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Rare and modern books

Sanquirico Alessandro

(RACCOLTA DI VARIE DECORAZIONI SCENICHE INVENTATE E DIPINTE DAL PITTORE ALESSANDRO SANQUIRICO PER L’I.R. TEATRO DELLA SCALA IN MILANO).

1832

unavailable

Malavasi Libreria Antiquaria (Milano, Italy)

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Details

Year of publication
1832
Place of printing
Milano,
Author
Sanquirico Alessandro
Keyword
SANQUIRICO A. MILANO TEATRO ALLA SCALA ILLUSTRATO 1800

Description

In folio (mm. 382x475) album oblungo in mz. pelle con ang., fregi dorati al dorso, al centro del piatto anter. è applicato un tassello con la scritta in oro “All’Amico C. Cietti - A. Sanquirico”. L’album contiene una magnifica raccolta di 72 tavole, inclusa l’antiporta neoclassica con il Teatro della Scala sullo sfondo, tutte incise all’acquatinta in color seppia. "Mancano" i 2 titoli calligrafici: “Raccolta di varie decorazioni sceniche inventate e dipinte dal pittore Alessandro Sanquirico per l’I.R. Teatro della Scala in Milano”, che illustrano 64 scene da opere e balletti - “Sceniche decorazioni inventate, dipinte pel Dramma serio "L’ultimo giorno di Pompei" (di Giovanni Pacini)” con 7 (su 8) acquetinte. "Manca" la tav. con dodici personaggi dell’antichità (da Sallustio, Ottavia, Clodio, al littore e al soldato). Le tavole, incise da Carolina Lose, A. Biasioli, L. e G. Castellini, Carlo Sanquirico, Rainieri, A. Aluisetti, I. Rados, F. Albertoli, G. Durelli, Bramati, D.K. Bonatti, C. Giani, C. Zucchi e A. Angeli, non solo mostrano gli scenari ma anche i cantanti e i danzatori, interpreti di importanti produzioni realizzate alla Scala dal 1812 al 1832. La serie (come sopra precisato) è completata dalle immagini per l’opera “L’ultimo giorno di Pompei” del 1827, di cui una illustra l’eruzione del Vesuvio. E’ questa una stupenda raccolta di scene realizzate dal grande artista milanese Alessandro Sanquirico (1777-1849) per il Teatro alla Scala, dove regnò dal 1806 al 1832, “avendo il privilegio di ambientare le sceniche fantasie dei più gentili maestri dell’arte lirica e coreografica nostra, a cominciare da Rossini per finire con Bellini. Egli che fu forse il più geniale degli scenografi neoclassici dell’Ottocento, dovette così piegare la sua fantasia alle molteplici esigenze del Romanticismo poetico e musicale che trionfante entrava anche sul palcoscenico del massimo teatro milanese”. Così G. Morazzoni in “La Scala: 1778-1946”, p. 115. Le sue scenografie erano spettacolari per l’introduzione di architetture ed ambientazioni esotiche, grandiose arcate neoclassiche, templi sotterranei e cataclismi romantici. Erano inebrianti scene che richiamavano l’Egitto (Memfi, le piramidi, i templi, il palazzo di Cleopatra), Babilonia, l’antica Grecia (e gli dei dell’Olimpo), l’Impero Ottomano. Le opere illustrate includono: “La gazza ladra” (1817), “Ciro di Babilonia” (1818) e “La Semiramide” (1824) di Rossini - “La clemenza di Tito” (1819) di Mozart - “I due Valdomiri” (1818) di Pietro de Winter - “Amleto” (1823) di Mercadante, fino ad arrivare alla “Norma” (1832) di Bellini. Numerosi i balletti fra cui “L’alunno della giumenta” (1812), “Gli Sterlitzi” (1812), “Psammi” (1817) di Salvatore Viganò - “Arsinoe e Telemaco” (1814) di G. Gioia. Solo qualche lieve fiorit. margin e 3 tavv. ben restaur. per strappo al marg. infer., altrimenti buon esemplare di questa magnifica opera illustrata. .
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