Acquaforte su zinco. mm 175x330. Foglio: mm 345x480. ' Firmata sulla lastra in controparte in basso a sinistra. Lastra conservata presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Inv. 129M). Stato unico. Ottima impressione in tiratura coeva stampata con inchiostrazione nitida ed uniforme su carta con filigrana "Corona merlata sulla scritta UMBRIA/ITALIA", databile alla prima decade del ‘900. Ampi margini, ottima conservazione. L'acquaforte, tra le migliori del Fattori, presenta una grande accuratezza nei dettagli e una composizione rigorosa che scandisce il paesaggio in due fasce orizzontali: quella superiore chiara e luminosa, mentre quella inferiore scura e ombrosa. Questa bipartizione di chiaro-scuro è interrotta solo dalle figure del bue e del pagliaio, che inseriscono degli elementi di discontinuità cromatica. Il paesaggio è una ripresa dal dipinto Il pagliaio (Malesci 1961, n. 535) del Museo Civico di Livorno, datato ai primi anni Settanta. Invece la figura del bovino si ritrova anche nel dipinto Mulo e Buttero (Malesci, 1961, n. 707) databile tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. “In questa acquaforte, che è stata indicata come una tra le più riuscite dell'artista livornese, è condensata l'intera sua poetica. L'eco carducciana ripresa dal titolo - Carducci era, tra l'altro, grande amico di Martelli, a sua volta intimo di Fattori - amplifica la tensione retorica della scena, che tuttavia mantiene quelle caratteristiche di sobrietà tipiche della grafica fattoriana. La Maremma nella sua grandezza e l'animale assunto come emblema della condizione umana, e anche, forse, di un periodo storico giunto ormai al tramonto, sono i veri protagonisti dell'opera. La forza possente del bue, aggettante rispetto allo sfondo, è nel contempo sinonimo di solitudine, inserito in un paesaggio di ampio respiro ma tuttavia desolato. Dal punto di vista compositivo, la scena è suddivisa in partiture orizzontali mosse dall'elemento verticale del covone. La trama grafica scura del terreno in primo piano è contra- stata dal bianco dell'animale così come il cielo, con pochi tratteggi a indicare le nubi, è bilanciato dalla sagoma del covone. Il rigore dell'impostazione spaziale e il variegato tessuto grafico esaltano l'aspetto simbolico della raffigurazione” (cfr. Chiappini, ' Giovanni Fattori). Giovanni Fattori, pittore e incisore, viene soprattutto ricordato come uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli e come artista di spicco nel panorama ottocentesco, nonché come prolifico incisore dal segno vivace e del tutto personale. Fattori era solito stampare da sé i suoi lavori utilizzando un piccolo torchio, esegue tirature irregolari spesso contraddistinte da una ricerca per gli effetti di chiaroscuro e da un uso sapiente delle velature. Gli esemplari di una stessa lastra sono perciò spesso differenti, più carichi e attenti agli effetti di luce nelle tirature curate dall’autore, meno caldi e più nitidi quelli fatti stampare presso la Calcografia. Il ritratto, i soggetti militari, testimonianza dell’interesse verso i fatti risorgimentali, gli animali della campagna e gli scorci di vita comune sono i soggetti che più lo impegnano. Bibliografia Rudy Chiappini, ' Giovanni Fattori, Museo d'Arte Moderna, Città di Lugano; Milano: Skira, 2003, ' n. 131; ' Baboni, CXXXI; ' Bonagura, 96; ' Servolini, 161; ' Timpanaro, 356. Etching on zinc, mm 175x330. Sheet: mm 345x480. ' Signed on the plate in counterpart at lower left. Plate preserved at the Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Inv. 129M). Very good impression in contemporary issue printed with sharp and uniform inking on cream paper with watermark "Corona merlata on the inscription UMBRIA/ITALIA," datable to the first decade of the 20th century. Wide margins, excellent conservation. In this etching, which has been referred to as one of the Livorno artist's most successful, his entire poetics is condensed. The Carduccian echo taken up by the title - Carducci was, among other things, a great friend of Martelli, who was in turn Fattori's intimate - amplifies the rhetorical tension of the scene, which nevertheless retains those characteristics of sobriety typical of Factorian graphics. The Maremma in its grandeur and the animal taken as an emblem of the human condition, and also, perhaps, of a historical period now in its twilight years, are the real protagonists of the work. The mighty strength of the ox, jutting out from the background, is at the same time synonymous with loneliness, set in a wide-ranging but nevertheless desolate landscape. Compositionally, the scene is divided into horizontal scores moved by the vertical element of the sheaf. The dark graphic texture of the ground in the foreground is contrasted by the white of the animal just as the sky, with a few dashes to indicate clouds, is balanced by the silhouette of the sheaf. The rigor of the spatial setting and the variegated graphic texture enhance the symbolic aspect of the depiction. Giovanni Fattori, a painter and engraver, is mainly remembered as one of the leading exponents of the Macchiaioli movement and as a prominent artist in the 19th-century scene, as well as a prolific engraver with a lively and wholly personal sign. Fattori used to print his works himself using a small press, executing irregular print often marked by a search for chiaroscuro effects and a skillful use of glazing. The examples of the same plate are therefore often different, more loaded and attentive to the effects of light in the prints taken care of by the author, less warm and sharper those made printed at the Calcografia. Portraiture, military subjects, evidence of his interest in Risorgimento events, animals of the countryside and glimpses of common life are the subjects that engage him most. Bibliografia Rudy Chiappini, ' Giovanni Fattori, Museo d'Arte Moderna, Città di Lugano; Milano: Skira, 2003, ' n. 131; Baboni, CXXXI; ' Bonagura, 96; ' Servolini, 161; ' Timpanaro, 356. ' Cfr.