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F.lli D'Alessandri Roma
Foto photo cdv albumina Maffeo Principe Sciarra by D'Alessandri 1859
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Preziosi Scritti Studio Bibliografico (Corridonia, Italy)
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Description
Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VIII principe di Carbognano (Roma, 10 settembre 1850 – Frascati, 13 marzo 1925), è stato un politico, imprenditore ed editore italiano.
Nato a Roma il 10 settembre 1850, Maffeo era figlio postumo di Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VII principe di Carbognano e di sua moglie, la principessa Carolina D'Andrea dei marchesi di Pescopagano. Sua madre, ardente legittimista che parteggiò per il trono di Napoli, nel 1863 venne posta sotto processo per cospirazione nei confronti del neonato Regno d'Italia ma venne poco dopo scagionata da ogni accusa.
Per quanto osteggiato dalla sua famiglia, che per parte di padre discendeva da una delle più ricche ed importanti dinastie della Roma papalina, Maffeo si rese subito conto di quanto fosse necessario per i giovani della sua generazione inserirsi appieno nel funzionamento del nuovo stato per rimanere in sesto sia economicamente, sia per continuare a contare in società e per questo si presentò come candidato al parlamento, venendo eletto nel 1882 nella XV legislatura per la circoscrizione elettorale de L'Aquila, schierandosi dall'anno successivo con i sostenitori della Pentarchia, il principale gruppo parlamentare di opposizione al governo Depretis.
Il 26 novembre 1883 fondò il quotidiano La Tribuna che venne dato in direzione a Luigi Roux: il giornale, nato come megafono della sua opposizione politica in parlamento, dopo una crisi finanziaria nel 1884 che ne minacciò la chiusura, passò sotto la direzione di Attilio Luzzato che ne fece uno dei più importanti giornali italiani di politica con un servizio telegrafico e di corrispondenza ottimale per l'epoca, oltre ad una redazione composta da personaggi illustri per l'epoca come Gabriele D'Annunzio, Salvatore Barzilai, Vincenzo Morello, Vera Gobbi Belcredi, Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao. Per La Tribuna il Barberini Colonna di Sciarra costruì un nuovo edificio che includeva sia la redazione che la tipografia di stampa del giornale, dotandolo al proprio interno anche di impianti culturali e sportivi per i dipendenti e non. Per abbellire ulteriormente l'intero quartiere dove sorse l'edificio, nelle immediate vicinanze del palazzo fece realizzare la famosa Galleria Sciarra, chiamando a decorarla il pittore Giuseppe Cellini. Nel 1890 Maffeo decise di lasciare l'intera proprietà del giornale a Luzzato che l'acquistò in blocco. Oltre a La Tribuna, in quei medesimi anni, il principe Maffeo fondò il periodico Rivista politica e letteraria ed affidò la terza serie della Cronaca bizantina alla direzione di un promettente D'Annunzio di cui il Barberini fu mecenate ed, a proprie spese, pubblicò la raccolta Isaotta Guttadauro ed altre poesie nel 1886. Si dedicò anche al mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento, inaugurando in locali di sua proprietà, in via delle Vergini a Roma, il primo teatro di stampo popolare della capitale, il Teatro Quirino.
Proprietario anche di vasti fondi terrieri ereditati in gran parte dalla sua famiglia, si dedicò attentamente all'agricoltura compiendo una bonifica dell'alte valle del Tevere presso Montemaggiore in Sabina dove inaugurò anche un allevamento per tutelare le razze equine tipiche della campagna romana. Quest'insieme di investimenti che fruttarono ben poco, il coinvolgimento nello Scandalo della Banca Romana (seppur in parte) altre spese, lo trascinarono quasi sul lastrico e per questo decise di lasciare Roma per trasferirsi a Parigi dove si sposò con la marchesa Bonneval. Rientrato in Italia decise di ritirarsi definitivamente dalla vita pubblica, vivendo gli ultimi anni della sua vita nella villa della sua famiglia a Frascati ove morì il 13 marzo 1925.