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Grabados

SENAPE Antonio

Marina di Vietri

1830

1000,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1830
Formato
365 X 265
Grabadores
SENAPE Antonio

Descripción

Disegno originale su carta eseguito a matita e inchiostro bruno, entro bordura di triplice filetto a inchiostro bruno; sotto la linea marginale, a destra, titolo manoscritto con grafia coeva. L'opera è un significativo esempio della produzione grafica di Antonio Senape, un pittore romano attivo nell'Italia meridionale durante la prima metà del secolo XIX, che spesso si ispirò al Golfo di Napoli e alla Costiera Amalfitana per realizzare - forse su commissione - degli album di vedute: egli stesso, non a caso, amò definirsi "disegnatore di paesi con la penna". I fogli erano realizzati tutti a matita e penna in inchiostro, spesso in bicromia, utilizzando inchiostro nero e seppia, senza acquarellatura, con tratti ora marcati ora sottili; con l'inchiostro seppia, più liquido, il pittore realizzava gli elementi in primo piano, per poi procedere a una stesura di quelli lontani con tratti di inchiostro nero e a definire con leggeri segni di matita lo sfumare dell'orizzonte - metodo, com'è noto adoperato anche da Piranesi, il quale era solito mischiare più inchiostri per esaltare le profondità e gli effetti, e che Senape sembra avere studiato se molti suoi disegni, in particolare le vedute dei monumenti napoletani, ne richiamano il tratto e l'impianto. Poco si sa di questo calligrafico “disegnatore di paesi con la penna”, come spesso si autodefiniva Antonio Senape nei frontespizi degli album con le sue vedute. Un documento di recente rinvenuto dallo studioso Pier Andrea De Rosa attesta che nel 1815, a ventisette anni, Senape affermava in un censimento parrocchiale di abitare al n.50 di via Gregoriana a Roma (archivio del Vicariato di Roma, parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte, Stati d’Anime 1815 f.n.n.). La sua data di nascita, perciò, dovrebbe fissarsi a Roma intorno al 1788; romano, infatti, si dichiarava in margine a numerosi disegni. È probabile che dopo il 1815 Senape abbia lasciato la città natale per stabilirsi in Italia meridionale; infatti, mentre le sue vedute di Roma sono assai rare, tutta la produzione dell’artista è incentrata in immagini del Sud, delle quali le più antiche sono alcune vedute siciliane (P. E. Trastulli 1998). In seguito, si stabilì a Napoli dove si dedicò a una produzione di vedute “dal vero”. Si trattava di fogli sciolti, realizzati tutti a penna, a inchiostro, dunque non acquerellati. Queste immagini di luoghi più o meno noti venivano raccolte in album-ricordo per i viaggiatori, soprattutto inglesi, che avevano un fiorente mercato negli anni della Restaurazione borbonica. La città che gli si offriva sempre mutevole, a seconda dei differenti punti di vista da cui la raffigurava, divenne la sua seconda patria. Perfetto stato di conservazione. Original drawing on paper executed in pencil and gray ink, within border of triple fillet in brown ink; below marginal line, at right, manuscript title in contemporary handwriting. The work is a significant example of the graphic production of Antonio Senape, a Roman painter active in southern Italy during the first half of the 19th century, who often drew inspiration from the Gulf of Naples and the Amalfi Coast to produce-perhaps on commission - albums of views: he himself, not surprisingly, liked to call himself a "draughtsman of villages with a pen." The sheets were all done in pencil and pen in ink, often in two-tone, using black and sepia ink, without watercolor, with strokes now marked now thin; with sepia ink, which is more liquid, the painter made the foreground elements, and then proceeded to lay down the distant ones with strokes of black ink and to define with light pencil marks the blurring of the horizon-a method, as is known, also used by Piranesi, who used to mix several inks to enhance depths and effects, and which Mustard seems to have studied if many of his drawings, particularly the views of Neapolitan monuments, recall the stroke and layout. Little is known about this calligraphic "draughtsman of countries with a pen," as Antonio Senape often called himself on the frontispieces of albums with his views. A document recently unearthed by scholar Pier Andrea De Rosa attests that in 1815, at the age of twenty-seven, Senape stated in a parish census that he lived at No. 50 Via Gregoriana in Rome (archives of the Vicariate of Rome, parish of Sant'Andrea delle Fratte, Stati d'Anime 1815 f.n.n.). His date of birth, therefore, should be fixed in Rome around 1788; Roman, in fact, he declared himself in the margin of several drawings. It is likely that after 1815 Senape left his hometown to settle in southern Italy; in fact, while his views of Rome are very rare, the artist's entire output is centered in images of the South, of which the earliest are some Sicilian views (P. E. Trastulli 1998). Later, he settled in Naples where he devoted himself to a production of views "from life." These were loose sheets, all made in pen and ink, thus not watercolor. These images of more or less well-known places were collected in souvenir albums for travelers, especially English, who had a thriving market in the years of the Bourbon Restoration. The city that offered him ever-changing, depending on the different points of view from which he depicted it, became his second home. Perfect state of conservation. Cfr.
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