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Rare and modern books

Sbarbaro, Camillo

Trucioli (1914 - 1918) [AUTOGRAFO DI SBARBARO E BARILE ALLA “ZINGARA”]

Vallecchi,, 1920

1800.00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italy)
Closed until Jan. 6, 2026.

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Details

Year of publication
1920
Place of printing
Firenze,
Author
Sbarbaro, Camillo
Pages
pp. 208 [2].
Publishers
Vallecchi,
Size
in 16°,
Edition
Prima edizione.
Keyword
Poesia Italiana del '900 Narrativa Italiana del '900
Binding description
brossura avorio stampata in nero ai piatti e al dorso; titolo in verde al piatto anteriore,
First edition
Yes

Description

LIBRO Prima edizione. CON AUTOGRAFO. Esemplare in ottime condizioni di conservazione, davvero eccezionale perché presenta all’occhietto le dediche dei due protagonisti di questo libro, vergate a un giorno di distanza uno dall’altro, a ridosso della Pasqua del 1921: venerdì 25 marzo Sbarbaro scrive infatti in testa alla pagina «Alla piccola folle perché non si faccia male. 25.3.921 Camillo Sbarbaro»; Barile appone nella parte inferiore della pagina la dedica «Sabato Santo 1921. “Risorgere in letizia” Angelo Barile». -- La destinataria della dedica, come testimoniato in «La ragnatela delle parole. Epistolario Angelo Barile - “La Zingara”», p. 92, è una cara amica di Barile conosciuta come “La Zingara”. Una donna tormentata, la cui vita fu segnata da enormi difficoltà e ingiustizie, tanto da portarla al suicidio nel 1931. Barile, con cui la Zingara scambiò lettere fino alla fine dei suoi giorni, poco dopo la sua scomparsa le dedicherà parole delicate e commosse nella lirica «L’Esclusa». Fu proprio al suo più caro amico che La Zingara lasciò i suoi libri, i giornali e la corrispondenza, che spedì lei stessa da Milano ad Albisola il giorno della sua morte (cfr. «La ragnatela delle parole», p. 195); ed è così che l’esemplare qui presentato è giunto nella biblioteca di Angelo Barile. Al piatto inferiore modifica di prezzo a penna. Rara opera prima in prosa e fondamentale raccolta di brevi testi tra l’autobiografico e il letterario. Il volume fu preceduto da un’anteprima parziale apparsa sull’ultimo numero della rivista «La riviera ligure», diretta da Angelo Novaro (n. 14, 1919). -- «Con i “Trucioli” Sbarbaro inaugurò una nuova prosa, a metà strada tra prosa e poesia, distante dalla prosa d’arte, fatta di brevi notazioni e descrizioni. Si tratta di una raccolta di materiali frammentari ed eterogenei, scaturiti dall’esperienza della sua vita, dall’osservazione di sé e del mondo che lo circonda. Tornano i paesaggi liguri propri di “Pianissimo”, il cui legame con la raccolta appare chiaro sin dal primo testo. Una sezione compatta del volume è quella formata dai ‘trucioli’ dedicati alla guerra che descrivono i luoghi del fronte e gli incontri con gli abitanti dei paesi toccati. Il poeta esorcizza la guerra in particolare attraverso la contemplazione della natura» (E. Cardinale, «Dizionario Biografico degli Italiani», vol. 9, 2018, s.v.). -- SBARBARO E BARILE -- «Come a un fratello, a Angelo Barile». Nella sua viva semplicità, la dedicatoria posta in esergo alla prima edizione dei «Trucioli» uscita per Vallecchi nel 1920 fotografa in modo esemplare il rapporto che legava Sbarbaro a Barile. Un’amicizia, nata durante gli anni del liceo — il “Chiabrera” di Savona — e durata più di mezzo secolo, le cui tappe sono scandite da un fitto carteggio, testimoniato da almeno tre raccolte epistolari: «Cartoline in Franchigia» curata da Sbarbaro stesso, «La trama delle lucciole» e «Per prendere congedo» a cura di Domenico Astengo. -- La fiducia e l’affetto che legava i due amici abbracciò le loro vite personali e professionali. Nei momenti drammatici della guerra, fu proprio a Barile che Sbarbaro inviò i primi “trucioli” vergati al fronte su cartoline militari. E Barile, a sua volta, seguì sempre da vicino e in prima persona le pubblicazioni dell’amico: lo fece innanzitutto per «Resine» — come è noto la prima, rarissima edizione uscì per iniziativa di Barile e con la sottoscrizione dei compagni di liceo —, e poi per «Trucioli», incaricato di gestire i rapporti con gli editori (fu lui a tentare una prima via, infruttuosa, con la Libreria della Voce; come noto, si arrivò a Vallecchi dopo un ulteriore tentativo con l’Editrice Italiana). -- In un rapporto fatto di ininterrotti scambi letterari, era consuetudine di Barile sottoporre i propri testi a Sbarbaro, come accadde per la nuova edizione di «Primasera»: gli interventi dei due amici sulle bozze sono il frutto di un analitico processo di revisione che procede in parallelo (come documentato in «Caro Barile, ho letto “Primasera”», a c. di G. Farris, Savona, Sabatelli Editore, 1981). -- In questo quadro, risulta tanto più significativa la carenza di testimonianze su quanto Barile scrisse a Sbarbaro, che non conservò praticamente nessuna delle lettere dell’amico. Un dato che, come ricorda Domenico Astengo, dice molto sui temperamenti dei due e sulla natura della loro relazione: «Sbarbaro che “dissipa” sentimenti e parole in una ricerca non effimera di comprensione e Barile che ascolta e “raccoglie” come un fratello maggiore che abbia cura di chi crede, al di là di certe apparenze, più fragile, meno difeso, davanti alla vita» («La trama delle lucciole», a c. di D. Astengo e F. Contorbia, pp. 7-8). Angeleri & Costa, «Bibliografia degli scritti di Camillo Sbarbaro», pp. 43-47; «Camillo Sbarbaro. Immagini e documenti», a c. di D. Astengo, Milano, Libri Scheiwiller, 1981; «Camillo Sbarbaro. Caro Barile, ho letto “Primasera”», a c. di G. Farris, Savona, Sabatelli editore, 1981; C. Sbarbaro, «Trucioli», a c. di G. Costa, Milano, Libri Scheiwiller, 1990; «La ragnatela delle parole. Epistolario Angelo Barile - “La Zingara”», a c. di G. Farris, Savona, Sabatelli editore, 1994.
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