In 8° (18x12 cm); (12), 287, (1) pp. e 284, (2) pp. Le tavole venivano vendute a parte come specificato anche nell'introduzione all'opera. Esistono pochissimi esemplari con alcune delle tavole acquistabili e l'opera è considerata completa senza le tavole. Brossure editoriali con titolo e cornici ad ambo i piatti. Titolo al dorso. Al recto avviso dei Vallardi che illustrano cosa è possibile reperire nel loro negozio milanese. Qui è presente anche una bella xilografia con un torchio entro una cornice circolare a motivi floreali. Tagli leggermente spruzzati in azzurro. Qualche lieve difetto al dorso con piccolissime perdite di carta e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione. Rara guida e rarissima a reperirsi completa delle sue brossure editoriali e nella sua prima tiratura senza data esposta al frontespizio. Trattasi della vera prima edizione in prima tiratura dell'opera contrariamente a quanto solitamente creduto, la prima tiratura della prima edizione, non è quella con la data del 1818 esposta al frontespizio. La prima tiratura della prima edizione è in realtà questa, priva della data al frontespizio e senza il copyright stampato al recto del frontespizio. Dirimente della questione è un fatto chiaro ed indiscutibile. Nell'edizione con la data esposta del 1818 si trovano alcune copie (ad esempio quella digitalizzata online appartenente alla Biblioteca di Cremona) con un numero di pagine, nel primo volume, superiore alle 287. Queste copie hanno 299 pagine. Le pagine da 287 a 299 contengono ulteriori aggiunte e correzione ai due volumi oltre a quelle, già, presenti da pagina 285 a 287 del primo volume. Questo rende evidente che Vallardi stampò l'opera senza data, poi seguì una seconda edizione o tiratura, identica alla precedente ma con la data esposta e poi una terza edizione con numerose altre correzioni ai due tomi collocate alla fine del primo volume. Chiaramente non avrebbe avuto senso che Vallardi avesse stampato prima le copie con la data esposta 1818 con le pagine fino a 287, poi una seconda edizione con numerose correzioni aggiunte a tutte e due le parti, per poi tornare ad un'edizione con il frontespizio senza data esposta e senza le correzioni della seconda tiratura con la data esposta del 1818. Questo rende palese come questa senza data esposta sia la vera e propria prima edizione e prima tiratura dell'opera. In più, pur essendo già l'opera con la data esposta del 1818, rara, vede essere ancora più rari gli esemplari senza data esposta al frontespizio. E' probabile che Vallardi abbia tirato alcuni esemplari, forse di prova ed in seguito abbia deciso di aggiungere al frontespizio la data. Il primo volume contiene la descrizione della città, mentre il secondo la descrizione de luoghi più osservabili ai quali da Milano recansi i forestieri. L'opera è considerata la più esauriente guida di Milano dell'ottocento per la cura con la quale il suo autore, celebre bibliotecario, archivista, letterato e politico milanese, Luigi Bossi Visconti (Milano, 25 febbraio 1758 Milano, 10 aprile 1835) ne curò la compilazione. Uomo di grandissima cultura Luigi Bossi fu deputato della Repubblica Cisalpina, cavaliere dell'Ordine della Corona ferrea, conte del Regno d'Italia dirigendo la Prefettura degli Archivi e delle Biblioteche durante tutto il periodo del controllo napoleonico italiano. Personaggio dalla cultura eclettica conosceva diverse lingue fra le quali anche il greco e l'ebraico. Ebbe una vita movimentata che lo portò a viaggiare per tutta Europa stringendo amicizie e contatti in numerosi paesi con diverse personalità dell'epoca di cultura e formazione politica diversa. Durante il periodo napoleonico ricoprì diversi importanti cariche politiche a Milano e a Genova portando avanti anche alcune trattative diplomatiche. Nel 1814 con la Restaurazione il suo nome venne fatto tra coloro che avevano aiutato i rivoluzionari ma non ne pagò le conseguenze se non, venendo in parte estromesso dalla vita politica cosa che lo portò in ristrettezze economiche. Questo lo portò a collaborare con diversi librai e riviste per guadagnare i soldi per vivere. Proprio in questo periodo, si deve l'idea di compilare una nuova guida di Milano, aggiornata e assai più corposa delle precedenti. Per capire la complessità della figura di Bossi, basti citare quanto scrive Lucia Sebastiani nella voce dedicata a Luigi Bossi nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 13 edito da Treccani (1971) riguardo i suoi primi anni di formazione culturale: "Affermatosi nell'ambiente intellettuale milanese, il B. fu il principale redattore del Giornale letterario di Milano e, benché non risulti sicura la sua iscrizione alla loggia massonica della Concordia, egli fu tuttavia di quel ristretto gruppo legato alla setta degli Illuminati di Baviera, di cui il personaggio più illustre era il ministro plenipotenziario Wilzeck. Fu uno dei principali collaboratori del Giornale enciclopedico in cui, sulla linea di una concezione illuministica della cultura, ormai in declino, pubblicò alcuni saggi come Dello stato delle scienze e delle lettere in Europa e Breve saggio sui giornali letterari. [.] Tra il 1789 e il 1790 il B. fu a Vienna, in contatto con personaggi illustri come il De Born e il Sonnenfelds, legati notoriamente all'ambiente degli Illuminati. Da Vienna andò quindi in Serbia, in Valacchia, in Transilvania, in Ungheria, dove visitò le miniere e poi in Moravia, in Boemia e in Polonia. Reduce a Milano nel '91, fu chiamato nel '93 a far parte della Società patriottica; di quell'anno è un suo canto celebrativo delle vittorie austriache sulle armi francesi che tradisce uno sgomento per le violenze rivoluzionarie e un timore per il propagarsi delle nuove idee.". Per capire l'importanza di questa guida di Milano fra le guide milanesi dell'ottocento, basti citare quanto scrive Villa nella sua nota bibliografia dedicata alle Guide di Milano: Nellavviso al lettore, il Bossi ricorda le descrizioni di Milano più note. Dato laspetto interamente cambiato per vicende politiche, mutamenti e soppressioni, i fratelli Vallardi vollero riprendere lottima guida del Bianconi, annotando tutti i cambiamenti ed emendando gli errori. Lordine del Bianconi viene mantenuto ma si omettono, nei titoli dei diversi paragrafi, quelle Chiese o stabilimenti che oramai non esistono più. Quella del Bossi è, senza alcun dubbio, la miglior guida di Milano dellOttocento. Inoltre, nellAvviso al lettore, leditore dice ove gli acquirenti lo desiderino, la guida sarà adornata da una pianta della città, una carta del viaggio ai tre laghi e da alcune tavole incise in rame, ma poi ciò non avvenne a causa della lentezza di un artista, come si legge nella Gazzetta di Milano del 7 gennaio 1819. Prima edizione, completa delle brossura editoriali della più importante guida di Milano dell'ottocento. Rif. Bibl.: Villa Bibliogr. Guide di Milano,135; Fossati Bellani n. 1871.