Acquaforte, circa 1638/40, privo di firma ed indicazioni editoriali. Esemplare nel raro primo stato di tre, prima della firma. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana non leggibile, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione. Paolo Bellini nota che di questa incisione sono conosciuti ben sette disegni preparatori, numero ridotto da ?nna ?aria Ambrosini Massari: “Nella descrizione data dal Malvasia negli Appunti inediti gli angeli e i serafini sono definiti "una gran quantità. che scherzano in varii modi e diversi iscorci tanto belli e ben intesi che più non si può desiderare". Ed è proprio la corona allegra di angeli uno dei motivi che ha reso questa invenzione incisoria tanto celebre e diffusa: una composizione di grazia e naturalezza vibranti e nuove che trapassano dalle prove grafiche, numerose e variate, all'incisione e alla redazione pittorica proveniente dalla chiesa di San Francesco a Cagli. Nell'elenco dei disegni correlati all'incisione, va espunto dal catalogo grafico di Cantarini quello del Museo del Castello Sforzesco di Milano (inv. 183; riprodotto in Bellini 1980, p. 115) e una serie di prove della Pinacoteca di Brera, slittate a seguaci dei modi dell'artista pesarese. […] Nel procedimento progettuale che porta alla definizione dell'immagine incisoria, un ruolo di " passaggio intermedio" è individuato da Emiliani (1959b, p. 31, n. 9) nel disegno inv. A 11 di Rio de Janeiro, e tale si può considerare anche un foglio del Tylers Museum di Harlem (inv. D35) mentre in più relazione con la variante del santo in piedi scelta nel dipinto, è l'altro disegno brasiliano A 14 (Ambrosini Massari 1995, pp. 104-106, nn. 52-53). [.] Emiliani dava notevole importanza ai due disegni degli Uffizi considerandoli i più terminati nei confronti della preparazione per la traduzione calcografica, rispetto alla quale danno indicazioni anche tecniche del metodo di lavoro dell'artista. […] E sul debito di invenzioni come questa del Cantarini per i seguaci come Flaminio Torri e Lorenzo Pasinelli si è già abbondantemente insistito. Sul modello dell'acquaforte si forma la tela della chiesa dell'Osservanza di Imola di Flaminio Torri, che nell'atelier del maestro, avrà potuto ragionare anche sugli altri studi su quel soggetto, probabilmente anche sui due disegni citati, oggi al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Così nelle opere del Pasinelli, non solo il più scontato soggetto omonimo della chiesa di San Giacomo a Vicenza ma anche l'intonazione affettiva di opere quali la Santa Caterina dei Vigri che adora il Bambino (Bologna, Santa Maria di Galliera). A Pasinelli va ascritto infine un foglio di Londra (British Museum, inv. 1895.9.15.890) precedentemente attribuito a Cantarini e che denota evidenti relazioni stilistiche con un altro della Fondazione Cini di Venezia (inv. 36.147) mentre per un altro disegno della stessa collezione (inv. 36.146) sono già stati espressi convincenti dubbi sull'autografia cantariniana (Benati 1991a, p. 147). Un contributo per la datazione dell'incisione viene da una copia nello stesso verso dell'acquaforte, copia C (Bellini) dove compare il 1640, che ovviamente si deve considerare come termine orientativo post quem non. Una fortuna immediata, dunque, con una copia eseguita da uno dei seguaci marchigiani, Domenico Peruzzini” (cfr. ?nna ?aria Ambrosini Massari, in Simone Cantarini detto il Pesarese 1612-1648, p. 336). Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Allievo e seguace fedele di Guido Reni, il Cantarini se ne distaccò in seguito ad una clamorosa rottura nel 1637 che lo allontanò dalla scuola del maestro ma non gli fece perdere l’aderenza stretta allo stile di lui. Dal 1639 è a Pesaro e successivamente a Roma, dove conosce il linguaggio classicista dei Carracci e le t. Etching, 1640 circa, without signature and printing details. Example in the rare first state of three, before the engraver' signature. Paolo Bellini notes that as many as seven preparatory drawings of this engraving are known, number reduced by ?nna ?aria Ambrosini Massari. “Nella descrizione data dal Malvasia negli Appunti inediti gli angeli e i serafini sono definiti "una gran quantità. che scherzano in varii modi e diversi iscorci tanto belli e ben intesi che più non si può desiderare". Ed è proprio la corona allegra di angeli uno dei motivi che ha reso questa invenzione incisoria tanto celebre e diffusa: una composizione di grazia e naturalezza vibranti e nuove che trapassano dalle prove grafiche, numerose e variate, all'incisione e alla redazione pittorica proveniente dalla chiesa di San Francesco a Cagli. Nell'elenco dei disegni correlati all'incisione, va espunto dal catalogo grafico di Cantarini quello del Museo del Castello Sforzesco di Milano (inv. 183; riprodotto in Bellini 1980, p. 115) e una serie di prove della Pinacoteca di Brera, slittate a seguaci dei modi dell'artista pesarese. […] Nel procedimento progettuale che porta alla definizione dell'immagine incisoria, un ruolo di " passaggio intermedio" è individuato da Emiliani (1959b, p. 31, n. 9) nel disegno inv. A 11 di Rio de Janeiro, e tale si può considerare anche un foglio del Tylers Museum di Harlem (inv. D35) mentre in più relazione con la variante del santo in piedi scelta nel dipinto, è l'altro disegno brasiliano A 14 (Ambrosini Massari 1995, pp. 104-106, nn. 52-53). [.] Emiliani dava notevole importanza ai due disegni degli Uffizi considerandoli i più terminati nei confronti della preparazione per la traduzione calcografica, rispetto alla quale danno indicazioni anche tecniche del metodo di lavoro dell'artista. […] E sul debito di invenzioni come questa del Cantarini per i seguaci come Flaminio Torri e Lorenzo Pasinelli si è già abbondantemente insistito. Sul modello dell'acquaforte si forma la tela della chiesa dell'Osservanza di Imola di Flaminio Torri, che nell'atelier del maestro, avrà potuto ragionare anche sugli altri studi su quel soggetto, probabilmente anche sui due disegni citati, oggi al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Così nelle opere del Pasinelli, non solo il più scontato soggetto omonimo della chiesa di San Giacomo a Vicenza ma anche l'intonazione affettiva di opere quali la Santa Caterina dei Vigri che adora il Bambino (Bologna, Santa Maria di Galliera). A Pasinelli va ascritto infine un foglio di Londra (British Museum, inv. 1895.9.15.890) precedentemente attribuito a Cantarini e che denota evidenti relazioni stilistiche con un altro della Fondazione Cini di Venezia (inv. 36.147) mentre per un altro disegno della stessa collezione (inv. 36.146) sono già stati espressi convincenti dubbi sull'autografia cantariniana (Benati 1991a, p. 147). Un contributo per la datazione dell'incisione viene da una copia nello stesso verso dell'acquaforte, copia C (Bellini) dove compare il 1640, che ovviamente si deve considerare come termine orientativo post quem non. Una fortuna immediata, dunque, con una copia eseguita da uno dei seguaci marchigiani, Domenico Peruzzini” (cfr. ?nna ?aria Ambrosini Massari, in Simone Cantarini detto il Pesarese 1612-1648, p. 336). Simone Cantarini known as the ' Pesarese ' or Simone da Pesaro (Pesaro, April 1612 - Verona, 1648) was an Italian painter, Baroque in style and belonging to the Bolognese school. Scholar and follower of Guido Reni, Cantarini moved away from his master, after a sensational argument they had which determined his estrangement from the school and the master, although his style was always very close to Reni’s. From 1639 he is found in Pesaro and afterwards in Rome, where he came to know Carracci and his classicist style and Mola. Together with his pictorial production, his graphic outoput has to be mentioned, for this is what gained real. Cfr.