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Rare and modern books

Rivista di studi danteschi: Anno IX - Fascicolo 1 (gennaio-giugno 2009).

Salerno, Roma., 2009

17.50 €

Adige Studio Bibliografico

(Trento, Italy)

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Details

Year of publication
2009
Series
Pubblicazioni del Centro Pio Rajna. Periodici;
Publishers
Salerno, Roma.

Description

224 p., 24 cm, bross. Condizioni : USATO - Stato : Ottimo. Altre note : CONTIENE:\r\nAutore/i articolo: FURIO BRUGNOLO\r\nTitolo articolo: Il ‘nodo’ di Bonagiunta e il ‘modo’ di Dante. Per un’interpretazione di “Purgatorio� XXIV\r\nNella lettura del canto XXIV si evidenziano le corrispondenze che lo legano ai canti XXIII e XXVI della seconda cantica. Questi tre momenti racchiudono i passaggi maggiormente autobiografici del poema – sottolinea l’autore – si rompe la catena degli exempla gestiti e contemplati dall’agens e la storia della visione si converte in autobiografia del poeta (p. 25). Nel saggio s’indica come passaggio fondamentale l’incontro tra Bonagiunta e Dante, in cui quest’ultimo espone la propria poetica. In tale occasione il poeta nelle vesti di teorico del linguaggio poetico, ripercorre i principali passaggi del suo percorso letterario e della propria autobiografia intellettuale. A tal proposito si rileva come il nodo cruciale nella lirica dantesca non stia nella ‘fedeltà’ all’ispirazione di Amore, ma nel ‘significare’ allo stesso ‘modo’ in cui Amore detta.\r\nAutore/i articolo: MARCO ARIANI\r\nTitolo articolo: Mistica degli affetti e intelletto d’amore. Per una ridefinizione del canto XXIV del “Paradiso�\r\nL’analisi pone in evidenza i campi metaforici e le relative ascendenze culturali presenti nel canto XXIV del “Paradiso�, in tal modo s’intendono tracciare nuovi spunti d’indagine e sottrarre tale passaggio della terza cantica alla valutazione riduttiva che ne fece la precedente bibliografia. I due principali assi linguistico-semantico su cui poggia il canto sono riconducibili al rigore razionale dell’aristotelismo scolastico, e alla tradizione della mistica affettiva. I due registri terminologici e metaforici apparentemente inconciliabili si armonizzano nella scrittura poetica di Dante, caricandosi di precise valenze meta-letterarie.\r\nAutore/i articolo: LUCA AZZETTA\r\nTitolo articolo: Tra i più antichi lettori del “Convivio�, ser Alberto della Piagentina notaio e cultore di Dante\r\nIl “Convivio� iniziò a essere divulgato solo alcuni anni dopo la morte di Dante. Dalle indagini relative alla tradizione indiretta e alle prime attestazioni sulla circolazione dell’opera, si è identificato in Firenze il primo centro in cui, negli anni trenta del Trecento, il trattato filosofico iniziò a essere letto. Citazioni del “Convivio� compaiono nei commenti alla “Commedia� di Pietro Alighieri e Andrea Lancia. Ad affiancare questi autori nella cerchia fiorentina dei primi cultori di Dante, si aggiunge il notaio fiorentino Alberto della Piagentina, che nel suo volgarizzamento del “De consolatione philosophiae� di Boezio mostra di conoscere le opere del poeta.\r\nAutore/i articolo: EMILIANO BERTIN\r\nTitolo articolo: Briciole fiorentine di fortuna dantesca. II. Le condanne del 1302 due attestazioni inedite (e una dimenticata)\r\nIl contributo è dedicato alle due inedite testimonianze quattrocentesche, recuperate nell’Archivio di Stato di Firenze, che documentano le condanne al rogo e all’esilio che furono inflitte a Dante nel 1302. Corredano l’analisi le immagini delle due brevi attestazioni delle vicende biografiche dantesche.\r\nAutore/i articolo: GIUSEPPE INDIZIO\r\nTitolo articolo: Supplemento a “Fiore� CXXIV e CXXVI: l’Inquisizione tra fede e azione politica\r\nAttraverso l’individuazione di riferimenti ‘antipatarinici’ nei sonetti CXXIV e CXXVI del “Fiore�, si ipotizza che la datazione dell’opera possa cadere attorno al nono decennio del Duecento. Nel XII secolo l’eresia catara aveva assunto proporzioni rilevanti. La persecuzione messa in atto da ufficiali laici e inquisitori, a Firenze e in vari centri della Toscana, fu interpretata dalla critica dantesca come l’azione dei difensori dell’ortodossia nei confronti del deviazionismo religioso. In realtà dall’analisi di antiche cronache si evince come la caccia agli eretici vada considerata principalmente come un fenomeno politico-amministrativo di natura estorsiva, piuttosto che una persecuzione mossa unicamente da motivi teologici. Nel “Fiore� si rintracciano in alcuni personaggi certi tratti dei chierici, che in quegli anni a Firenze misero in atto queste repressioni.\r\nAutore/i articolo: DAVIDE COLOMBO\r\nTitolo articolo: Dante a Roma tra Sei e Settecento\r\nNell’indagare la ricezione della “Commedia� a Roma tra il XVII e il XVIII secolo, si rileva come questa sia stata condizionata dal nuovo clima culturale che propendeva per un rinnovamento letterario in senso antimarinista. Nella capitale europea del barocco, in un primo tempo, il rifiuto del ‘concettismo’ e l’appiattimento sul presente della tradizione letteraria consentirono che alla scrittura dantesca come a quella di Marino fosse attribuita l’imputazione di essere oscura, non adatta a trattare argomenti filosofici. Entrambi furono considerati fuori moda dall’ambiente arcadico, il primo scontava il disprezzo per gli ‘antichi’, mentre il secondo, l’essere ritenuto troppo ‘moderno’.\r\nAutore/i articolo: ENRICO MALATO\r\nTitolo articolo: Ignazio Baldelli dantista\r\nMedioevo e Contemporaneità costituirono i nuclei d’indagine principali per lo storico della lingua Ignazio Baldelli. All’interno di questi due poli si accrebbe negli anni l’interesse dello studioso per Dante. Nel contributo si traccia il profilo del Baldelli ‘dantista’, ripercorrendo il suo progressivo avvicinamento alla figura del poeta, che culminò nella collaborazione con il gruppo di studiosi impegnati nella “Enciclopedia Dantesca� presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. In tale ambiente si svilupparono gli studi di Baldelli su Dante e sugli aspetti linguistici delle sue opere. L’importanza di tali indagini è testimoniata dal ruolo preminente, che ancora oggi occupano nella ricerca dantesca.\r\n
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