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Rare and modern books

Greene Graham

Romanzi Volume 1 (1936-1955) e 2

Mondadori 2000 - 2001 Meridiani,

unavailable

Pali s.r.l. Libreria (Roma, Italy)

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Details

Author
Greene Graham
Publishers
Mondadori 2000 - 2001 Meridiani
Keyword
Meridiani
Binding description
H
Dust jacket
No
State of preservation
Fine
Binding
Hardcover
Inscribed
No
First edition
No

Description

2 volumi 16mi, ril. ed. astuccio. pp.1820, 1725Il primo volume comprende i testi composti tra il 1936 e il 1955: tra questi "Una pistola in vendita" (1936), "Missione confidenziale" (1939), "Il potere e la gloria (1940), "L'amico tranquillo (1955). Il secondo volume della raccolta delle opere di Greene, comprende i romanzi composti a partire dal 1956: "Il nostro agente dell'Avana", "I commedianti", "In viaggio con la zia", "Il console onorario", "Il fattore umano". I personaggi di Greene sono di preferenza anime sradicate che si battono nella loro fragilit‡. Assassini, alcolizzati, adulteri sono alcuni dei 'peccatori' che abitano un mondo diseredato da Dio. Ma l'apparente silenzio di Dio si trasforma in sentimento di piet‡ per l'uomo che soffre. .Quando, nel 1926, Graham Greene abbracciï la religione cattolica, scelse al momento del battesimo il nome di Tommaso. Tenne subito a precisare, tuttavia, di averlo fatto in omaggio a "Tommaso il dubbioso e non Tommaso d'Aquino", fissando cosç fin dall'origine il carattere della sua fede: problematica, nutrita di incertezze, attraversata da occasionali angosce che nascevano innanzitutto dalla percezione dello strapotere del male nel mondo. Dio esiste, ed ä il Dio della Croce, ma, come aveva giÖ ammonito Federico Garc°a Lorca nei versi di Ci sono anime che hanno stelle azzurre, "ä molto lontano". Discernere i momenti e i modi in cui si epifanizza nel mondo e soprattutto nelle coscienze individuali ä impresa ardua. Che tutto ciï abbia una puntuale ricaduta nei romanzi di Greene, ä fin troppo noto: ne offrono testimonianza (cosç meritando il nome di martiri, sia pure in un'accezione inedita del termine) personaggi deboli, incerti, gente comune che la divinitÖ insegue in una caccia senza quartiere che ha quasi sempre per castigo la morte e per premio l'acquisizione di una nuova dignitÖ. Una base ideologica cosç forte, unendosi ai modi di una scrittura che pare priva di tensioni sperimentali, ha perï distolto molti dall'indagare aspetti di Greene altrettanto e forse ancor pió rilevanti, a cominciare dai suoi rapporti con il modernismo letterario. Sono note le opinioni dello scrittore stesso in materia, che respingeva la prosa rarefatta di Virginia Woolf, il simbolismo esasperato di Edward Morgan Forster, e manifestava la stessa freddezza di fronte alle pagine temerarie di Joyce. Eppure, giÖ la sua venerazione per Conrad e per Henry James ("c'ä in James un senso del male religioso nella sua intensitÖ") avrebbe dovuto far capire che Greene partecipa del modernismo molto pió di quanto non sia disposto ad ammettere. A cominciare dalla moltitudine di uomini qualunque, imperfetti, spesso anonimi che ne affollano i racconti e che possono vedersi come una variante, per quanto peculiare, degli "hollow men" di Eliot e dell'uomo medio sensuale di Joyce, passando per la messa in atto, nella narrazione, del jamesiano punto di vista multiplo e sovrapponendo il tutto a una realtÖ conradianamente opaca, selva di segni franti e sconnessi, che trova il suo locus antonomastico nella metropoli contemporanea, "arida e indifferente". In questa prospettiva, i versi di Robert Browning che Greene cita nell'autobiografia Una specie di vita come epigrafe di tutta la sua opera: "Il nostro interesse va al margine pericoloso delle cose. / Il ladro onesto, il tenero omicida, / l'ateo superstizioso, la mondana / dei recenti libri francesi / che s'innamora e si salva l'anima", costituiscono un autentico depistaggio, sia perchÇ rimandano a un'episteme che puï essere ripresa solo per via analogica, sia perchÇ limitano il discorso alle sole coordinate tematiche. Ma il modernismo di Greene diviene evidente e idiosincratico nel senso migliore del termine in virtó della cooptazione, che lui attua, dei modi tipici del thriller (tanto del detective novel che della spy story) e del reportage giornalistico, entrambi connessi ad amplissimi lacerti descrittivi e sovente piegati alle leggi costitutive di un altro genere, il cinema. Oltre che giornalista di vaglia, Greene fu infatti critico cinematografico di alta caratura. Il suo impegno in riviste come "Outlook", "Spectator", "Night and Day" traccia quasi il profilo di un pioniere, fulminante nel giudizio (la sua affermazione che il successo della piccola Shirley Temple si doveva principalmente ai pruriti sessuali che risvegliava in preti e uomini maturi causï la chiusura di "Night and Day" ma ä pienamente condivisibile) e molto attento alla sintassi della nuova arte. I numerosi primi piani con cui vengono inquadrati tanti personaggi, i campi lunghi, i flashback, la sottolineatura del "gesto rivelatore", sono solo alcuni degli stilemi cinematografici di cui Greene fa uso nei suoi romanzi. Soprattutto, unendosi agli altri tratti citati prima, sono un esempio probativo di quella contaminazione di elementi eterogenei che ä tratto fondamentale del modernismo letterario. Il "Meridiano" ora apparso in stampa, frutto della puntigliosa curatela di Paolo Bertinetti e delle attente traduzioni di Adriana Bottini e Alessandro Carrera, raccoglie romanzi che vanno dal 1936 al 1955: Una pistola in vendita, Missione confidenziale, Il potere e la gloria, Quinta colonna, Il nocciolo della questione, Il terzo uomo, Un americano tranquillo. Un secondo volume, la cui uscita ä prevista fra un anno, proporrÖ Il nostro agente all'Avana, Il fattore umano, I commedianti, Il console onorario, In viaggio con la zia. Manca, come si vede, La roccia di Brighton, che Bertinetti ha deciso di espungere perchÇ troppo gravato, a suo vedere, dall'ideologia cattolica, ma che forse andava riproposto proprio per questo, a dare maggior rilievo ai cimenti pió meditati e pió rigorosi dal punto di vista dello stile.
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