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CELLINI, Mariano (1803-1877)
Saggio dei caratteri della Tipografia Galilejana e per incidenza cenni sull'origine della stampa, storia di detta tipografia e catalogo delle opere stampate fin qui dalla medesima
M. Cellini e C., 31 December 1853
850.00 €
Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italy)
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Details
Description
Prima edizione molto rara, a cui l'anno seguente fece seguito un piccolo supplemento di otto pagine di aggiornamento del catalogo. Alcuni esemplari censiti recano una o due tavole ripiegate fuori testo, che qui tuttavia non sono presenti.
Si tratta di un campionario di caratteri a stampa molto particolare, in quanto i diversi caratteri sono presentati nel corso dell'esposizione del testo, che traccia prima una breve storia delle origini della tipografia, quindi un resoconto dell'attività della Tipografia Galileiana. Ciascuna delle pagine dalla 1 alla 22 presenta quindi due diversi tipi di caratteri con una progressione dai corpi più minuti a quelli più grandi. Da p. 23 a p. 34 vi sono invece i caratteri di grandi dimensioni, le maiuscole e le iniziali, cui seguono due pagine di caratteri greci e segni matematici. Un breve schemino ricapitolativo in calce a p. 36 serve come campione delle linee in assortimento per creare alberi genealogici. Chiude il volume un Cataloghetto dei lavori usciti dalla Tipografia Galileiana dalla sua fondazione fino al 1853.
Mariano Cellini nacque a Firenze nel 1803 da Gaetano e da Luisa Conti, modesti operai di sartoria. Cominciò a lavorare a otto anni presso un negozio di cartoleria, per passare, poco più che decenne, come aiuto alla composizione prima nella tipografia della vedova Luchi e poi in quella di Guglielmo Piatti, dove trovò un'ottima guida nel proto L. Ambarelli, che proveniva dall'officina del Bodoni e si era rifugiato in Toscana dopo la Restaurazione. Nell'ottobre 1817 il Cellini dovette lasciare la tipografia per seguire in Egitto il padre, che era ingaggiato con un gruppo d'una quindicina d'operai per impiantare al Cairo una fabbrica di panni all'uso toscano. Rimpatriato dopo una grave malattia, riprese il lavoro dal Piatti dove rimase fino alla primavera del 1821, quando fu scelto quale compositore per la stampa dell'Antologia da G. Cioni, che era stato incaricato da G. Vieusseux della redazione e dei rapporti con la tipografia, e che era insoddisfatto dell'opera di Luigi e Iacopo Ciardelli nella stampa dei primi tre numeri.
Cellini passò così all'officina gestita da L. Pezzati, dai cui torchi uscirono tutti i successivi fascicoli della rivista fino alla sua soppressione, nel marzo 1833. Ed ebbe così iniziò una lunga e fedele amicizia del Cellini con il Vieusseux, per il quale fu stimolo indiretto ad ampliare l'attività editoriale iniziata con l'Antologia e il Giornale agrario. A lui infatti si rivolse il Cellini qualche anno dopo il matrimonio (1828), per provvedere ai crescenti bisogni della famiglia, con la proposta d'iniziare un'attività di compositore in proprio in aggiunta agl'impegni col Pezzati. L'occasione si presentò nel 1834: Glauco Alasi, in seguito al divieto di continuare nell'esercizio della tipografia, fu costretto a vendere le attrezzature dell'officina livornese ch'era stata di suo padre Tommaso, e lo stesso Cellini fu incaricato di andarne a esaminare la consistenza. Conclusero l'acquisto, col Vieusseux, vari amici del gruppo dell'Antologia, fra cui C. Ridoffi che dal 1842 al 1848 ospitò l'impresa nei locali a piano terra del suo palazzo di Firenze. La direzione fu affidata ancora al Cioni, ormai settantacinquenne, e la tipografia incominciò a funzionare il 2 gennaio 1835 con la denominazione di Tipografia Galileiana, scelta dai soci per richiamare gli intenti dell'Antologia non solamente letterari, bensì estesi alle scienze, all'economia e alle loro applicazioni pratiche.
Il lavoro iniziò nel 1835 con una succinta opera del Cellini, Biografia di G. Galilei, quale, primo “Saggio de' caratteri”. Agli impegni