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Rare and modern books

Sernini, Michele

La città disfatta

Franco Angeli, 1994

35.00 €

Salvalibro Snc

(Foligno, Italy)

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Details

Year of publication
1994
ISBN
9788820484576
Place of printing
Milano
Author
Sernini, Michele
Pages
544
Publishers
Franco Angeli
Size
22 cm
Keyword
Binding description
paperback
State of preservation
Good
Languages
Italian
Binding
Softcover
Condition
Used

Description

Terza edizione. Collana "Studi urbani e regionali" - Brossura editoriale di 528 pagine. Tenui ombrature alla copertina, peraltro ottima copia, forse mai letta; saggio fuori catalogo e di difficile reperibilità -- Declino e rivitalizzazione della città vengono riletti fuori dai luoghi comuni. Gli aspetti impositivi dell'urbanistica tradizionale, le esaltazioni della «nuova» urbanistica, le discussioni sul rapporto tra urbanistica e architettura, sono insufficienti senza una sensibilità antropologica da immettere definitivamente nell'analisi/progettazione di città vive. Alle anticipazioni di un avventurismo progettuale da «città del duemila», si preferisce un governo urbano per la società presente, che vede non ancora esaurito il ciclo urbano della civiltà: tempo volutamente medio; intervento a volte banale su di uno spazio adatto alle esigenze quotidiane; abitanti non qualificati e non selezionati, incubatori - essi forse più che le sovrastimate ed invadenti figure sociali alla moda - della impensata società futura, che a suo tempo sarà accompagnata dallo spazio ad essa adatto, nelle forme che via via si andranno definendo. Dopo una rapida, ma non accondiscendente, scorsa ad alcuni aspetti di teoria generale della società e della conoscenza, l'Autore propone criteri di intervento, giudicando socialmente utile trattenere almeno temporaneamente la città come oggetto civile e perdurante luogo di interazione sociale, nonostante esistano segnali sull'irrilevanza della dimensione spaziale per l'economia; la società e il potere. Geometrie urbanistiche, effimero giocoso di architetture, manovre di rarefazione e di arredo in stile tedesco di una città per pochi eletti, piano come pura interazione tra potenti interessi privati, sono in parte pazientemente aggirabili da un gestore pubblico che preferisca contribuire a curare un territorio fatto ancora di città, e a governare meglio la città (in vari modi, tra i quali il disegno socialmente attento di forme spaziali) anziché accelerarne con disinvoltura la rovina.
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