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Rare and modern books

De Bosis Adolfo .

IL CONVITO LIBRI X-XI: I CENCI. Tragedia in cinque atti di Percy Bysshe Shelley tradotta da Aldofo De Bosis. 1895-1898.

De Bosis, 1895

70.00 €

Pera Studio Bibliografico

(Lucca, Italy)

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Details

Year of publication
1895
Place of printing
Roma
Publishers
De Bosis
Curator
De Bosis Adolfo .
Keyword
LETTERATURA
Dust jacket
No
State of preservation
Fair
Binding
Softcover
Inscribed
Yes
Condition
Used

Description

Prima edizione. Cm.30x24. Pg.(240). Brossura editoriale con coperta riccamente illustrata in tricromia. Frontespizio decorato e fregi ornamentali di Calzone. Il volume comprende anche la "Prefazione e la Nota di P.B.Shelley a "I Cenci", sempre a cura di De Bosis, e le "Note sulla famiglia Cenci" a cura diArturo Vecchini. Alcune illustrazioni. All'occhiello dedica autografa di Adolfo de Bosis. "La rivista "Il Convito" esce a Roma nel gennaio del 1895 come rivista periodica a carattere letterario-artistico. Viene fondata da Alfonso De Bosis, colto uomo d'affari oltre che poeta shelleyano e umanitario, da Gabriele D'Annunzio e da Angelo Conti, critico d'arte oltre che saggista e pubblica dodici numeri su preziosa carta a mano, in una lussuosa veste tipografica ad intervalli irregolari, dal 1895 al 1907. In realtà il periodico vive come rivista solamente per i primi nove numeri, dal gennaio 1895 al dicembre 1896, perché i fascicoli successivi, contenendo solamente scritti del De Bosis, devono essere considerati a sé. Ai primi nove numeri collaborano autori di impronta estetizzante della nuova e vecchia generazione, come Edoardo Scarfoglio, Enrico Nencioni, Enrico Pancrazi, Giovanni Pascoli e artisti che, nelle illustrazioni, optano per figure enigmatiche, visioni allegorizzanti, serpentine figure di donne-meduse dando così alla rivista una chiara qualificazione, quella di rivista programmatica del decadentismo italiano. Dal Proemio, pubblicato nel gennaio del 1895, veniva presentato il quadro sociologico di una società corrotta dall'industrialismo borghese che era penetrato nelle mani della politica e contro questa Italia affarista e sporca, il gruppo elitario e nietzschiano degli artisti impegnati nel Convito, lanciano un proclama che esalta il potere indistruttibile della Bellezza. Il Proemio, pur non essendo firmato, risulta essere stato scritto dal D'Annunzio stesso per il riscontro di temi e stili che gli appartengono e vuole essere chiaramente il manifesto della nuova rivista" (da wikipedia). Codice libreria 106192.
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