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Duberman,DISCUTIAMO SUL BLACK POWER,De Donato 1968,Dissensi n.13[Potere Nero
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Details
Description
Martin Duberman,
DISCUTIAMO SUL BLACK POWER,
De Donato editore, Bari 1968, prima edizione,
brossura, 18x10 cm., pp.135,
edizione originale, « Partisan Review », New York 1968,
traduzione dall'inglese di Raffaele Petrillo e Rosalinda Pio,
collana Dissensi n.13,
peso: g.110
CONDIZIONI DEL LIBRO:
esemplare in più che buone condizioni,
imperfezioni alla copertina,
lieve brunitura alle pagine,
ex biblioteca (timbri, numero di collocazione
a penna ecc.)
dalla nota editoriale:
La coscienza radicale del nostro secolo considera il
problema negro come un caso particolare del più
vasto problema sociale. Per l'evoluzionismo liberale
come per il rivoluzionarismo marxista, le differenze
tra i popoli, razzismo incluso, non sono che il frut-
to di condizioni materiali e storiche particolari; il
traguardo di tutte le genti è unico. L'eguaglianza
finale tra gli uomini, sul piano psicologico, civile,
culturale, di costume (eguaglianza, s'intende, dina-
mica) dovrebbe essere il frutto di una raggiunta uni-
formità di quelle condizioni. Questo il grafico so-
ciale prefigurato nel pensiero occidentale, primo a
sviluppare una proposta universale di società, sia nel-
la tesi liberale-capitalistica, sia nell'antitesi marxista-
socialista; primo anche ad addomesticare la storia,
per indurla a recitare la parte delle Magnifiche Sor-
ti, regista il Progresso.
Gli avvenimenti di questi ultimi anni (dissidio
cinosovietico, agitazioni anarchiche di gruppi studen-
teschi, insorgere delle controversie nazionali all'in-
terno del campo socialista, intervento sovietico in Ce-
coslovacchia, nascita del Black Power in America)
stanno essiccando la vena di ottimismo serpeggiante,
pili o meno scopertamente, nel radicalismo storico.
Che non sia solo il futuro ad agire sul passato, ma
anche il passato a condizionare il futuro, si sapeva.
Duro da riconoscere è invece che il passato possa
provocare corti circuiti cosi imprevisti da far sal-
tare elaboratissimi impianti ideologici e compromet-
tere il passaggio ad un superiore grado di raziona-
lità; in altri termini, che il masso della storia, con
l'inerzia del tempus actum, si riveli tanto pesante
da schiacciare, e qua e là frantumare, la leva desti-
nata a sollevarlo.
Queste considerazioni, ovviamente semplificate,
possono forse spiegare il recente manifestarsi (in net-
to contrasto con la tradizione) di un radicalismo ir-
razionalistico, e cioè di movimenti rivoluzionari ani-
mati più dalla disperazione che dalla speranza, più
inclini a negare i modelli esistenti che ad affermar-
ne di nuovi, soprattutto poco disposti a distinguere
tra struttura e sovrastruttura e a lavorare paziente-
mente sulle condizioni materiali in vista di una suc-
cessiva modificazione di quelle spirituali.
Movimento di sinistra con una ideologia che a
prima vista può anche apparire di destra, partito
rivoluzionario che respinge il marxismo e la lotta
di classe, il Black Power è, in America, una delle
espressioni più indicative di questo nuovo radicali-
smo. Di certo si sa che sta svolgendo una funzione
di primo piano nella lotta politica, dominata dai
problemi del razzismo e del Vietnam. Estremamen-
te incerto è invece il suo significato in prospettiva.
Quali motivi psicologici e culturali nasconde il ri-
fiuto programmatico dell'integrazione, da parte di
un gruppo rimasto sempre segregato? E il richiamo
alla solidarietà etnica, al di là ed eventualmente an-
che al di sopra di ogni interna differenziazione di
classe, ha una sua precisa giustificazione politica o
non esprime piuttosto un'oscura aspirazione alla pura
e semplice ritorsione razziale? Quali, infine, i possi-
bili rapporti tra la sinistra bianca e il nuovo orien-
tamento della popolazione negra?
Aprendo sulla « Partisan Review » il dibattito che
pubblichiamo in questo « Dissenso », Martin Duber-
man, noto esponente della Nuova Sinistra america-
na, si pone tali interrogativi. E le risposte di uomi-
ni politici e intellettuali, bianchi e neri, confermano
il carattere sconcertante di questo estremo sforzo di
emancipazione di una comunità di oppressi. Con un
guizzo imprevedibile la Storia sta facendo deviare il
movimento per l'equiparazione razziale dall'alveo del-
la Ratio, destinata, sembrava, a farlo confluire nella
dialettica sociale ed economica della lotta di classe,
per riaffidarlo alla Natura, alle rivendicazioni di
gruppo, alle distinzioni nazionali ed etniche. I ne-
gri sembrano essere giunti alla conclusione che l'e-
quiparazione spirituale, considerata conseguenza del-
la parificazione materiale, ne è invece un'indispensa-
bile premessa. Ma cosa significa per il razionalismo
progressista (marxista o no) la scoperta che, per aspi-
rare ad un futuro paritario, bisogna innanzitutto pos-
sedere o costruirsi un passato equivalente?
Indice
Il Potere Nero in America
di Martin Duberman 7
Potere Nero, dibattito
Robert Coles 41
Ivanhoe Donaldson 46
Paul Feldman 51
Charles V. Hamilton 64
Abbie Hoffman 73
Tom Kahn 79
William Melvin Kelley 96
Norman Mailer 99
Jack Newfield 108
Fred Powledge 112
Stephan Thernstrom 118
Nathan Wright, Jr. 126