Details
Place of printing
[Roma],
Pages
pp. 45 [3], stampate solo al recto.
Publishers
Tipografia Operaia Romana,
Keyword
Poesia Italiana del '900
Binding description
brossura avorio con titoli rossi e neri,
Description
LIBRORarissima autoedizione.CON AUTOGRAFO.Ottimo esemplare (restauro professionale ai margini e al dorso della brossura; normale brunitura perimetrale alle carte) pregiato da dedica autografa dell’autore al pittore, vignettista e giornalista Filiberto Scarpelli, fondatore nel 1900 del foglio satirico «Il Travaso delle Idee»: «A Filiberto Scarpelli / affettuosamente / Sergio Cor / Estate 1905». Impressa a spese dell’autore dalla Tipografia Operaia Romana (che nel 1904 e nello stesso 1905 aveva già stampato, in edizione fuori commercio, l’opera d’esordio «Dolcezze» e la successiva «L’amaro calice»), la raccolta «Le aureole» segna un momento importante nella brevissima ma intensa produzione poetica di Corazzini, scomparso a soli 21 anni nel giugno del 1907. Rarissima – con un solo esemplare censito in Opac, conservato presso il Centro Apice di Milano – è qui infatti che la forma rigida del sonetto viene parzialmente superata per abbracciare un andamento più disteso e aperto al verso libero. Un cambiamento formale e stilistico che lo stesso Corazzini riterrà pienamente compiuto nella sua successiva e ultima raccolta, ovvero «Libro per la Sera della Domenica», come si evince da una struggente lettera inviata all’amico Marino Moretti nel novembre del 1906: «Morirò presto, Marino; la mia giovinezza è perduta per sempre […] Io sarò un ricordo: il ricordo di un povero dolce amico d’infanzia che si chiamava Sergio ed era un poeta, poeta troppo melanconico per essere sincero – forse si dirà – troppo sarcastico per essere angelico. E pure, Marino, allor che leggerete il “Libro per la sera della Domenica” sarete tenuto da una grande meraviglia per l’aspetto così radicalmente diverso che io vi ho assunto […]. Questo sarà il mio ultimo lavoro e, forse perché ebbi di lui la cura dovuta, direi quasi, a un testamento, io credo sia in esso qualche stranezza veramente originale («Epistole», in S. Corazzini, «Opere», Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, p. 302)». Nove i componimenti qui presentati (di cui sei inediti e tre già apparsi in rivista), tutti dominati dalla certezza della morte incombente che pure concede – come nella straziante «Il fanciullo» – speranza di quiete e di una qualche forma di persistenza oltre la morte stessa: «E sogni . e nella tua casa in un tetro / crepuscolo, le pallide sorelle / vanno inquiete per l’assente, il loro / dolce fanciullo che le consolava / con l’innocenza delle sue parole, / e ti cercano [.] / e non sanno che tu sei vicino».
Edizione: rarissima autoedizione.