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Book

Munari, Bruno

Le Forchette di Munari [in copertina: Les Fourchettess de Munari - The Munari’s Forks]

La Giostra (in fine: Stampato a Milano presso le Arti grafiche - F. Ghezzi),, 1958

1900.00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italy)

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Details

Year of publication
1958
Place of printing
S. l.,
Author
Munari, Bruno
Pages
pp. [68] quasi interamente illustrate dalle 28 variazioni sul tema della forchetta.
Publishers
La Giostra (in fine: Stampato a Milano presso le Arti grafiche, F. Ghezzi),
Size
In 8° stretto (210 x 70 mm),
Edition
Edizione originale.
Keyword
Libri Illustrati e d'Artista
Binding description
legatura alla giapponese, con forchetta su fondo nero ai due piatti e titolo su banda bianca verticale (in francese all’anteriore, in inglese al posteriore),
Dust jacket
No
State of preservation
New
Binding
Hardcover
Inscribed
No
Print on demand
No
Condition
New
First edition
Yes

Description

LIBRO Edizione originale. Ottimo esemplare, fresco, pulito e intatto sia alla copertina che internamente, completo dell’acetato trasparente protettivo editoriale talmente raro da mancare alle usuali descrizioni bibliografiche (quest’ultimo lacerato al dorso e con qualche mancanza in quarta): estremamente raro in queste condizioni. Famosissimo libro d’artista ristampato ancora ai giorni nostri, ma molto raro nelle sue due edizioni storiche: l’originale (presente esemplare) pubblicato con copertina in scala di grigi su fondo nero nel 1958 dalle Arti grafiche Ghezzi per l’effimero editore La Giostra ed esplicitamente internazionale con il suo titolo trilingue (francese e inglese ai piatti di copertina; in italiano al frontespizio); la seconda edizione pubblicata da Muggiani qualche anno dopo, forse già nel 1959, con copertina virata al rosso e titolo solo in italiano. -- «Queste variazioni sulla forchetta, anzi sulla forchetta come "prolunga" della mano, sono state disegnate da Bruno Munari senza nessun scopo pratico, solamente per far giocare la fantasia su di un tema apparentemente arido ma sul piano di una problematica strutturale tipicamente europea, per la fondazione di un linguaggio che garantisca il recupero», scrive l’artista a introduzione dell’opera: stretta è la correlazione tra la ricerca svolta nello stesso anno con i gesti raccolti nel «Supplemento al Dizionario italiano». -- Continua l’introduzione: «I disegni delle varianti sono stati eseguiti uno alla volta e sempre con la mano destra, usando un pennino Mitchell’s, a tre fori di diametro degradante verso la punta, di metallo bianco, montato su astuccio di canna palustre a sezione rotonda costante, con terminale a basso cono (h. 3 m/m) ovviamente non secondo le puntuali definizioni proprie del realismo tradizionale, bensì secondo una modalità di una raggiunta intima unione in una nuova dimensione che è. Gli originali sono a inchiostro nero oriundo cinese, su carta india. Le dimensioni dei fogli di carta degli originali sono: millimetri 104 di base per 140 di altezza, l'altezza dei disegni è la metà delle rispettive riproduzioni che vedete in questa pubblicazione ma naturalmente in base alla problematica comune dei limiti di cessione alla dilagante e troppo spesso comoda accademia del neo, non sarà mai possibile all'uomo un turgido riscontro nel mondo romantico esterno e nemmeno. Alcuni di questi disegni sono stati pubblicati sulla rivista americana Print, con un commento di Leo Lionni stampato in bodoni tondo neretto corpo 10, giustezza 16,5 p. Altre forchette sono state pubblicate su Domus col titolo: le forchette parlanti di Munari. Altri disegni di forchette sono stati pubblicati sulla piccola rivista clandestina Daily-bûl, con un commento in cairoli largo nero corpo 12 di Pol Bury. Questa rivista esce irregolarmente a La Louvière, Editions de Montbliart, 19 rue Kéramis, nel formato 17,5 x 21. Il direttore e i redattori sono belgi ed hanno una loro problematica, ormai del resto felicemente realizzata, di un recupero dell’uomo che garantisce il linguaggio fenomenico antitradizionale secondo una modalità del tutto inedita bensì componente di quella nuova dimensione alogica che si offre all’artista come uomo e come tale anzi». -- In una nota a seguire, scritta in inglese, si apprende che l’invenzione fu stimolata proprio da Lionni che voleva qualcosa di munariano per la sua rivista «Print»; una nota più lunga in francese parla di alcuni esemplari effettivamente realizzati. Maffei, Munari. I libri (2008), p. 92; Tanchis, Bruno Munari (1986), p. 46-7