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Autographs

GUACCI NOBILE Maria Giuseppina [Napoli 1807-ivi 1848].

Lettera autografa firmata, inviata da Napoli, il 9 Novembre 1835. Indirizzata al poeta, traduttore di Byron e patriota Pasquale de Virgiliis.

220.00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italy)

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GUACCI NOBILE Maria Giuseppina [Napoli 1807-ivi 1848].
Keyword
Napoli-Gaspare Selvaggi-Maria Giuseppa Guacci Nobile-Pasquale de, Virgiliiis

Description

Bifolio (mm 145×220) manoscritto su tre pagine a inchiostro marrone, 59 righi oltre la data e la firma. Alla quarta pagina invio a: ‘Pasquale de Virgiliis, Chieti’, tracce del sigillo in ceralacca. All’interno della lettera la poetessa invita il traduttore di Byron a farle visita all’Osservatorio di Capodimonte [“Specola”]; accenna a Donizetti, del quale preferirebbe non sentir parlare; e infine comunica all’interlocutore che il Teatro dei Fiorentini ha messo in cartellone per tre sere la commedia del “fiorentino” Il matrimonio di Raffaello Sanzio o la Fornarina, ma il pubblico non ha gradito. In buone condizioni seppur con naturali pieghe di invio. Insolita lettera che ha come prologo l’inoltro al de Virgiliis della richiesta di Gaspare Selvaggi: «Vi prega, vi scongiura, vi supplica che non dimentichiate il libro della Tavola rotonda». Prosegue:« […] Trascurai di farvi una beffa nel dì delle beffe, cioè nel primo dì dello scorso aprile, epperò stando ora ad agio e per così dire scioperata di pensieri ho voluto dirvi alquante cosette che non sono per farvi andare su per le nuvole. La vostra discepola dunque è tuttavia Miss, nè pare che cerchi via peranche del diventar Mistress […]», La G. si riferisce al fatto di essersi sposata. Lo invita alla Specola «vi prometto di farvi trovare una Luna alla Byron, che non avete mai veduta la più bella cosa». Continua chiedendo di non parlare di Donizetti «per amor di santo Procolo che mi prende il diavolo al solo sentirne il nome». Infine un pettegolezzo:«Il fiorentino ha fatto, tre sere sono, rappresentare al Teatro de’ Fiorentini una sua commedia , Il matrimonio di Raffaello Sanzio o la Fornarina, ed il pubblico lo ha conciato che dio nel dica. Ed a malo stento potè guidarsi al termine questa povera commedia. Degli attori che debbo dirvi?». Maria Giuseppina Guacci-Nobile [Napoli 1807-ivi 1848]. Poetessa, educatrice. Nacque a Napoli da Giovanni, tipografo, e Saveria Tagliaferri. Nel 1830 cominciò a frequentare la scuola di Basilio Puoti a palazzo Bagnara e qui strinse relazioni con Luigi Settembrini, i fratelli Imbriani, Antonio Ranieri, Francesco De Sanctis con i quali condivise non solo gli interessi letterari, ma anche una coraggiosa attività politica in senso liberale. Tra i salotti letterari, allora molto attivi a Napoli come in tutta Europa, la G. frequentò particolarmente quello di F. Ricciardi, di G. De Cesare e di C. Troja. Anche la G. volle tenere un suo salotto, al vico S. Liborio a Toledo. Tra i partecipanti alle riunioni, dette “sabatine” perché tenute il sabato, vanno ricordati G. Giusti e G. Leopardi, condottovi da A. Ranieri. Fu notevole l’influenza dei temi del recanatese sulla produzione della G. <BR>Dopo una breve e delicata storia d’amore con Antonio Ranieri, nel 1835 sposò il giovane astronomo Antonio Nobile e dal matrimonio nacquero i figli Arminio ed Emilia. La G. collaborò, con altre poetesse come Irene Ricciardi e Laura Beatrice Oliva Mancini, cui era fortemente legata, alla strenna Iride; scrisse inoltre sui periodici Omnibus, Museo di letteratura e di filosofia e Foglio settimanale di scienza e lettere ed arti. «Ed è proprio nel salotto della Guacci (a via Toledo prima e a Capodimonte dopo il matrimonio con Antonio Nobile) che si apriva un singolare spazio di protagonismo intellettuale femminile, con la recita dei versi patriottici della ‘poetesse Sebezie’: la padrona di casa insieme a Irene Ricciardi, Elisa Liberatore, Virginia Pullico» [Cfr. Paola Villani, Italiane per bene: i galatei risorgimentali e il femminile a Napoli tra retorica e storia]. Raccolse la sua produzione (sonetti, odi e poemetti) nei tre volumi semplicemente intitolati Rime (1832, 1839, 1847). Per i suoi meriti fu la prima donna ammessa all’Accademia Pontaniana di Napoli, una delle istituzioni più prestigiose del mondo culturale non solo partenopeo. Alle occupazioni letterarie la G. affiancò vivo interesse per l’educazione delle classi povere. Quando a Napoli divampò l’epidemia di colera, si dedicò personalmente alla cura dei malati, visitando i quartieri della città più degradati dove l’igiene era più scarsa. Nel 1840 fondò la Società degli asili infantili e, in seguito, riuscì a ottenere che nel 1843 il consiglio provinciale di Napoli riconoscesse la necessità di aprire asili infantili a cura e a spesa pubblica. Si dedicò inoltre all’alfabetizzazione e all’educazione dei fanciulli, convinta che l’educazione fosse l’unica forza per l’incivilimento, pubblicando alcuni testi didattici, l’Alfabeto (1841) e le Seconde letture per fanciulli da 9 a 12 anni (1846). Organizzò anche una scuola per le madri (conosceva bene le opere del Pestalozzi) in quanto prime educatrici dei figli e dalle quali dipendeva perciò lo sviluppo della personalità dei bambini. La G. morì a Napoli il 25 novembre 1848. Pasquale de Virgiliis [Chieti 1810-Trani 1876] Poeta, patriota e politico italiano. Fu il primo traduttore italiano delle opere di Byron. Nel 1829 era a Napoli dove studiò giurisprudenza e nel 1831 cominciò ad esercitare la professione. La carriera legale, intrapresa controvoglia, fu presto interrotta: venne infatti espulso dal foro e dalla corte per essersi espresso con eccessivo sdegno durante la difesa di un imputato. Nel 1835 il padre lo costrinse a tornare a casa togliendogli ogni aiuto economico, nello stesso anno fondò la rivista letteraria Filologia abruzzese, che in seguito assunse il nome di Giornale abruzzese di scienze lettere e arti. Di ispirazione liberale, de Virgiliis si avvicinò alla politica nel 1848 senza però esporsi contro il vigente governo borbonico. Nel 1860 fu Intendente di Teramo e nel settembre dello stesso anno si mise a capo dei liberali, diventando poi prodittatore con Troiano De Filippis Delfico e Clemente De Caesaris. Divenne in seguito governatore della sua provincia. Gaspare Selvaggi [Napoli 1763- ]. Erudito bibliofilo, musicista e collezionista. Fu una personalità di spicco nella vita culturale napoletana coeva. Nel 1792 partì da Napoli e per diciotto anni rimase a Parigi». A Napoli il giovane si era lasciato attrarre dai circoli rivoluzionari filofrancesi, legandosi al capo dei cospiratori, Carlo Lauberg, che lo elogiava come suo «dottissimo amico» Il complotto fu scoperto nel marzo 1794, e da Parigi Selvaggi tenne rapporti con i patrioti napoletani e italiani. Durante la Repubblica napoletana del 1799 non rimpatriò, ma restò in contatto con i rivoluzionari napoletani e gli altri esuli italiani: una lettera di Francesco Salfi prova che Nicola Celentani, Filippo Buonarroti e Selvaggi erano a Parigi già prima del maggio 1796 (un mese dopo però furono tutti espulsi dalla città per aver indirizzato una lettera di protesta al Direttorio). Nel 1811 rientrò a Napoli, sebbene nelle lettere Selvaggi lamenti le proprie difficoltà finanziarie e il degrado culturale ch’egli aveva trovato rientrando a Napoli, continuò a comprare e vendere libri in una rete internazionale di bibliofili. Nel 1848 fu nominato direttore della Biblioteca borbonica.
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