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Armanino Lit. e Calc. edit. & Barabino P. dis. - Debelley inv.
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Palestrina - Roma
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Armanino Lit. e Calc. edit. & Barabino P. dis. - Debelley inv.
Description
Fino dal giorno 8 Maggio le truppe Romane sotto gli ordini del Generale Garibaldi composte dei Corpi: Legione Italiana, Battaglione Bersagliei Manara, Finanzieri, Battaglione Studenti Universitarj, due Compagnie di Guardia Nazionale mobilizzata, e due Squadroni di Cavalleria del 2.° Reggimento Dragoni si trovavano in Palestrina. Il 9 le truppe Romane ebbero avviso che un forte Corpo di Napoletani si avvicinava a Palestrina. Diffatti verso le due pomeridiane dal Monte di S. Pietro che domina la Città, e che era occupato dalla seconda Compagnia Bersaglieri di Manara si vide avvanzarsi in buon ordine per le due strade che riuniscono alla Porta del Sole la Colonna nemica. Erano due Reggimenti di Fanteria della Guardia Reale, e una divisione di Cavalleria. Vennero mandati innanzi spiegati i Tiragliori, due Compagnie della Legione Garibaldi, una di Guardia Nazionale mobile, e la quarta Compagnia Bersaglieri Manara. L'inimico si avvanzava senza Tiragliori. Manara dalla piattaforma della Porta dominava a cavallo la scena, e col mezzo di una Trombetta trasmetteva gli Ordini. Quando le truppe Romane furono poco discoste dall'inimico s'incominciò un fuoco vivissimo, e fuori della Porta si presentarono in colonna serrata altri corpi. Il nemico provò allora a distendere i suoi Bersaglieri, ma i soldati si rifiutavano di sparpagliarsi ordinatamente, ed invece a frotte correvano or qua or là. Preso di fianco l'inimico dalle quadriglie dei Bersaglieri Romani dopo breve oscillare volse precipitosamente in fuga. Ciò accadeva alla sinistra. All'ala destra le cose sebbene più lentamente, pure procedevano di pari passo. I Bersaglieri Manara mandati ad incontrare l'inimico con una scarica improvvisa e vivissima, e poi con un ardito attacco alla bajonetta fugarono facilmente l'inimico, e sostenendo con freddezza una carica di Cavalleria che costò la vita a molti Cavalieri Napoletani, si pose termine al combattimento che durò circa 3 ore. Si fecero circa 20 prigionieri, e si ebbero 12 morti e 20 feriti. Fra questi il coraggioso Capitano Ferran dei Bersaglieri Manara. I Napoletani perdettero circa 100 uomini fra morti e feriti. Essi erano sotto gli occhi di Succhi mandati dal Re di Napoli ad impadronirsi di Palestina, e aprendere Garibaldi. La notte del 9 al 10 le truppe Romane accamparono sul luogo del combattimento.La stampa fa parte di una serie di litografie stampate a Genova Dalla Lit. e Cal. Armanino Strada Garibaldi N° 204, colorate da L. Barbero. Riportano l'interessante indicazione "Di Proprietà della Società della Speranza in Genova". La litografia, stampata su carta della cina, presenta una bella coloritura coeva a cura di L. Barbero ed è applicata su di un supporto cartaceo. Sotto l'incisione alcune righe di testo storico descrittivo. Alcuni segni del tempo.La seconda Repubblica Romana. A Roma, sotto la spinta dei moti popolari che chiedevano libertà e democrazia, crollò il regime pontificio ed il Papa Pio IX fuggì a Gaeta. Il 9 febbraio 1849 un'Assemblea eletta con suffragio universale proclamò la Repubblica, e il mese successivo ne affidò la guida a un Triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Come Bandiera, la Repubblica adottò il tricolore. Intanto il Papa da Gaeta invocava l'intervento delle potenze europee per restaurare il potere temporale. Francia, Austria, Spagna e Regno delle Due Sicilie, paesi cattolici retti da regimi assoluti o conservatori, attaccarono il territorio della Repubblica da più parti. A difesa della Repubblica affluirono in Roma giovani da ogni parte d'Italia e d'Europa, mentre GAribaldi vi portò i suoi volontari. Il 3 luglio, mentre le truppe francesi entravano in Roma, Giuseppe Galletti dal balcone del Palazzo Senatorio in Campidoglio, lesse al popolo la Costituzione della Repubblica Romana mentre i soldati francesi erano schierati in armi sull'Ara Coeli. Fu l'ultimo atto della Repubblica Romana.