Xilografia, circa 1560, priva di firma. Da un soggetto di Tiziano Vecellio o Domenico Campagnola. Bellissima prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, completa della linea marginale, piccoli fori di tarlo perfettamente restaurati, per il resto in ottimo stato di conservazione. L’opera può essere riconducibile ai lavori di scuola veneta di metà XVI secolo. La xilografia è citata dall'abate Pietro Zani nella sua Enciclopedia Metodica (1821, Parte seconda, Volume VII, pp.286-287): “Campagnola Domenico - Anonimo in legno sopra i tratti del Campagnola MP irreperibile. Sole figure di faccia a.10, 6. l. 7,4 Al b. ECCE HOMO. D. P. -- N. S. ha le mani legate, e tra queste tiene la canna. Pilato a lui vicino colla d. lo addita al Popolo, che si finge essere nel piano, ma che qui non vi ha luogo. Le due iniziali D. P. dinotano Dominicus Patavinus, cioè Domenico Padovano, ossia Domenico Campagnola. Ammirata una sola volta in Venezia in casa del S. Gio Maria Sasso, celebre Professore e Ristauratore di Quadri. Ed ecco che con queste due iniziali D. P. e con le seguenti lettere DNCUS PATUS (così abbreviate e in due righe), le quali leggonsi in altra Stampa, abbiamo una sicura prova che Domenico Campagnola era Padovano, e non Veneziano. Vedi Tomo V Parte Prima le Annotazioni 33a, 34a, 35a relative al Campagnola, e le Contro-Note, e direi quasi stupisci”. Zani descrive, dunque, l’esemplare della collezione di stampe di Giovanni Maria Sasso, che fu acquistata dai Remondini dopo la sua morte (Zani 1819, p. 53 n.21). Altro esemplare noto dell’opera è quello conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Si tratta di una prova molto tarda, stampata da un legno in pessimo stato di conservazione, probabilmente stampata dalla tipografia Soliani nel corso del XIX secolo (cfr. ' Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.1067.2). Se Zani attribuisce l’intaglio a mano anonima da un soggetto di Domenico Campagnola, un ragionamento più complesso, ci porta ad attribuire la xilografia ad Andrea Meldolla. Tiziano, intuendo la grande potenzialità della silografia nella traduzione dei suoi disegni e delle visioni più audaci, affidò ad un gruppo di artisti - composto tra gli altri da Domenico Campagnola, Nicolò Boldrini, Giovanni Britto e Giuseppe Scolari - la realizzazione di questi “disegni intagliati in legno”. Andrea Meldolla detto lo Schiavone, già allievo e traduttore al bulino del Parmigianino, è autore certo di tre silografie, diverse per loro nello stile esecutorio. Il ' Cristo Deriso ' e la ' Sepoltura di Cristo ' presentano eleganze di modi ed una chiarezza lineare che derivano dall’influsso esercitato dall’arte del Salviati, mentre lo ' Sposalizio mistico di Santa Caterina ' mostra il vigore di alcune silografie giovanili di Domenico Campagnola. Il tema del Cristo di fronte a Pilato o Ecce Homo è il più ricorrente nel catalogo maturo del Meldolla; ne esistono, infatti, quattro versioni pittoriche diverse, divise fra le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo nazionale di Stoccolma, le Royal Collections di Hampton Court e il Kunst-historisches Museum di Vienna. A questa serie si può idealmente affiancare il ' Cristo davanti a Erode ' del Museo di Capodimonte. Meldolla rinforzò qui l’impianto chiaroscurale, insistendo su uno sfondo buio e su tonalità brunite appena ravvivate da accensioni luministiche preziose e sottilmente calibrate, proprio come in questo lavoro silografico. Richardson fa notare come le incisioni del Meldolla, sebbene siano basate su composizioni di altri artisti, siano interpretazioni libere o copie creative. Rarissima ed interessante opera, attribuibile allo Schiavone. Silvia Urbini, nel suo censimento delle xilografie italiane del Rinascimento, cita ed illustra solo il nostro esemplare e quello, tardo, dell’Ambrosiana. Non abbiamo riscontri di altri esemplari dell’opera. Bibliografia Zani P., Enciclopedia metodica cri. Woodcut, about 1560, without signature. After Titian or Domenico Campagnola. A beautiful impression, rich in tone, printed on contemporary laid paper without watermark, showing the borderline, small wormholes perfectly restored, otherwise in excellent condition. The work can be traced back to the works of the mid-16th-century Venetian school. The woodcut is mentioned by Abbot Pietro Zani in his Enciclopedia metodica (1821, Part Two, Volume VII, pp. 286-287): “Campagnola Domenico - Anonimo in legno sopra i tratti del Campagnola MP irreperibile. Sole figure di faccia a.10, 6. l. 7,4 Al b. ECCE HOMO. D. P. -- N. S. ha le mani legate, e tra queste tiene la canna. Pilato a lui vicino colla d. lo addita al Popolo, che si finge essere nel piano, ma che qui non vi ha luogo. Le due iniziali D. P. dinotano Dominicus Patavinus, cioè Domenico Padovano, ossia Domenico Campagnola. Ammirata una sola volta in Venezia in casa del S. Gio Maria Sasso, celebre Professore e Ristauratore di Quadri. Ed ecco che con queste due iniziali D. P. e con le seguenti lettere DNCUS PATUS (così abbreviate e in due righe), le quali leggonsi in altra Stampa, abbiamo una sicura prova che Domenico Campagnola era Padovano, e non Veneziano. Vedi Tomo V Parte Prima le Annotazioni 33a, 34a, 35a relative al Campagnola, e le Contro-Note, e direi quasi stupisci”. Zani describes, therefore, the example from Giovanni Maria Sasso's print collection, which was acquired by the Remondini after his death (Zani 1819, p. 53 n.21). Another known example of the work is the one preserved in the Biblioteca Ambrosiana in Milan. It is a very late proof, printed from a wood in a very poor state of preservation, probably printed by the Soliani typography during the 19th century (cf. Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.1067.2). While Zani attributes the carving to an anonymous hand from a subject by Domenico Campagnola, more complex reasoning leads us to attribute the woodcut to Andrea Meldolla. Titian, realizing the great potential of the woodcut in the translation of his drawings and visions bolder, entrusted to a group of artists - among others composed by Domenico Campagnola, Nicolò Boldrini, Giovanni Britto and Giuseppe Scolari - the creation of these “carved designs in wood”. Andrea Meldolla called Schiavone, a former student and translator of the works by Parmigianino, is the author of some three woodcuts, different in style enforceable. ' Christ Mocked ' and the ' Entombment of Christ ' present elegance of manners and a linear clarity resulting from the influence exercised by the art of Salviati, while the ' Mystic Marriage of St. Catherine ' of some woodcuts shows the vigor of youth Domenico Campagnola. ' The theme of Christ before Pilate is the most common in the catalog of the mature Meldolla. There are, in fact, four different versions of paintings, divided between the Accademia Gallery in Venice, the National Museum in Stockholm, the Royal Collections at Hampton Court and Kunst-historisches Museum in ' Vienna. This series can be ideally complemented by ' Christ before Herod ' the Museum of Capodimonte. The Meldolla here reinforced the system of chiaroscuro, insisting on a background of dark and burnished tones enlivened by just switching luminist precious and subtly calibrated, as in this woodcut. The Richardson points out that the engravings of Meldolla, though based on compositions by other artists, are free interpretations or creative copying. Very rare and interesting work, ascribed to Schiavone. Silvia Urbini, in her census of Italian woodcuts of the Renaissance, mentions and illustrates only our example and the late one in the Ambrosiana. We have no records of other examples of the work. Bibliografia Zani P., Enciclopedia metodica critico ragionata delle Belle Arti, Parma, 1817-1824, Parte seconda, volume VII, pp.286-287; Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.1067.1; cfr. Muraro & Rosand, Ti. Cfr.