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Rare and modern books

Lumbroso Alberto - Federzoni Luigi (De Frenzi Giulio)

Di alcuni libri del 1909. Note bibliografiche

Libreria Editrice della 'Rivista di Roma', 1910

15.00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italy)

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Details

Year of publication
1910
Place of printing
Roma
Author
Lumbroso Alberto - Federzoni Luigi (De Frenzi Giulio)
Publishers
Libreria Editrice della 'Rivista di Roma'
Keyword
Bibliografia, Critica letteraria, Autografi
Dust jacket
No
State of preservation
Good
Languages
Italian
Inscribed
No
Print on demand
No
Condition
Used
First edition
Yes

Description

In-8°, pp. (6), 202, (4), brossura editoriale in carta pergamenata incamiciata con titolo in rosso e nero e invio autografo al piatto di Alberto Lumbroso: 'All'amico Filippi ricordo di Lumbroso'. Qualche ombra e fioritura alla copertina, ma buon esemplare intonso. Comprende uno scritto del De Frenzi su 'I Libri inutili' (recensioni a novità librarie del 1909; fra gli autori recensiti con altalenante giudizio spiccano Ojetti, Beltramelli, Cicognani, Von Hofmannsthal, Linati, Gozzano, Onofri, la Guglielminetti, Sem Benelli, Brocchi, Lucio D'Ambra, ecc.) delle noterelle bibliografiche del Lumbroso (fra l'altro sul 'D'Annunzio' di Borgese e sulla 'Fedra' dannunziana) e la novella 'Il Fakiro' dello stesso Lumbroso. Il Lumbroso (Torino, 1872-ivi, 1942), direttore della 'Rivista di Roma' e fondatore della 'Revue Napoléonienne', fu illustre storico del nostro Risorgimento, del Primo Impero francese e delle origini politico-diplomatiche della Prima Guerra Mondiale, nonché biografo della Regina Elena. Giulio De Frenzi è, curiosamente, lo pseudonimo usato nella sua attività letteraria da Luigi Federzoni (Bologna, 1878-Roma, 1967) che, per quanto più celebre come uomo politico durante il periodo fascista (fu tra l'altro Presidente del Senato e Ministro dell'Interno), svolse anche intensa attività di giornalista e scrittore. Condannato a morte in contumacia nel 1944 dal tribunale fascista di Verona, nel 1945 venne condannato all'ergastolo dall'Alta corte di giustizia, ma fu amnistiato nel 1947.
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