Libri antichi e moderni
SFORZA, Isabella (1503-1561)
Della vera tranquillità dell'animo
In casa de'' figliuoli di Aldo, July 1544
3800.00 €
Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italy)
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Dettagli
Descrizione
PRIMA EDIZIONE. Nella lettera di dedica a Otto Truchsess, vescovo di Augusta, datata Venezia, 10 maggio 1544, Ortensio Lando scrive con lo pseudonimo 'Il Tranquillo': "[...] giunsi in Italia, & finalmente in Piacenza : dove, si come era di mio vecchio costume, visitai la Signora Isabella Sforza, alla quale per infiniti rispetti mi conosceva obbligatissimo: ne credo fusse questa mia visita senza voler divino: conciosia ch'io la ritrovassi tutta occupata in trattar simile argomento. & avendo con molte preghiere ottenuto di leggere così alla sfuggita i suoi divini componimenti, parvemi si dolcemente trattata questa materia, che subito con mio grande rossore feci disegno di ardere quanto ne havessi già circa tal soggetto scritto. [...] Havendo io per tanto giudicato, essere gli scritti suoi di gran lunga alli miei superiori, contentandosi ella che per lo mio mezzo in luce uscissero" (cc. A3r-A4r).
La paradossale affermazione di Lando non può nascondere il fatto che egli fosse in realtà l'autore di Della vera tranquillità dell'anima. Già una fonte contemporanea lo conferma. In una copia (ora alla Bayerische Staatsbibliothek) dell'opera in possesso dell'umanista, orientalista e filologo tedesco Johann Albrecht Widmannstetter si trova una nota che attribuisce l'opera a "Hortensius Tranquillo, che in Napoli fu Hieremia di Landj amico del Saripando" (cfr. C. Fahy, Per la vita di Ortensio Lando, in: "Giornale storico della letteratura italiana", 142, 1965, pp. 246-248).
“In her discussion of Lando's impersonation of Isabella Sforza, Daenens [see below], using a term employed by Gérard Genette, suggests we characterize the Vera tranquillità as an apocryphe consenti (that is, published with permission), with Sforza the garant du texte (textual guarantor): surely the impersonation was so extensive that Isabella must have been a party to it and the text must have had the authority of her assent” (M.K. Ray, Textual Collaboration and Spiritual Partnership in Sixteenth Century Italy: The Case of Ortensio Lando and Lucrezia Gonzaga, in: “Renaissance Quarterly”, 62, 2009, p. 710).
“Lungimirante appare la dedica al vescovo Otto Truchsess, del quale Lando vanterà più volte la liberalità nei propri confronti. Nelle manovre diplomatiche in vista del Concilio, Truchsess svolge il ruolo di grande mediatore, che il dedicatore non dimentica di sottolineare. Durante la sua missione a Cracovia nel 1542, il barone Truchsess era stato ospite di Bona Sforza e Sigismondo, ed aveva invitato il vecchio re a partecipare personalmente al Concilio. Vescovo di una città luterana, era tra gli uomini di Chiesa meglio informati delle ragioni dei protestanti e proprio per la sua riconosciuta autorevolezza il nunzio Varallo voleva fosse designato al Concilio. In qualità di cubicularius godeva la massima fiducia di Paolo III che nello dicembre dello stesso anno [1544] gli dette la porpora cardinalizia. Per la sua familiaritas con il pontefice e il camerlengo, Guido Ascanio Sforza, egli dava all'edizione un indiscusso prestigio. L'autrice, o la presunta autrice, non certo era ignota nei Palazzi Apostolici” (F. Daenens, Le traduzioni ‘Della vera tranquillità dell'animo, 1544: L'irriconoscibile Ortensio Lando, in: “Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance”, LVI/3, 1994, p. 673).
“En 1544, sort de l'imprimerie Manuzio le traité Della vera tranquillità dell'animo. Opera utilissima e nuovamente composta dalla illustrissima Signora la Signora Isabella Sforza. Sur le papier, l'oeuvre est donc attribué à Isabella Sforza mais, à travers la lettre de dédicace à Otto Truchsess von Wald