripe-
tiamo — vedrà da sè, e trarrà dalla lettura ricordi di cui non
facilmente si libererà, e ricorderà particolarmente il protagonista,
che il nonno ha saputo tradurre da creatura del suo affet-
to in personaggio narrativo a tutto rilievo.
Mario Sansone


INDICE

Prefazione di Mario Sansone 9
L'aereo 13
La Rover 17
Le due realtà 21
Scialom 25
Cafarnao 29
Pioggia e sereno 33
I globi d'oro del Paradiso 37
La barriera 41
Latrun 45
La costa ed il monte 49
Gerusalemme di oro 55
Le cisterne dei Nabatei 59
Gerico 63
Massada 67
II monte di Mosè 71
Il popolo del deserto 81
Il punto di incontro 87
In punta di piedi 91




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