Details
Place of printing
Firenze.
Author
Rebaudengo Giovanni Cesare.
Keyword
Savoia - Autografi
Description
Importante lettera scritta per 55 righe più la firma su quattro facciate in carta intestata del “Ministero della Casa di S. M.”; datata “Firenze 16 Maggio 1866”. In busta con timbri del Ministero della Real Casa e indirizzo del destinatario 'Riservata / All'Ill.mo Sig. Intendente Gen.le della Casa di S.M. / Torino'. 'Carissimo amico, rispondo ad una domanda verbale che mi fai per mezzo di LXXXX significandoti che per poco prospere che siano le condizioni della cassa del Cav. XXXX sono sempre migliori di quelle della cassa centrale che si trova al di sotto dello zero. Non posso abbastanza rammentarti il bisogno di risparmiare nuove spese, ma temo pur troppo che tu non ne sia bastantemente persuaso. Ti prego di riflettere che nel 1864 la dotazione della Corona si componeva di L. 16.250.000. Pel 1865 fu ridotta a L. 13.250.000. Ma il Cont. Nigra supplì alla differenza in meno con un imprestito di L. 3.00.000. Ora pel 1866 si hanno solo i 13 milioni manca la risorsa straordinaria di un prestito e di più si deve ammortizzare quello del 1865! Oppure contrarre nuovi prestiti ma non ne sento il coraggio, e preferirei supplicare S. M. di esonerarmi dal duro ufficio. Quando ricevo domande di fondi dalle provincie mi suonano come un fiero sarcasmo e non posso liberarmi da un momentaneo movimento di collera. Parmi di scorgere in tali domande l'accusa che io vogia tenermi i capitali per me metre questa cassa è vuota ed io personalmente non do luogo alla spesa di un centesimo. Ma lasciamo per ora queste lamentazioni! Probabilmente S. M. farà una corsa a Torino domenica prossima ed io avrò l'onore di accompagnarla: ti pergo però di non parlarne per ora. Il M.se di Breme fu offeso dal fatto di Genova ma non vi diede seguito. (.)' Carlo Maria Fiorentino scrive in 'Firenze capitale e la corte di Vittorio Emanuele II': Nel maggio 1867 il bilancio della lista civile, che ammontava fino allora in lire 16.250.000, fu decurtato di quattro milioni, anche se subito dopo il trasferimen- to della capitale a Firenze Vittorio Emanuele aveva rinunciato spontaneamente a tre milioni (che furono compresi nei quattro). Questo gesto, davvero eroico per uno scialacquatore come il re, nasceva dalla consapevolezza del disastroso stato delle finanze italiane e dalla necessità di dare un esempio di morigeratezza (.)'. Ma le cose risultano diversamente da questa lettera.