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Consalvo Ceci,LIBERTÀ IDEALE E LIBERTÀ STORICA,1950[storia,filosofia,Croce

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Consalvo Ceci,
LIBERTÀ IDEALE E LIBERTÀ STORICA,
Laterza editori, Bari 1950, prima edizione,
brossura, 20,5x13cm, pp.XI-195,
con prefazione di Benedetto Croce,
collana BIBLIOTECA DI CULTURA MODERNA,
peso: g.198

cod.0074

CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime,
intonso (fogli chiusi)





INDICE
Prefazione ...........................p. V
Cap.1 La libertà ...................p. 1
Cap.2 La libertà trascendentale.......p. 14
Cap.3 Possibilità dell'ideale di
libertà e del suo svolgimento.........p. 17
Cap.4 Libertà come soggetto e come
oggetto del volere ...................p. 24
Cap.5 Il concetto di libertà e la sua
realizzazione ........................p. 71
Cap.6 L'individuo e l'universale umanop. 80
Cap.7 La libertà individuale e la
società...............................p. 87
Cap.8 Libertà e autorità..............p. 92
Cap.9 Libertà e civiltà...............p. 95
Cap.10 Diritto e civiltà .............p. 99
Cap.11 Libertà e giustizia............p.110
Cap.12 Educazione e libertà...........p.120
Cap.13 Soggettività del principio
etico e libertà.......................p.125
Cap.14 Il senso comune e i valori
dello spirito.........................p.137
Cap.15 Bene e male....................p.142
Cap.16 L'attivismo e la guerra........p.154
Cap.17 Il male e la razionalità del
reale.................................p.161
Cap.18 Le forme concrete dell'
idealità umana........................p.168
Cap.19 La lotta umana per l'esistenza.p.175
Epilogo...............................p.187

EPILOGO

Sembra ormai che siano state interamente vita immortale
respinte le proteste del senso comune contro la
concezione spiritualistica della storia e della
realtà umana. Si è infatti procurato di mostrare
che i valori dello spirito (arte, religione, filosofia
e cultura in generale, moralità), lungi dall'essere
vane chimere perseguite da pochi solitari, lungi
dall'essere condannate dalla viltà e dall'egoismo,
vivono immortali nelle anime, malgrado ogni
disconoscimento, operando continuamente nella
storia. Si è quindi rilevato come la constatazione
del dilagare del male nel mondo, opposta come
l'argomento più formidabile contro l'esigenza
del valore ideale, quale lievito della vita, fornisce
invece la prova indiretta dell'efficiente presenzi!
dell' ideale, giacché l'affermazione del male importa
la coscienza del bene, il quale non è altro
che la buona volontà, operante come condanna
del male, in quanto si attua.

Che, come si è ricordato,
se il deplorato stato d'immoralità e di
miseria fosse condizione inderogabile imposta
da natura, quella condanna non sorgerebbe, nè
sussisterebbe immoralità. Finalmente è apparso
chiaramente il carattere umano ed etico nella
lotta per l'esistenza fra gli uomini, i quali, dominata
tecnicamente la natura, riconosciuta
nella sua intrinseca necessità, combattono in
nome di contrastanti ambizioni, di opposte fedi
e ideali, onde si svolge, nella lotta per la realizzazione
sempre più alta dell'universale umano,
il dramma doloroso e luminoso della storia, in
cui il singolo uomo, che lo voglia, si fa collaboratore
dell'opera dello Spirito, che è l'opera di
Dio.

Sarebbe certamente, più che ingenuità, una
stupidità presuntuosa il credere di persuadere
coi ragionamenti il senso comune a diventare
buon senso; esso, infatti, anziché riflessione.
pensiero che si svolge criticamente, è piuttosto
una specie di reazione immediata alle impressioni
e agli interessi temporanei. Ma quelle posizioni
mentali che neghiamo nell'alacrità del
nostro attualmente vivo pensiero, quell'arretrato
punto di rista che attribuiamo alla riflessione
del senso comune, a cui cioè si arresta la coscienza
ordinaria, furono pure già nostre posizioni mentali,
punti di vista di un nostro stadio
pre-critico: essi, infatti, sonnecchiano, per così
dire, in noi, pronti a ripigliare forza di suggestione
nelle ore di inerzia spirituale, sotto l' impulso
di passioni e di interessi, non immediatamente vinti;
e si presentano allora nell'angoscia
del dubbio o nello smarrimento dell' incertezza.

Ma quest'ansia e la conseguente lotta sono le
condizioni dell'essere stesso del nostro pensiero,
in quanto verità, la quale è vita da difendere ed
alimentare in noi stessi, e non già ricchezza che.
acquisita che sia, si possa mettere tranquillamente
da parte, gelosamente custodita, come
l'oro nelle camere d'acciaio dei sotterranei della
Banca Federale degli Stati Uniti: così richiede
la mentalità degli spiriti timorati che, fra l'altro,
se si occupano di educazione, raccomandano di
non turbare le menti dei giovani nel loro fiducioso
possesso del vero; come chi raccomandasse
di non esporre all'aria aperta e di non soddisfare
l'esuberante appetito dei giovani, per evitare
malanni. Si può anzi dire più vivo quell'oro, che
con la sua nascosta presenza avvalora i dollari,
di quanto non sia quella verità bella e fatta, incassata
in chi sa quale profondo recesso dell'anima,
tanto profondo, che il suo possessore
può addiritura non avvertirne più la presenza,
vivendo, a dispetto della pretesa verità professata,
di ben altri e spesso opposti principi.

Così non è raro il caso di incontrare cristiani che
vivono in pieno materialismo o seguaci dell' idealismo
che si comportano e ragionano come pragmatisti, e,
per contro, materialisti teorici la cui
vita è un'affermazione idealistica: tali sono le
effettive posizioni del loro spirito, quali attuano
nella vita e tale è dunque a loro la verità concreta.
Le riflessioni contro il senso comune hanno
appunto voluto, nei confronti del reale storico,
far prova della verità, quale vita effettiva di un
pensiero che vuole sempre più possedersi; tale
è del resto il significato generale complessivo
del presente scritto.








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