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Grabados

CANALETTO Giovanni Antonio Canal detto

Veduta del Prato della Valle a Padova

1740

4500,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1740
Formato
433 X 301
Grabadores
CANALETTO Giovanni Antonio Canal detto

Descripción

Acquaforte, 1740/44 circa; nel margine inferiore al centro S. Giustina in prà della Vale; a sinistra la firma: A. Canal f. Esemplare nel primo stato avanti la sigla E2, aggiunta tra il 1772 e il 1778 nell'edizione della tipografia Remondini. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con parziale filigrana delle “tre mezzelune”, con margini, in ottimo stato di conservazione. “L'imponente basilica di S. Giustina si eleva nell'angolo sud est della spianata del Prato della Valle, raffigurato nello stato paludoso antecedente il risanamento attuato nel 1775 dal podestà Andrea Memmo, su disegno di Domenico Cerato. I lavori di sistemazione portarono alla creazione dell'Isola Memmia percorsa da due viali incrociantisi ad angolo retto e cinta da un canale ellittico fiancheggiato da un doppio giro di statue raffiguranti personaggi padovani. L'acquaforte avrebbe dovuto, nell'intenzione di Canalet-to, essere riunita con quella di cui alla scheda seguente, come dimostra la figurina incisa a destra, sporgente dalla linea del margine, il cui mantello è esattamente ripreso in basso a sinistra nell'altra veduta, come si vede anche nei due disegni preparatori alla Royal Library, Windsor Castle (Pallucchini 1945, figg. 14-15). Esistono rari esemplari settecenteschi con i due fogli riuniti editorialmente secondo progetto dell'artista (Montecuccoli 2003, tav. VII)”. (cfr. Succi, La Serenissima nello specchio di rame, I, pp. 308-309, n. 30) L’opera appartiene alle Vedute altre prese da i luoghi altre ideate… serie delle acqueforti dedicate al console ed amico Joseph Smith, la cui esecuzione va dal 1740 al 1744 circa. Si inserisce nello sviluppo artistico del Canaletto non come parentesi marginale, ma come un momento essenziale di alcuni problemi stilistici, che troveranno la loro piena realizzazione nei primi capolavori eseguiti nel soggiorno inglese. La serie raggruppa fogli che evocano un itinerario che partendo dalla laguna, cioè da Marghera, passando per Mestre, risale il corso del Brenta fino a Padova, non solo inscenata nel cosmorama del Prà della Valle ma in una veduta che segna il passaggio tra la realtà dei luoghi e la fantasia del capriccio. Se il Portico con la lanterna, indubbiamente una delle prove più alte dell’arte incisoria del Canaletto, è una veduta di piena fantasia, l’acquaforte con la cosiddetta Casa del 1741, ricongiunta con la Casa del colonnato, è l’evocazione di una città, che se pur manca di precisi riferimenti topografici, è intrisa di atmosfera veneziana. Giovanni Antonio Canal detto Canaletto (Venezia 17 ottobre 1697 – Venezia 19 aprile 1768) fu il più illustre protagonista del vedutismo veneziano del Settecento. Grazie a contatti con amatori e collezionisti inglesi in viaggio a Venezia o residenti nella città lagunare, Canaletto beneficia di grande notorietà in Inghilterra presso la più alta aristocrazia e perfino la famiglia reale. Attorno al 1730 suo agente esclusivo è un inglese, il console Joseph Smith: divenuto mercante di quadri, questi si adopera con abilità e tenacia per introdurre il suo protetto nel mercato britannico delle opere d’arte, il più florido al tempo. Titolare di una grande bottega e affiancato da innumerevoli assistenti, Canaletto è artista e abile imprenditore. Nelle opere del Canaletto la città lagunare era raffigurata con grande oggettività: le sue composizioni erano sempre rigorosamente studiate attraverso numerosi disegni preparatori, tratti direttamente dal vero. La “veduta” fu uno dei generi più caratteristici della pittura del Settecento. Si differenzia dal paesaggio (altro genere molto diffuso nel XVIII secolo) per la rappresentazione oggettiva di luoghi e architetture, realizzata attraverso una prospettiva ben studiata. Venezia fu il centro di maggior produzione di “vedute”, con alcune personalità di grande spicco. Bellissimo esemplare. Bibliografia R. Bromberg, Canaletto’s Etching, n. 7, I/II; Su. Etching, 1740/44 circa; at bottom left the signature: A. Canal f. bottom centre the title: S. Giustina in prà della Vale. Example in the first state before the initials E2, added between 1772 and 1778 in the edition of the Remondini typography. ' Magnificent proof, rich in tones, printed on contemporary laid paper with partial watermark of the "three crescents", with margins, in excellent condition. The imposing basilica of S. Giustina rises in the south-eastern corner of the Prato della Valle esplanade, depicted in its marshy state before the reclamation carried out in 1775 by the podestà Andrea Memmo, based on a design by Domenico Cerato. The etching should, in Canaletto's intention, have been united with the another one titled “Prato della Valle”, as shown by the little figure engraved on the right, protruding from the margin line, whose cloak is exactly reproduced at the bottom left in the other view, as can also be seen in the two preparatory drawings at the Royal Library, Windsor Castle (Pallucchini 1945, figs. 14-15). There are rare eighteenth-century examples with the two sheets editorially brought together according to the artist's design (Montecuccoli 2003, plate VII). [cfr. Succi, La Serenissima nello specchio di rame, I, pp. 308-309, n. 30]. The work belongs to the Vedute altre prese da i luoghi altre ideate. series of etchings dedicated to the consul and friend Joseph Smith, whose execution goes from about 1740 to 1744. It is part of the artistic development of Canaletto not as a marginal parenthesis, but as an essential moment of some stylistic problems, which will find their full realization in the first masterpieces executed in his English stay. The series groups together sheets that evoke an itinerary that starting from the lagoon, that is from Marghera, passing through Mestre, goes up the course of the Brenta to Padua, not only staged in the cosmorama of Prà della Valle but in a view that marks the passage between the reality of places and the fantasy of caprice. If the Portico with the lantern, undoubtedly one of the highest proofs of Canaletto's engraving art, is a view of full fantasy, the etching with the so-called House of 1741, rejoined with the House of the colonnade, is the evocation of a city, which even though it lacks precise topographical references, is imbued with Venetian atmosphere. Giovanni Antonio Canal called Canaletto (Venice 17 October 1697 - Venice 19 April 1768) was the most illustrious protagonist of the Venetian vedutismo of the eighteenth century. Thanks to his contacts with English amateurs and collectors travelling to Venice or living in the lagoon city, Canaletto enjoyed great notoriety in England among the highest aristocracy and even the royal family. Around 1730 his exclusive agent was an Englishman, the consul Joseph Smith: having become a picture dealer, he worked with skill and tenacity to introduce his protégé into the British market of works of art, the most flourishing at the time. Owner of a large workshop and flanked by countless assistants, Canaletto is an artist and a skilled entrepreneur. In Canaletto's works the lagoon city was depicted with great objectivity: his compositions were always rigorously studied through numerous preparatory drawings, taken directly from life. The "veduta" was one of the most characteristic genres of eighteenth-century painting. It differs from landscape (another genre widespread in the eighteenth century) for the objective representation of places and architecture, achieved through a well-studied perspective. Venice was the center of greater production of "views", with some very important personalities. Beautiful example. Bibliografia R. Bromberg, Canaletto’s Etching, n. 7, I/II; Succi, La Serenissima nello specchio di rame, I, pp. 308-309, n. 30 I/II. Cfr.
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