Details
Author
[Folgore, Luciano, Pseudonimo Di] Omero Vecchi
Pages
pp. [4 compresa la prima carta bianca] 105 [3]; carta forte a fogli diseguali.
Publishers
Edizione dell'Autore,
Edition
Edizione originale.
Keyword
Poesia Italiana del '900Futurismo
Binding description
brossura stampata in sanguigna ai piatti e al dorso, con notevole illustrazione tra proto-futurismo e liberty firrmata «A. Laberius» al piatto anteriore;
Description
LIBROEdizione originale.CON AUTOGRAFO.L’esemplare del critico letterario Annibale Gabrielli (1864-1946), in forze fino al 1919 presso la «Fanfulla della domenica», pregiato dalla dedica autografa dell’autore che invia il libro «in rispettoso omaggio di poesia | Omero Vecchi»; con alcune minute correzioni manoscritte, di pugno dello stesso Folgore, alle pp. 9, 58, 59, 95 e 105. In ottime condizioni di conservazione, fresco e pulito, con un restauro integrativo professionalmente eseguito sul dorso.Rara opera seconda ma prima importante raccolta di versi, segue di due anni la rarissima «Hora prima», l’acerbo esordio. Assai strategicamente, nel libro compaiono alcune dediche a stampa che coprono quasi l’intero spettro del gruppo dei poeti futuristi come composto alla data: la suite «Le Armi» (comprendente «La clava», «Lo scudo» e «La bipenne») è dedicata «a F.T. Marinetti»; «Gli arnesi» («La lima», «La mazza», «L’incudine») «a Enrico Cavacchioli»; «Gli strumenti» («La lira» e «L’organo») «a Paolo Buzzi»; «Le macchine» («La leva», «La ruota», «La caldaia») «a G. P. Lucini»; la poesia «Lume lontano» è dedicata al sodale romano, già futurista, Libero Altomare, con il quale — assieme ad Auro D’Alba — andrà a formare la sezione romana dei primi futuristi. Con questo “biglietto da visita”, infatti, il poeta si garantì l’affiliazione al gruppo, in cui risulta incluso ufficialmente a partire dall’elenco di «fratelli futuristi» a cui si rivolge Marinetti nella pagina dedicatoria dell’edizione italiana di «Mafarka il futurista», pubblicata nel marzo 1910. -- «La copertina di A. Laberius raffigura una quadriga, forse in ricordo dei quattro “corsieri” descritti da D’Annunzio nella “Laus vitae” (Maia 7729-31), in cui è ripresa l’immagine platonica della quadriga dell’anima. Ma nel disegno, la quadriga rampante è vista di profilo, tanto da suggerire l’ipotesi che possa trattarsi d’un unico cavallo in quattro diverse posizioni, come nelle sequenze fotografiche di Eadweard Muybridge e Etienne-Jules Malerey, che erano alla base delle ricerche pittoriche di Giacomo Balla sulla velocità, riprese anche da Anton Giulio Bragaglia nel “fotodinamismo futurista”» (Salaris).Cammarota, Futurismo, 208.1; Salaris, Luciano Folgore e le avanguardie, p. 6