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Rare and modern books

Aa.Vv.,Marinetti F. T., Papini Giovanni

Lacerba. Periodico quindicinale, anno II, n. 6, Firenze, 15 marzo 1914

Vallecchi, 1914

250.00 €

Coenobium Libreria

(Asti, Italy)

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Details

Year of publication
1914
Place of printing
Firenze
Author
Aa.Vv.,Marinetti F. T., Papini Giovanni
Publishers
Vallecchi
Keyword
riviste italiane del novecento, riviste fiorentine, lacerba, marinetti, papini, boccioni, futurismo

Description

In 4, pp. 81-96 (numerazione continua), pp. 16 (8cc) con due ill. di Boccioni a piena pagina n.t. Numero della mitica rivista quindicinale fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Papini giungeva a Lacerba dopo avere diretto La Voce dal 4 aprile al 31 ottobre 1912. La rivista comincio' le sue pubblicazioni nel gennaio del 1913, a Firenze, per iniziativa, quindi, del nucleo piu' vivace e inquieto dei vociani. Di orientamento futurista, si distinse per la propaganda a favore dell'interventismo e della guerra. Scrissero su Lacerba Marinetti, Palazzeschi, Boccioni, ma anche Picasso e Cezanne che curarono alcune illustrazioni. Cesso' le pubblicazioni nel maggio del 1915 alla vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia. Nel 1914 la rivista cambio' la carta, il formato e l'impaginazione e passo' dai due colori del nome, mattone e nero, al solo nero (come in questo numero), poi al rosso e nero. Si consuma anche la rottura dei lacerbiani con i futuristi di ortodossia marinettiana e, nel 1914, Lacerba si assesta su posizioni politiche di interventismo militare a partire dal numero 16 del 15 agosto 1914. In questo numero scritti di: Marinetti, 'Lo splendore geometrico e meccanico nelle parole in liberta' (manifesto futurista)'; Cavacchioli, 'Rivoluzione'; ecc. Compare inoltre in questo numero il terzo articolo, dal titolo 'Cerchi aperti', della polemica scaturita fra Boccioni e Papini che gia' avevano pubblicato su Lacerba 'Il cerchio si chiude' di Papini (n. 3), seguito da 'Il cerchio non si chiude' di Boccioni (n. 4), fino appunto a quest'ultimo di Papini. La polemica di Papini ha come bersaglio non solo Boccioni, ma tutta la 'linea futurista' presente in Lacerba: 'entrando nel Futurismo non ho mai creduto che uno di noi - te per esempio - avesse il diritto di saltar fuori in veste di Padre ortodosso a redarguire chi va fuori strada, chi pensa colla sua testa, chi vuol provocare riflessioni e discussioni utili a tutti.'.
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