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Autographs

MARI Febo –

Pensiero autografo firmato su frammento di pagina multifirma (mm 152×95) di “liber amicorum” , datato “Maggio 1915”.

1915

150.00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italy)

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Details

Year of publication
1915
Author
MARI Febo –
Keyword
Cinema, Febo Mari, Giornalismo, Diego Petriccione

Description

Manoscritto a inchiostro marrone 3 righi oltre la data e la firma. Al verso: PETRICCIONE Diego. Pensiero autografo firmato, datato “sera del 17 maggio 1915”. Manoscritto a inchiostro marrone, 4 righi oltre la data e la firma. Febo Mari il divo del cinema muto: «…e nella vita, quando si piange, si è quasi sempre tre volte buoni. (Febo-atto ultimo)». Diego Petriccione sette giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia: «In questo momento non vengono alla mente che le idee … nazionali… (Dettatami dall’amico Caprioli). Per autenticazione». Febo Mari, nome d’arte di Alfredo Giovanni Leopoldo Rodriguez (Messina 1881 – Roma 1939), è stato un attore, sceneggiatore e regista italiano. Esordì nel 1908 con T. Franchini e M. Fumagalli per passare poi come primattore giovane con V. Reiter. Nel 1910 condirettore con F. Garavaglia, nel 1911 primattore e direttore al teatro Manzoni di Roma, dal 1912 al 1915 fu primattore nella compagnia stabile del teatro Manzoni di Milano. Dopo la prima guerra mondiale si dedicò soprattutto al cinema, che ebbe in lui uno tra i più noti attori del muto (L’innocente, diviso in tre parti: La favilla, La vampa, La cenere, 1912; Casa di bambola, 1919; L’orma, 1919); diresse anche alcuni film, tra i quali Cenere (1916) con E. Duse. Nel 1925 tornò a dedicarsi al teatro anche con formazioni da lui stesso dirette. Autore anche di studî, novelle, opere teatrali. Nel 1938 è nel cast del film Giuseppe Verdi di Carmine Gallone, mentre nel 1939 lavorò nel film Lotte nell’ombra di Domenico Gambino. Fu anche attivo nella prosa radiofonica dell’EIAR, nelle commedie e nei radiodrammi, presso la sede di Radio Roma. Diego Petriccione [Napoli, 1867 -1942) Commediografo, giornalista e critico musicale italiano. Prese parte alla discussione per un teatro d’arte in contrapposizione a quello scarpettiano. Il suo repertorio risultò molto vasto, composto da commedie soprattutto di carattere, nelle quali descrisse, con molta profondità, la mezza borghesia e il popolo. La sua commedia più importante è sicuramente ‘O quatto e maggio, molto apprezzata da Raffaele Viviani, celebre soprattutto per il primo atto, considerata un classico della commedia napoletana.
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