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Rare and modern books

Pipino Maurizio

Opere. Gramatica Piemontese - Poesie piemontesi raccolte

Le Livre Precieux, 1967

40.00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italy)

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Details

Year of publication
1967
Place of printing
Torino
Author
Pipino Maurizio
Publishers
Le Livre Precieux
Keyword
Lingua piemontese, Letteratura piemontese, Anastatiche
Dust jacket
No
Inscribed
No
Print on demand
No
Condition
Used
First edition
No

Description

2 parti in un vol. in-8°, pp. XVI, 197, (5); XII, 198, (8); legatura editoriale t. tela con sovraccoperta pergamenata illustrata. Ritratto all'antiporta di Maria Adelaide Clotilde Saveria di Savoia riprodotto dall'edizione torinese del 1783, così come il frontespizio in rosso e nero con piccola vignetta. Stato di nuovo. Bella edizione anastatica delle due opere più importanti del Pipino (entrambe pubblicate nel 1783). La 'Gramatica Piemontese' è la prima grammatica del dialetto piemontese, seguita da esempi di lettere in dialetto e da una 'Raccolta di Proverbi e modi proverbiali'. L'opera è concepita come seguito del 'Vocabolario piemontese', il primo tentativo compiuto di codificare ortograficamente e grammaticalmente il dialetto del Piemonte, normalizzandone pronuncia e grafia in una sorta di koiné. La seconda opera consiste nella riproduzione della raccolta di lirici vernacolari piemontesi curata dal Pipino stesso. Alle pp. 1-16, 'Poesie di vari autori' (le poesie firmate sono di Alberto Avedani e di Lesbio Argisseo; le altre sono anonime o firmate con le sole iniziali); alle pp. 17-49, 'Poesie di Silvio Balbis'; alle pp. 51-189, 'Poesie di vari autori' (dalla p. 53 alla p. 170, eccettuate solo alcune, sono di Ignazio Isler). Il Pipino, medico di corte, nacque a Cuneo in data imprecisata e morì su di una nave nei pressi di Rodi nel 1788. Fu autore, oltre che delle poesie vernacolari qui raccolte e della prima grammatica in assoluto del dialetto piemontese, qui riprodotta,dell'Almanacco di sanità (1785-1789), con cui si propose di realizzare un'enciclopedia medica tascabile destinata a un pubblico il più vasto possibile: abitanti delle campagne, parroci e, in genere, tutti coloro i quali si trovassero nella necessità di dover soccorrere e curare infermi in luoghi dove i medici scarseggiavano. Cfr. Clivio, 3083.
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