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Grabados

ORLANDI Giovanni

IL VERO DISEGNO DELLA FORTEZZA DI CANISIA

1602

2000,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1602
Lugar de impresión
Roma
Formato
352 X 259
Grabadores
ORLANDI Giovanni
Materia
Cartografia Rara
Descripción
Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), tav. 538, II/II;

Descripción

IL VERO DISEGNO DELLA FORTEZZA DI CANISIAQuesta fortezza e situata in una valle serrata da monti da tre parti i quali sono piu alti vero tramontana e piu bassi verso mezo di tra l radice de i monti, et la fortezza diace in una palude quale con l’acque che piovono si fa hor maggiore hor minore dalmpie di detti monti insino alla fortezza cie distanzza diuntro d’archibuso e dalla sommita di essi si vede dentro di quella detta fortezza e piccola fatta di lotte e travi ha due porte coli soi ponti una verso levante che va in unhgeria ‘altra verso ponente che va in Stiria tra ponente e tramontana e posto l’esercito eclesiastico, e fa una batterua della trinciera del S.r plaminio dolfino alevante e alloggiato il Ser.mo Arciduca Ferdina[n]do e presso a lui l’Ecc.mo S.r don Giovanni de medici che fa unaltra batteria a mezo die accampato il Ser.mo di mantoa et la gente del Re cattolico.Segue una legenda alfabetica di sei rimandi (A-F) ai luoghi notabili della città. In basso al centro si trova l’imprint editoriale: Giovanni Orlandi le stampa a Pasquino l’anno 1602 in Roma. Orientazione fornita da una rosa dei venti con il nord in alto. Tavola con alcune indicazioni toponomastiche.Esemplare nel secondo stato di due, con l'imprint di Orlandi e la data abrasi, sostituiti da: Henricus van Schoel formis.Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva con filigrana "Giglio nel cerchio con corona" (cfr. Woodward 103-106), con margini, in ottimo stato di conservazione. La pianta prospettiva mostra la fortezza di Nagykanizsa (it. Canisia), durante l’infruttuoso assedio di riconquista, tentato ai primi di ottobre del 1601 dalle truppe imperiali e pontificie, dopo che nel novembre del 1600 la città era caduta nelle mani dei Turchi. La spedizione, però, fallì, e la città sarà riconquistata solo nel 1690. Come esplicato nella didascalia, la fortezza sorgeva in una valle paludosa chiusa dai monti su tre lati. Il progetto della cinta pentagonale bastionata regolare, ancora una volta si deve all’italiano Pietro Ferrabosco (1568), mentre i lavori furono seguiti da Giovanni Arconati (1574-1578), Antonio Albertini e Bernardo Magno (1577). La pianta mostra la disposizione delle truppe assedianti, con ciascun accampamento contrassegnato dallo stemma del relativo generale: a nord si disposero le truppe guidate da Flaminio Delfini che, dopo la morte di Gian Francesco Aldobrandini, avvenuta il 17 settembre 1601, fu nominato comandante delle truppe pontificie; a levante c’era il quartiere dell’arciduca Ferdinando d’Austria, quello di don Giovanni de’ Medici e più a sud, le truppe di Vincenzo Gonzaga. Intorno alla metà di novembre, venne decisa dall’arciduca la ritirata. La lastra, dunque, fu realizzata dopo il 17 settembre del 1601 – non figurando il nome di Aldodrandini come generale pontificio, e prima della fine dell’assedio. La pianta di Orlandi segue la tipologia di quella edita ad Augsburg da Dominus Custos, che Béla considera anteriore, e a sua volta basata, anche se con modifiche, sul prototipo inciso da Georg Keller ed edito a Francoforte. Più probabilemte si tratta, però, di una replica della pianta di Donato Rascicotti (cfr. Bifolc-Ronca tav. 537).L’opera è anche conosciuta attraverso questa ristampa di Henrick van Schoel. Sebbene priva di data, può essere ricondotta dopo il 1614, anno nel quale l’Orlandi si trasferì a Napoli e cedette il suo archivio calcografico all’editore fiammingo.Bibliografia: Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), tav. 538, II/II; Ganado (1994): VI, p. 200, n. 38; Szalai Bela (2001): p. 94, nn. 1601/5 e 1601/3, tav. 169; Szalai-Szantai (2006): nn. 1601/5 e 1601/3, tav. 144.Esemplari conosciuti: 1°: Fano, Federiciana; Malta, National Library; Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana.2°: Roma, Istituto Central per la Grafica (2). IL VERO DISEGNO DELLA FORTEZZA DI CANISIAQuesta foretzza e situata in una valle serrata da monti da tre parti i quali sono piu alti vero tramontana e piu bassi verso mezo di tra l radice de i monti, et la fortezza diace in una palude quale con l’acque che piovono si fa hor maggiore hor minore dalmpie di detti monti insino alla fortezza cie distanzza diuntro d’archibuso e dalla sommita di essi si vede dentro di quella detta fortezza e piccola fatta di lotte e travi ha due porte coli soi ponti una verso levante che va in unhgeria ‘altra verso ponente che va in Stiria tra ponente e tramontana e posto l’esercito eclesiastico, e fa una batterua della trinciera del S.r plaminio dolfino alevante e alloggiato il Ser.mo Arciduca Ferdina[n]do e presso a lui l’Ecc.mo S.r don Giovanni de medici che fa unaltra batteria a mezo die accampato il Ser.mo di mantoa et la gente del Re cattolico.Example of the second state of two, with the imprint: Henricus van Schoel formis.Etching with engraving, printed on contemporary laid paper with “Fleur-de-lys in circle under crown” (cf. Woodward 103-106), with margins, good condition. VERY RARE.The perspective plan shows the fortress of Nagykanizsa (it. Canisia), during the unsuccessful siege of reconquest ,attempted in early October 1601 by imperial and papal troops, after the city in November 1600 had fallen into the hands of the Turks. The expedition, however, failed, and the city will be regained only in 1690. Howexplained in the caption, the fortress stood in a marshy valley enclosed by mountains on three sides. The project of thePentagonal bastion, regular bastion, once again is due to the Italian Pietro Ferrabosco (1568), whilethe works were followed by Giovanni Arconati (1574-1578), Antonio Albertini and Bernardo Magno (1577). Thereplan shows the arrangement of the besieging troops, with each encampment marked by the emblemof the relative general: in the north were the troops led by Flaminio Delfini who, after the death of GianFrancesco Aldobrandini, which took place on 17 September 1601, was appointed commander of the papal troops; tothe area of the Archduke Ferdinand of Austria, that of Don Giovanni de 'Medici and further south, thetroops of Vincenzo Gonzaga. Around the middle of November the retreat was decided by the archduke. The slab, therefore, it was built after 17 September 1601 - not appearing the name of Aldodrandini as general Pontifical, and before the end of the siege. This Orlandi map follows the typology of the one published in Augsburg from Dominus Custos, which Béla considers earlier, and in turn based, albeit with modifications, on the prototype recorded by Georg Keller and published in Frankfurt. However, it seems more likely that Orlandi copied the map published by Donato Rascicotti (cf. Bifolco-Ronca Tav. 537).The plate was published the first by Giovanni Orlandi in 1602. The van Shoel's edition, without date, probably was published after 1614, when Orlandi sold his plates to the Flemish editor.Literature: Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), tav. 538, II/II; Ganado (1994): VI, p. 200, n. 38; Szalai Bela (2001): p. 94, nn. 1601/5 e 1601/3, tav. 169; Szalai-Szantai (2006): nn. 1601/5 e 1601/3, tav. 144.Known examples: 1°: Fano, Federiciana; Malta, National Library; Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana.2°: Roma, Istituto Central per la Grafica (2). Cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), tav. 538, II/II;
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