Spazi eccentrici.

165 p. ; 21 cm. Biblioteca del pensiero. Geo-filosofia non vuole essere l'ultimo grido in fatto di tendenze filosofiche. Semmai una risposta, fra le tante, che ci aiuti a dipanare i fili confusi del presente e, nel contempo, un'interrogazione radicale che rilevi il nostro "stare" nel mondo. Non si tratta naturalmente di fare emergere un luogo che agogni salvezza e autenticità, quanto di un cambio di prospettiva, di uno sguardo obliquo che risulti più adeguato alla lettura di questo presente e delle sue emergenze. Non subire allora le pesanti incombenze che il tempo impone significa allargare lo sguardo alla questione dello spazio con l'effetto non secondario di mettere a tacere gli interessati discorsi sulla fine della filosofia. Non foss'altro che il termine-concetto di globalizzazione - in fondo una disposizione dello spazio-mondo che oggi cogliamo diversamente - è diventato pressoché di uso corrente, condurre l'attenzione teorica sul concetto di spazio significa certo una universalizzazione dei problemi, ma serve anche a mettere meglio a fuoco l'evento e la sua singolarità, a rilevare la costituzione di una trama "superficiale" piuttosto che cercare risposte in inabissamenti sempre più profondi e infine a leggere la differenza, il più denso e potente fra i problemi che la filosofia contemporanea pone, non più come separazione momentanea sempre conciliabile bensì come luogo nel quale nessun corpo è più dato come tale e nessun atto è di per sé assegnato e costituito. Spazio tras-formato di tanti "altri" che necessita della preparazione di un'atmosfera che lo separerà dalle asfissie del concetto di spazio pubblico e che ne renderà possibile un divenire. Codice libreria 96.