Veduta prospettica della città. Incisa da Giacomo Franco per l'editore Claudio Duchetti.Esemplare nel terzo stato, con l'indirizzo dell'editore fiammingo Hendrick van Schoel. ' Si tratta di una derivazione della veduta incisa da Etienne Duperac nel 1575 (Laor n. 1016).In alto al centro in un cartiglio retto da angeli il titolo HIERUSALEM. In basso al centro una didascalia Porta aurea p[er] quam Iesus sedens in Asino introvit in die palmarum que Heraclio Imperatori venienti cum ponpa Imperiali reclusa primu[m] miraculose postea ei humiliato aperta fuit, et hodie clausa manet Dei volo[n]tate Saracenis, itaque nequa[n]qua[m] aliquis potesta[m] aperire immo tentates Subito muriu[n]t nec usum habere possunt ingrediendo vel egrediendo, a destra nell’angolo Claudij ducheti formis .R. Altre didascalie indicano luoghi e forniscono notizie di carattere storico geografico Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali, Septentrio, Auster, Oriens, Occidens, Il nord a sinistra. Carta priva di scala grafica. ' Si tratta di una replica, di formato leggermente ridotto, della veduta di Etienne Duperac. Incisa da Giacomo Franco per l’editore Claudio Duchetti. Controversa la datazione della lastra; Laor suggerisce il 1570 e di conseguenza indica quale luogo di pubblicazione Venezia, dove Duchetti lavorava prima del ritorno a Roma, nella tipografia dello zio Antonio Lafreri. L’Alberti identifica la voce “Hierusalem” presente nel catalogo del Lafreri (n. 101) con questa matrice. La lastra fu ereditata da Giacomo Gherardi ed è inserita nel catalogo della vedova (17-19 ottobre 1598, n. 428) come “Ierusalem”. Venne quindi acquisita, nel 1602, da Giovanni Orlandi che la ristampò inalterata con la sola aggiunta del proprio imprint. Una terza stesura, recante sempre la stessa data, fu curata da Hendrick van Schoel intorno al 1614. Nel catalogo della tipografia del fiammingo, redatto il 27 luglio 1622 dopo la morte dell’editore, le opere di cartografia sono accomunate sotto la voce “Cosmografia pezzi numero 80.ottanta”. Le lastre vennero poi cedute a Francesco de Paoli, come documentato dall’inventario della vendita del 2 novembre 1633. Possibile quindi l’esistenza di un’ulteriore stesura della lastra, della quale tuttavia non si ha riscontro (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, tav. 202). ' Acquaforte e bulino; magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana "ancora nel cerchio con stella" (cfr. Woodward nn. 159-167), con margini, in ottimo stato di conservazione.Bibliografia Bifolco-Ronca (2018) tav. 202, III/IV; Borroni Salvadori (1980): n. 246; Destombes (1970): nn. 139-139a; Ganado (1994): VI, n. 3 & p. 215, n. 83; Phillips (1914): n. 93; Shirley (2004): II, n. 36; Laor (1986): nn. 1012-1014; Tooley (1939): n. 339; Tooley (1983): n. 339a. Bird's-eye view of Jerusalem, engraved by Giacomo Franco and published by Claudio Duchetti in Rome.After Etienne Duperac (1575, Laor n. 1016).In the lower right corner we find the imprint: Claudij ducheti formis. Next is engraved the monogram with “IAF” letters that identify Giacomo Franco as the engraver of the plate. Etching with engraving, circa 1570, printed on contemporary laid paper with “Anchor in double outline with star” (cf. Woodward 159-167), with margins, very good condition. A fine example of the third state (of four, cf. Bifolco-Ronca, p. 628), showing the imprint Henricus Va[n] Schoel formis.It is a replica, slightly reduced in size, of the view of Etienne Duperac (cf. Bifolco-Ronca, 2018, tav. 200). Engraved by Giacomo Franco for the publisher Claudio Duchetti. Contrasting the dating of the plate; Laor suggests the 1570 and consequently indicates which place of publication Venice, where Duchetti worked before his return to Rome, in the Antonio Lafreri’s printing house. Alberti identifies the entry "Hierusalem" present in the catalog of Lafreri (n. 101) with this copperplate. The plate was inherited by Giacomo Gherardi and is included in the catalog of his widow (17-19 October 1598, n. 428) as “Ierusalem”. It was then acquired, in 1602, by Giovanni Orlandi who reprinted it unaltered with the sole addition of its own imprint. A third issue, always bearing the same date, was edited by Hendrick van Schoel around to 1614. Literature Bifolco-Ronca (2018) tav. 202, III/IV; Borroni Salvadori (1980): n. 246; Destombes (1970): nn. 139-139a; Edwards (1933): n. 92; Ganado (1994): VI, n. 3 & p. 215, n. 83; Phillips (1914): n. 93; Shirley (2004): II, n. 36; Alberti (2009): p. 131, n. A.91; Laor (1986): nn. 1012-1014; Pagani (2012): p. 82; Pagani (2017): p. 47, C06 e p. 52; Tooley (1939): n. 339; Tooley (1983): n. 339a. Cfr.