In-4° (195 x 150 mm.), 389 ff. segnatura: [a4 b7], a8 60 b-xz aa-oo10 pp8 qq6, capilettera rubricati in rosso alle prime 40 cc., testo su due colonne, carattere romano, spazi bianchi per iniziali. Legatura del XVI secolo in piena pergamena floscia con nervi passanti, titolo manoscritto al dorso e al taglio inferiore, tracce di legacci mancanti. Esemplare genuino e fresco in affascinante legatura dell'epoca. L'opera è un compendio di questioni selezionate dell'opera di Duns Scoto, abbreviate ordinate per ordine alfabetico, il che significa che le questioni non seguono necessariamente la sequenza originale sistematica dell'autore, ma sono disposte in base a un criterio mnemonico/ordinativo (alfabetico), al fine probabilmente di facilitarne la consultazione o lo studio. Le questioni raccolgono materiali provenienti da diverse parti del corpus di Duns Scoto: I quattro libri delle Sententiae di Pietro Lombardo - ovvero il commento scolastico tradizionale usato come testo base nelle università medievali per la formazione teologica. Il compendio riprende dubbi, quaestiones, temi trattati nei libri delle Sententiae. Le questioni quodlibetiche - probabilmente composte durante la reggenza parigina, in cui si esercita in dispute aperte su argomenti teologici di varia natura, offrendo un ulteriore esempio della sua sottigliezza argomentativa.questioni teologiche di carattere generale, poste 'quodlibetis' nel senso che erano aperte a dibattito su molte materie, spesso poste in occasioni accademiche. Metafisica - questioni tratte dalle Quaestiones super Metaphysicam Aristotelis di Scoto, un commento approfondito ai primi nove libri dell'opera aristotelica, dove si concentra sull'essere, sui principi primi, sulla causalità e sull'individuazione. Qui emergono concetti chiave del suo pensiero, come la famosa haecceitas, il principio di individuazione che segna una svolta nel pensiero ontologico medievale. De Anima - questioni tratte dal commento scotista alla De anima di Aristotele: riflessioni su cosa sia l'anima, le sue facoltà, il rapporto con il corpo, la conoscenza, e la natura dell'intelletto. , nel quale affronta questioni di antropologia filosofica e psicologia razionale, tematiche che si legano strettamente alla sua teoria della volontà e della libertà. Il cuore della sua riflessione teologica si raccoglie attorno al Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo (Commentaria in Quatuor Libros Sententiarum), testo che, come per molti maestri medievali, costituiva la principale occasione per esporre sistematicamente la propria dottrina. In questo trattato si delineano le sue posizioni su Dio, la Trinità, la creazione, la grazia e i sacramenti, attraverso un confronto serrato con le autorità precedenti, in particolare con Tommaso d'Aquino. Giovanni Duns Scoto rappresenta una delle voci più originali e raffinate del pensiero scolastico tardo-medievale. Tradizionalmente noto con l'epiteto di Doctor Subtilis per l'estrema acutezza delle sue analisi, egli riservò particolare attenzione alle questioni gnoseologiche e metafisiche. Tali ambiti furono oggetto di una riflessione sistematica, spesso condotta in chiave critica nei confronti dell'impostazione aristotelico-tomista dominante nella filosofia domenicana. L'atteggiamento di Scoto non si riduce però a un rifiuto dell'aristotelismo: al contrario, egli ne assume alcuni strumenti concettuali per mettere alla prova, dall'interno, la coerenza del sistema tomista, facendo emergere le tensioni teoriche e i limiti impliciti di tale costruzione. Questa operazione lo colloca in una fase di transizione del pensiero scolastico, segnata da un progressivo indebolimento della sintesi tomista e da una crescente valorizzazione della dimensione volontaristica e individuale, che troverà piena espressione nel pensiero di Guglielmo di Occam. In tal senso, Duns Scoto può essere interpretato come una figura chiave nel processo di evoluzione critica - e in parte dissolutiva - della scolastica, contribuendo alla trasformazione del paradigma teologico-filosofico medievale verso esiti che prefigurano alcune delle tensioni moderne tra fede, ragione e libertà. Hain/Copinger 6454. Pell-Pol 4464. Pol 1358. IGI 5255. BMC V, 248. Goff D 384. GW 9092.