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Tesauro, Emanuele
Campeggiamenti del Serenissimo Principe Tommaso di Savoia.
Zapatta, 1674
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in-folio (370x225), pp. (2, mancando l'occhietto), 112; 243; 1 (per le parti II-III); legatura coeva in piena pergamena titolo in oro su tassello bruno.Impresa tipogr. sul titolo, iniziali e fregi silografici, bellissima antiporta allegorica raffigurante l'allegoria della Virtù e la Fortuna che giocano ai dadi.
Il volume, che si compone di tre parti (Sant-Omero assediato da Francesi, e liberato nell'Anno 1638; Rivolta della fortuna del Piemonte per l'assedio di Casale, L'Anno 1640; Torino assediato e non soccorso; Ivrea assediata et liberata. L'anno 1641) tratta della guerra tra la Duchessa reggente Maria Cristina di Savoia, vedova di Vittorio Amedeo I, spalleggiata dalle truppe francesi, ed i cognati Principi Tommaso e Maurizio di Savoia, che assediavano la città con milizie spagnole e napoletane. L'atteggiamento del Tesauro nell'esporre i fatti è favorevole al Principe Tommaso, che fu comunque costretto ad arrendersi al Conte d'Harcourt, comandante delle truppe francesi; il patto consentiva al principe ed a tutti i torinesi che lo volessero, di ritirarsi indenni ad Ivrea. Poco dopo, però, il Cardinale Mazzarino s'incontrò ad Ivrea con lo stesso principe Tommaso per proporre una pace che però non fu ratificata dalla Corte di Parigi. Le operazioni militari si spostarono così verso il Canavese e le truppe francesi posero l'assedio al territorio d'Ivrea dal 10 aprile al 18 maggio 1641. La città fu difesa da Don Silvio Emanuele di Savoia, che ne era governatore, alla testa delle truppe spagnole, e finalmente liberata dal principe Tommaso, dopo terribili cruenti scontri nei vari territori vicini. Cessate le ostilità l'anno seguente fu stipulato un generico accordo tra Madama Reale ed i cognati, ma intanto Torino rimarrà ai Francesi fino al 1657, quando finalmente sgombreranno la Cittadella. Interessante per la storia postale è la prima descrizione dell'innovativo utilizzo di palle di cannone per l'invio veloce di messaggi e lettere. La geniale idea si deve al capitano Francesco Gallo; leggasi a pag. 125-26: "una pellegrina inventione di mandar con un pezzo di artiglieria lettere inchiuse dentro la palla traforata, e sigillata col piombo.Opponevasi solamente il pericolo, che il fragil foglio nel concavo dl rovente ferro non si cocesse.trovò maniera di fabricar la palla di metallo al gitto, con una cavernetta nel centro, capace di otto fogli; la cui bocca si ferrava e diferrava con una vita perduta". Il nuovo corriere di ferro supererò "nella dignità, nella fedeltà, e nella velocità" le missive consegnate grazie alle zampette delle colombe durante il celebre l'Assedio di Modena.
Esempl. marginoso (seppur mancante della quasi introvabile pianta dell'assedio inc. in rame e ripieg. f.t.). Pallida gora alla parte marginale inferiore di alcune carte; una decina di carte sono interessate da bruniture. Assai bella e ben conservata la legatura originale. Peyrot, Torino nei secoli, n. 30. Michel-Michel, VIII, p. 39.
Il volume, che si compone di tre parti (Sant-Omero assediato da Francesi, e liberato nell'Anno 1638; Rivolta della fortuna del Piemonte per l'assedio di Casale, L'Anno 1640; Torino assediato e non soccorso; Ivrea assediata et liberata. L'anno 1641) tratta della guerra tra la Duchessa reggente Maria Cristina di Savoia, vedova di Vittorio Amedeo I, spalleggiata dalle truppe francesi, ed i cognati Principi Tommaso e Maurizio di Savoia, che assediavano la città con milizie spagnole e napoletane. L'atteggiamento del Tesauro nell'esporre i fatti è favorevole al Principe Tommaso, che fu comunque costretto ad arrendersi al Conte d'Harcourt, comandante delle truppe francesi; il patto consentiva al principe ed a tutti i torinesi che lo volessero, di ritirarsi indenni ad Ivrea. Poco dopo, però, il Cardinale Mazzarino s'incontrò ad Ivrea con lo stesso principe Tommaso per proporre una pace che però non fu ratificata dalla Corte di Parigi. Le operazioni militari si spostarono così verso il Canavese e le truppe francesi posero l'assedio al territorio d'Ivrea dal 10 aprile al 18 maggio 1641. La città fu difesa da Don Silvio Emanuele di Savoia, che ne era governatore, alla testa delle truppe spagnole, e finalmente liberata dal principe Tommaso, dopo terribili cruenti scontri nei vari territori vicini. Cessate le ostilità l'anno seguente fu stipulato un generico accordo tra Madama Reale ed i cognati, ma intanto Torino rimarrà ai Francesi fino al 1657, quando finalmente sgombreranno la Cittadella. Interessante per la storia postale è la prima descrizione dell'innovativo utilizzo di palle di cannone per l'invio veloce di messaggi e lettere. La geniale idea si deve al capitano Francesco Gallo; leggasi a pag. 125-26: "una pellegrina inventione di mandar con un pezzo di artiglieria lettere inchiuse dentro la palla traforata, e sigillata col piombo.Opponevasi solamente il pericolo, che il fragil foglio nel concavo dl rovente ferro non si cocesse.trovò maniera di fabricar la palla di metallo al gitto, con una cavernetta nel centro, capace di otto fogli; la cui bocca si ferrava e diferrava con una vita perduta". Il nuovo corriere di ferro supererò "nella dignità, nella fedeltà, e nella velocità" le missive consegnate grazie alle zampette delle colombe durante il celebre l'Assedio di Modena.
Esempl. marginoso (seppur mancante della quasi introvabile pianta dell'assedio inc. in rame e ripieg. f.t.). Pallida gora alla parte marginale inferiore di alcune carte; una decina di carte sono interessate da bruniture. Assai bella e ben conservata la legatura originale. Peyrot, Torino nei secoli, n. 30. Michel-Michel, VIII, p. 39.