Incontro

PERIODICOEdizione originale.Tutto il pubblicato in fascicoli in complessivo ottimo stato di conservazione. Pecetta postale d’invio a Piero Bigongiari ai numeri 4, 5, 6, 7, 8 e 9.Importante rivista letteraria fiorentina edita da Vallecchi attiva per 13 numeri dal febbraio al dicembre 1940. Con periodicità quindicinale fino al settimo fascicolo e poi mensile, «Incontro» raccolse attorno a sé molti degli storici collaboratori di «Campo di Marte» dopo la chiusura, nell’agosto del 1939, del quindicinale che aveva fatto da casa per l’ermetismo toscano. E di grande rilievo furono in effetti le presenze nelle pagine della rivista. Già nel primo numero, dopo l’editoriale «Posizione» e un’acquaforte di Mino Maccari, ecco Mario Luzi con «Città lombarda» ed Enrico Pea con il racconto «Nikokavura», poi ricompreso in «La figlioccia e altre donne» (Sansoni, 1953) e l’esordio della rubrica di Aldo Palazzeschi (attiva lungo i numeri 1, 2, 3 e 5) «Parco dei divertimenti». Nel secondo di nuovo Luzi e Carlo Betocchi per poi arrivare, con la terza uscita, a Marcello Gallian con «Differenze capitali», gli studi «Durata della prosa» e «I Carmi del Landino» rispettivamente di Piero Bigongiari e Carlo Cordié, «Teoria generale dello Stato Fascista» di Berto Ricci. E poi ancora, nel quarto, il racconto «La Rosina perduta» di Antonio Delfini (che avrebbe in seguito dato il titolo a una raccolta Vallecchi del 1957), il componimento «Il ragazzo che pesca sullo scoglio» di Giuseppe Cosmi, il «Foglio su Stefan George» firmato da Carlo Bo, presente anche in diversi numeri successivi con altri nomi di fondamentale importanza come Vasco Pratolini con «Itinerario della memoria» (numero 5) e «Alibi» (numero 8); Camillo Sbarbaro con «Conto corrente»; Bino Sanminiatelli con «L’amico Italo Balbo»; Filippo De Pisis con le poesie «Il bracco» e «Operai»; Giancarlo Vigorelli con «Quaderno bianco». Da segnalare anche le illustrazioni, affidate a opere dei già ricordati Maccari e De Pisis insieme - solo per citarne alcuni - a Giacomo Manzù, Carlo Carrà, Aligi Sassu.