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Libri antichi e moderni

D' Annunzio Gabriele

La Leda senza cigno. Racconto seguito da una Licenza

Fratelli Treves, 1916

40.00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italy)

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Dettagli

Year of publication
1916
Place of printing
Milano
Author
D' Annunzio Gabriele
Publishers
Fratelli Treves
Keyword
Letteratura italiana del '900, Prime edizioni
Dust jacket
No
State of preservation
Fine
Languages
Italian
Inscribed
No
Print on demand
No
Condition
Used
First edition

Descrizione

3 voll. in-16°. pp. (8), 569 con numerazione continua, legatura coeva m. pelle rossa con titolo in oro, fregi e filetti in oro e a secco su dorso a nervetti. Ottimo stato. Prima edizione. La 'Leda senza cigno' occupa l'intero primo volume; i restanti due contengono la 'Licenza'. 'Scritto nel 1913 e pubblicato in volume nel 1916, la 'Leda senza cigno' continua lo sforzo del 'Forse che si forse che no' di raggiungere un'analisi fluida e indistinta. Il fatto nudo e crudo è raccolto in poche pagine: una specie di Maria Tarnovska nel romanzo 'Circe' della Vivanti, che gira di albergo in albergo con un losco figuro che la domina, e col ricchissimo fidanzato che lui le procurò; il quale, avvelenato di morfina, indotto a sottoscrivere una grossa assicurazione sulla vita in favore della fidanzata, è infine ucciso in una procurata disgrazia; e poiché nasce il sospetto del delitto, il losco socio tiene incatenata la donna con la minaccia di denunziare sé e lei; ed ella che lo abomina, di nulla ormai le importa, talché finisce per uccidersi. 'Ogni apparenza era apparizione al fervore de' miei sensi', è il commento di un luogo del racconto, ed è tutto il suo modulo. E non importa, anzi è pregio dell'opera, che il racconto nato da niente, condotto su niente, finisca e culmini in niente; nient'altro che la vista della donna ai bei cani di Desiderio Moriar, il narratore autobiografo, quando la donna gli si trasfigura in Leda e i cani in cigni; e subito dopo, senza altro perché, la notizia del suicidio. La 'Licenza' è 'una lunga prosa scritta nel 1916, come dedicatoria della 'Leda senza cigno', e come 'licenza' segue il racconto a stampa, benché sia riuscita lunga due volte e mezzo di più. Scritta dopo il 'Notturno', di cui anticipa qualche brano, ma pubblicata cinque anni prima della stesura definitiva di quel volume, ne ripete (o ne anticipa) i modi di diario impressionistico (.): 'La vita non è un'astrazione di aspetti e di eventi, ma è una specie di sensualità diffusa, una conoscenza offerta a tutti i sensi, una sostanza buona da fiutare, da palpare, da mangiare' (Eurialo De Michelis in Diz. Bompiani delle Opere, IV, p. 254). De Medici, n. 89. Guabello, n. 250. Vecchioni, n. 52. Falqui, p. 35.
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