Carta geometrica della Toscana ricavata dal vero nella proporzione di 1 a 200.000 e dedicata a S. A. I. e R. Leopoldo II , Principe Imperiale d'Austria, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia, Arciduca d'Austria, granduca di Toscana etc. etc. dal suo ossequiosissimo servo e suddito Giovanni Inghirami delle Scuole Pie, Firenze 1830. Grande e importante rilievo geografico della Toscana (misura mm 1480x1140), composta da 4 fogli incisi in rame, intelati e ripiegati dentro custodia coeva in cartone marmorizzato. I due fogli settentrionali recano in alto l’elenco delle principali quote calcolate in piedi francesi. I due fogli meridionali contengono numerose piantine di città alla scala di 1:35000, il titolo, la legenda dei segni convenzionali, le scale grafiche. Altre scale utilizzate: di 15 miglia italiane di 60 al grado = mm 140 e di 5000 braccia fiorentine per le piante delle città e terre = mm 85. Opera di estrema importanza nella storia della cartografia toscana: con essa e con la formazione del “Catasto Geometrico – Particellare Lorenese” si attuava per il paese la nuova era della “cartografia scientifica”; il progetto di Giovanni Inghirami segnò un assoluto primato europeo nella realizzazione coordinata di cartografia a fini catastali e cartografia corografica per finalità amministrative e scientifiche. ' Il margine inferiore reca piccole mappe di Firenze, Pisa, Siena, Livorno, Pistoia, Arezzo, Prato, Volterra, ed altre 18 più piccole città. “La certezza di poter giungere alla realizzazione della carta pervenne ad Inghirami solo dopo la decretazione regia del 7 ottobre 1817, sia perché le iniziative intraprese a titolo personale dallo scolopio avevano riscosso una generale approvazione sul piano scientifico, sia perché, dopo circa ottant’anni, nello Stato “per la prima volta tutti si riunirono i mezzi necessarii al buon’esito di questo assunto grandioso: profonda e stabil pace, pubblica opulenza, volontà sovrana, legge del Catasto, copia di eletti ed opportuni strumenti” (Inghirami G., 1831, p. 70). Non bastava, cioè provvedere solo a creare una solida rete geodetica per costruire una carta geometrica dello Stato, perché il materiale cartografico disponibile all’epoca era costituito da “abbozzi di carte e di descrizioni non solo ammezzate ed informi, ma erronee e sfigurate in maniera, che niun profitto, niun materiale avrebbe potuto trarsene, per la compilazione della vera Mappa toscana” (Inghirami G., 1831, p. 70). Bisognava, in altri termini, condurre un’operazione di rilevamento topografico sistematica e regolare per tutto il territorio, che potesse godere dell’imprescindibile appoggio alla rete trigonometrica dello Stato e che fosse realizzata con criteri di omogeneità generale, sia nella selezione dei particolari topografici da registrare, sia nell’impiego di metodi e di strumenti. Dopo circa dieci anni di misure, di calcoli e di disegni di tutte le mappe catastali, furono portate a compimento, operando esclusivamente nell’ipotesi di Terra piana. Da tali elaborati di base furono derivati i quadri d’insieme, che furono a loro volta ridotti alla scala 1:200000 per l’allestimento della gran carta corografica toscana” (cfr. Andrea Cantile La Carta Geometrica della Toscana: affrancamento dalla “disonorante indolenza” e primato cartografico europeo, p. 85). Padre Giovanni Inghirami nacque a Volterra il 26 aprile del 1779 e fu un grande astronomo, geodeta e geografo. L'11 dicembre del 1795 entrò nella Congregazione degli Scolopi. Fu membro di numerose accademie, fra cui la Crusca, quella dei Quaranta e le accademie geografiche di Berlino e di Londra. Iniziò la triangolazione della Toscana producendo la Carta Geometrica del Granducato. Diresse l’Osservatorio fino al 1848. Morì a Firenze il 15 agosto del 1851. Minime ossidazioni, per il resto in buono stato di conservazione. Bibliografia Andra Cantile, La Carta Geometrica della Toscana: affrancam. Carta geometrica della Toscana ricavata dal vero nella proporzione di 1 a 200.000 e dedicata a S. A. I. e R. Leopoldo II , Principe Imperiale d'Austria, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia, Arciduca d'Austria, granduca di Toscana etc. etc. dal suo ossequiosissimo servo e suddito Giovanni Inghirami delle Scuole Pie, Firenze 1830. Large and important geographic survey of Tuscany (measures mm 1480x1140), consisting of 4 copper-engraved sheets, intelted and folded inside contemporay marbled cardboard slipcase. The two northern sheets bear at the top a list of the principal elevations calculated in French feet. The two southern sheets contain numerous town plans at the scale of 1:35000, title, legend of conventional signs, and graphic scales. Other scales used: of 15 Italian miles of 60 to the degree = mm 140 and of 5000 Florentine braccia for city plans and lands = mm 85. Work of extreme importance in the history of Tuscan cartography: with it and with the formation of the “Catasto Geometrico - Particellare Lorenese” the new era of “scientific cartography” was implemented for the country; Giovanni Inghirami's project marked an absolute European record in the coordinated creation of cartography for cadastral purposes and chorographic cartography for administrative and scientific purposes. The lower margin bears small maps of Florence, Pisa, Siena, Livorno, Pistoia, Arezzo, Prato, Volterra, and 18 other smaller cities. Father Giovanni Inghirami was born in Volterra on April 26, 1779 and was a great astronomer, geodesist and geographer. On December 11, 1795, he entered the Congregation of the Scolopians. He was a member of numerous academies, including the Crusca, the Academy of Quaranta, and the geographic academies of Berlin and London. He began the triangulation of Tuscany by producing the Geometric Map of the Grand Duchy. He directed the Observatory until 1848. He died in Florence on August 15, 1851. Minimal oxidation, otherwise in good condition. “La certezza di poter giungere alla realizzazione della carta pervenne ad Inghirami solo dopo la decretazione regia del 7 ottobre 1817, sia perché le iniziative intraprese a titolo personale dallo scolopio avevano riscosso una generale approvazione sul piano scientifico, sia perché, dopo circa ottant’anni, nello Stato “per la prima volta tutti si riunirono i mezzi necessarii al buon’esito di questo assunto grandioso: profonda e stabil pace, pubblica opulenza, volontà sovrana, legge del Catasto, copia di eletti ed opportuni strumenti” (Inghirami G., 1831, p. 70). Non bastava, cioè provvedere solo a creare una solida rete geodetica per costruire una carta geometrica dello Stato, perché il materiale cartografico disponibile all’epoca era costituito da “abbozzi di carte e di descrizioni non solo ammezzate ed informi, ma erronee e sfigurate in maniera, che niun profitto, niun materiale avrebbe potuto trarsene, per la compilazione della vera Mappa toscana” (Inghirami G., 1831, p. 70). Bisognava, in altri termini, condurre un’operazione di rilevamento topografico sistematica e regolare per tutto il territorio, che potesse godere dell’imprescindibile appoggio alla rete trigonometrica dello Stato e che fosse realizzata con criteri di omogeneità generale, sia nella selezione dei particolari topografici da registrare, sia nell’impiego di metodi e di strumenti. Dopo circa dieci anni di misure, di calcoli e di disegni di tutte le mappe catastali, furono portate a compimento, operando esclusivamente nell’ipotesi di Terra piana. Da tali elaborati di base furono derivati i quadri d’insieme, che furono a loro volta ridotti alla scala 1:200000 per l’allestimento della gran carta corografica toscana” (cfr. Andrea Cantile La Carta Geometrica della Toscana: affrancamento dalla “disonorante indolenza” e primato cartografico europeo, p. 85). ' Bibliografia Andra Cantile, La Carta Geometrica della Toscana: affrancamento dalla “disonorante. Cfr.