3 parti in un volume in-4° antico (245x170mm), pp. (8), 188, 315, 559, (82). Raffinata legatura coeva francese alle armi in pieno vitello bruno. Dorso a 4 nervi con fregi, gigli, impressioni a secco e titolo in oro. Armi entro ovale, impresse al centro dei piatti, del conte Buisson de Douteville, nobile della Languedoc, entro filetti, 'chainettes' e decori con gigli di Francia in oro entro reticolo. Tagli dorati. Frontespizio in rosso e in nero con vignetta calcografica. Testatine, finalini e iniziali ornate in silografia. Fittissimi indici su duplice colonna in fine. Etichetta di libreria antiquaria ottocentesca al contropiatto anteriore. Antichi restauri alle cuffie, margine rifilato in testa. Consuete bruniture e fioriture della carta, ma ottimo esemplare nel complesso. Riedizione di questa dottissima opera filologica sul corpus tragico di Seneca e sulla tragedia latina del gesuita spagnolo Martin Antonio Del Rio, apparsa originariamente ad Anversa nel 1593-94. La prima parte contiene prolegomeni sulla tragedia latina, una vita di Seneca e i frammenti delle tragedie andate perdute; la seconda il testo delle tragedie senechiane accompagnato a fianco da erudite glosse latine; la terza parte presenta un esaustivo e importante commento retorico-grammaticale. Il Del Rio (Anversa, 1551-Lovanio, 1608), di famiglia spagnola, gesuita dal 1580, professore di teologia a Lovanio, fu uomo dottissimo e scrisse di filologia, diritto, teologia, dividendo la sua attività tra i Paesi Bassi e la terra d'origine. Il suo nome fu talmente famigerato che Voltaire lo ribattezzò, eloquentemente, 'procureur général de Belzebuth'.La sua opera più rilevante restano i 'Disquisitionum magicarum libri VI' (Magonza, 1600), a lungo usato come manuale dai giureconsulti nei processi di stregoneria. 'Del Rio deve la sua fama soprattutto a questo ponderoso manuale di demonologia, pubblicato per la prima volta negli anni 1599-1600 e dedicato al principe vescovo di Liegi. Citando circa milleduecento fonti, considerate sempre attendibili se attestano la realta della stregoneria, il gesuita sistematizza la sterminata produzione demonologica esistente e mette così a disposizione di giudici ed inquisitori un nuovo 'Malleus' cattolico, aggiornato ed eruditissimo. Come altri cacciatori di streghe, Del Rio non riconosce l'autorità del 'Canon episcopi' e del Decreto di Graziano e condanna severamente gli scettici come Della Porta, Wier e Loos: i difensori delle streghe, che proliferano anche nei parlamenti e nei consigli di giudici e principi, sono considerati essi stessi rei di stregoneria e alleati di Satana.Il trattato ebbe notevole successo: dopo la prima edizione stampata a Louvain nel 1599-1600, si contano oltre quindici ristampe nel XVII secolo, pubblicate a Magonza, Lione, Colonia e Venezia (Bibliotheca Lamiarum: documenti e immagini della stregoneria dal Medioevo all'età moderna, Ospedaletto, Pisa, 1994, p. 169). Brunet, VI, 16108. Graesse, II, 355.