Details
State of preservation
Good
Description
318 p. ; 23 x 14 cm. La scoperta che la cosa più grande di Cesare erano i suoi debiti, e che questi furono la causale del suo successo politico, suscita una reazione di stupore, incredulità e fastidio nel personaggio che parla in prima persona in questo romanzo: uno storico giovane e idealista che -a vent’anni dalla morte di Cesare- raccoglie materiali per scriverne la biografia. Brecht, narrando i colloqui del giovane col banchiere Spicro, e soprattutto riproducendo gli immaginari diari del segretario di Cesare, Raro, riscrive la storia di Roma nel I secolo a. C., col risultato di restituirla, con sorprendente verosimiglianza, alla sua dimensione economica, “affaristica”. E’ una sfida che, se riesce credibile sul piano storico, pur nella volontaria parzialità, è felicissima sul piano narrativo. Brecht, in quest’opera rimasta incompleta e pubblicata postuma nel 1956, si è rivelato un romanziere efficace con uno stile da storico: probabilmente il suo tono freddo, asciutto, argomentativo non sarebbe dispiaciuto allo scrittore Cesare, per il quale è qui professata una latente, originalissima simpatia. Invece «Storie da calendario» fa parte dell’opera poetica di Brecht che, in Italia, è meno conosciuta di quella del Brecht drammaturgo. Eppure – ebbe a notare un lettore di straordinaria acutezza come Walter Benjamin – si presenta all’interno della lirica tedesca del Novecento con caratteri di spiccata originalità. Perché Brecht fu un testimone lucidissimo del secolo scorso, e di questo impegno di testimonianza, rafforzato dall’adesione a un marxismo vissuto criticamente e sempre rimesso in discussione, risentono anche le sue poesie. C’è tuttavia un Brecht più intimo e personale che fin dagli anni della gioventù si misura con i grandi temi della vita, e, via via che il suo stile si arricchisce, riesce a trarne accenti di singolare secchezza e incisività, quasi volesse puntare a un’essenzialità propriamente classica. «Storie da calendario» è un libro di apologhi e parabole in prosa e versi, che si rifanno agli "esempi" e alle "moralità" della letteratura medievale: medesime sono le fonti (la tradizione ebraico-cristiana e quella orientale), identico il gusto per l'interpretazione moderna degli eventi storici. Titolo originale delle opere: «Die Geschäfte des Herrn Julius Caesar» e «Kalendergeschichten». Traduzione di Lorenzo Bassi, Paolo Corazza e Franco Fortini. Legatura editoriale, coperta in cartone rigido telato (verde chiaro), con il titolo impresso al dorso, muto al piatto. Manca la sovraccoperta originale. Qualche lieve segno del tempo ai risvolti della coperta e al taglio (ingiallimento e fioriture), per il resto libro integro. Codice libreria 6336.