Details
Year of publication
1864-1870
Place of printing
Torino, Firenze,
Pages
gli autografi sono vergati in nero e blu su carte di varie dimensioni con filigrana, alcune con intestazione. Lettere scritte da Torino e Firenze. Ogni documento è accompagnato dalla sua fedele trascrizione dattiloscritta.
Keyword
Economia e scienze socialiLettere e cartoline
Description
AUTOGRAFODocumenti originali.In ottime condizioni.Celebre storico ed economista nato a Torino, Cibrario nel 1848 divenne, insieme al marchese Colli, Commissario Regio a Venezia e poco dopo Senatore. L’anno successivo seguì in esilio re Carlo Alberto. Nel 1852 fu nominato ministro delle finanze nel governo d’Azeglio e Ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Cavour. Con l’entrata in guerra del Piemonte, nella guerra di Crimea, Cibrario sostituì Cavour come Ministro degli Esteri. Nel 1869 divenne presidente della “Commissione Cibrario” deputata a formulare un regolamento per le biblioteche governative e sistemare problemi di carattere archivistico. Appassionato di alpinismo (un rifugio alpino porta il suo nome), fu presidente della sezione del CAI di Torino. -- Il contenuto delle missive è vario: sono trattati argomenti storici, letterari, politici ed economici. Alcune carte sono relative al ruolo di Cibrario al vertice nella “Commissione Cibrario”. Infatti, in un Proemio (una bozza con correzioni autografe) conservato in questa raccolta si legge: «Gli archivi debbano essere aperti a tutti gli studiosi [.]. Che i documenti veduti e studiati da uno o più eruditi possono utilmente essere riveduti e ristudiati da più altri [.]. Debb’essere questo l’insegnamento di chi governa archivi d’un regno tanto gloriosamente e quasi miracolosamente fondato sulla libertà [.]». -- In molte missive si trovano notizie di alcune pubblicazioni – una su Dante – e progetti di pubblicazioni relative a Carlo Alberto di Savoia, alla riforma dell’Ordine Mauriziano e agli statuti dell’Ordine della Corona d’Italia. A questo proposito Cibrario scrive molti consigli, modifiche e osservazioni, sottolineando le «lunghezze» dell’editore, il Cavaliere Giuseppe Civelli che «straziano gli autori, forse per necessità di sua condizione pregiudicano alle bontà delle opere di cui si fa editore. Gli indugi di tre, quattro, sei mesi fa perdere il filo delle meditazioni fatte, che poi si raccapezza con doppia fatica e alla peggio» (lettera del “29 del 65). È poi conservata una lista (autografa) contenente i nomi delle opere edite e inedite del conte Cibrario e alcune “dediche” (a Luigi I, a Maria Pia di Savoia) da pubblicarsi in alcuni libri stampati dall’editore Civelli.
Edizione: documenti originali.