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Rare and modern books

Enrico Testa

Pronomi Enrico Testa Einaudi 2025

Einaudi, 2025

20.00 €

Piazza del Libro

(Trebaseleghe, Italy)

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Details

Year of publication
2025
ISBN
9788806267568
Author
Enrico Testa
Publishers
Einaudi
Condition
New

Description

Dettagli Libro<br><br>Sku: PZZLB117690<br>ISBN: 9788806267568<br>Titolo: Pronomi<br>Autore: Enrico Testa<br>Editore: Einaudi<br>Anno: 2025<br>Pagine: 384<br>Formato: Brossura<br><br>La poesia e il jazz, l’irritazione per i luoghi comuni ricorrenti e il pensiero unico, le parole e il destino delle lingue, i vivi e i morti, le differenze e le analogie, l’intelligenza artificiale e quella artificiosa, la filosofia grammaticale e l’ironica saggezza dell’interpunzione. tutto questo e molto altro ancora creano un indimenticabile me stesso, castello di carte e di carta nell’infinito gioco del mondo. Mettiamo che un linguista, che è anche un poeta, decida di descrivere senza remore ciò che vede e pensa del mondo, osservandolo dalla sua finestra affacciata su un tramonto occidentale. E, per farlo, cominci con l’aprirla. Se perciò vi attendete che questo libro sia un monologo, o un soliloquio, abbandonate da subito l’ipotesi: l’“io” narrante non sarà mai solo. Perché i linguisti parlano, certo, ma soprattutto ascoltano. Se poi sono anche poeti sentono perfino i rumori bianchi, le pause, gli a capo. E da quella finestra d’Occidente entra davvero di tutto. E irrompe con una folla di voci. E interrompe “io”. Di continuo. Ma forse è per l’appunto nell’essere interrotti che si diventa davvero sé stessi: nella propria libera e liberatoria reazione a ciò che, da fuori (ma anche da dentro), ci avvolge costantemente di parole. Quella reazione che è un discrimine e un vaglio, un generatore di categorie, di dilezioni, di appartenenza, di rifiuto. E quindi di pronomi. Il fastidio tremendo di fronte alle vocette che blaterano parole alquanto cretine ma di moda, l’idiosincrasia per le astrusità pompose e spesso vuote di senso pronunciate in tono impostato (di solito un po’ nasale), o, al contrario, l’incanto per frasi perfette di cui condividiamo i contenuti, la familiarità con le voci dei defunti che ci risuonano ancora nella mente, la consonanza con certi versi indimenticabili di poesie e canzoni. ecco, tutto questo finisce per creare il sospensivo “loro” di cui spesso poco ci fidiamo, l’ecumenico “noi” (ma non sempre è vero), il losco “voi”, l’intimo tu (con cui però ci apostrofa anche l’interlocutore che abbiamo dentro la testa, di solito contraddicendoci). La sintassi dell’“io” è l’esito di continue scelte grammaticali, meditate o divaganti, ci dice il linguista. E il poeta sorridendo aggiunge: fai attenzione alle autobiografie involontarie, perché potrebbero essere la tua.
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