Veduta di Firenze Monte Oliveto basata sul modello introdotto da Francesco Rosselli verso la fine del XV secolo., la cosiddetta Veduta della Catena. In alto al centro, in un cartiglio a forma di nastro, troviamo il titolo: FIORENZA. In alto a sinistra è rappresentato lo stemma della famiglia Medici, a destra quello della città . Lungo il margine inferiore una legenda numerica di 60 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su sei colonne. Segue lâimprint editoriale Claudij duchetti formis. Opera priva di orientazione e scala grafica. Veduta prospettica della città , prima derivazione romana del modello di Francesco Rosselli, pubblicata per la prima volta da Claudio Duchetti nel 1580 circa. à più probabile che il Duchetti replichi la veduta attribuita a Paolo Forlani (1567), ingrandendola e ripetendone gli errori e le deformazioni nei monumenti. Al centro, un cartiglio a nastro con il titolo; nellâangolo a sinistra, uno scudo con lo stemma mediceo, a destra, uno scudo col giglio fiorentino. Esemplare nel terzo stato di quattro, con lâimprint in basso Henricus van Schoel formis romae 1602. âLa lastra fu ereditata da Giacomo Gherardi ed è inserita nel catalogo curato per conto della vedova Quintilia Lucidi, del 17-19 ottobre 1598 (n. 349 descritta come âFiorenza in uno foglio realeâ). Venne quindi acquisita, nel 1602, da Giovanni Orlandi che la ristampò inalterata con la sola aggiunta del proprio imprint. Nel 1614, con il trasferimento di Orlandi a Napoli, la matrice fu ceduta a Hendrick van Schoel, la cui tiratura, tuttavia, reca ancora la data 1602. Nel catalogo della tipografia del fiammingo, redatto il 27 luglio 1622 dopo la morte dellâeditore, le opere di cartografia descritte sotto unâunica voce: âCosmografia pezzi numero 80.ottantaâ. Le lastre vennero poi cedute a Francesco de Paoli, come documentato dallâinventario della vendita del 2 novembre 1633. Possibile quindi lâesistenza di unâulteriore stesura della lastra, della quale tuttavia non abbiamo riscontrato esemplariâ (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 2156-2157). âLa cosiddetta Veduta della Catena, è la prima rappresentazione conosciuta di una intera città , risultato non di una proiezione fantasiosa, ma di una costruzione che, basata sullâosservazione diretta dal vero, si avvale anche della prospettiva. Questa grande silografia, come ha dimostrato Hülsen, deriva dallâopera originale a bulino, su sei lastre di rame, attribuita a Francesco Rosselli, di cui oggi è conservato solo un frammento, raffigurante la campagna in direzione di Fiesole. La copia silografica, attribuita già da Kristeller a Luca Antonio degli Uberti è conservata presso il Gabinetto delle Stampe di Berlino. La silografia con ogni probabilità è stata realizzata nella prima decade del XVI secolo a Venezia, come indicato dal tratteggio a linee parallele nelle zone dâombra, che si utilizza solo nella prima decade del sec. XVI. Rispetto al modello fiorentino, Lucantonio degli Uberti introduce due elementi innovativi: la figura dellâartista disegnatore, in basso a destra, e il motivo decorativo della catena, chiusa in alto a sinistra da un lucchetto â di qui la denominazione Veduta della Catena - per cui sono state fornite diverse interpretazioni. Il punto di osservazione principale è da sud-ovest, in corrispondenza del campanile della chiesa di Monte Oliveto, ed è stato rialzato per dare maggiore leggibilità alle emergenze architettoniche e al tessuto urbano. Nella veduta lâasse centrale verticale viene fatto coincidere con lâasse della cupola di Santa Maria del Fiore che, simbolo religioso e civile della città , diventa così elemento principale e punto costante di riferimento nella rappresentazione della città stessa. La veduta crea un campo spaziale continuo che non solo mostra gli edifici, ma anche gli spazi aperti, le piazze e anche il corso delle strade di recente realizzazion.