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Prints

dal Re Sebastiano

IL VERO DISEGNO DI VICOVARO OCCUPATO DA IMPERIALI ET RECUPERATO DALLA CHIESA A DI XIIII FEBRARO M.D.LVII.

1557

2500.00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italy)

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Details

Year of publication
1557
Place of printing
Roma
Size
387 X 270
Engravers
dal Re Sebastiano
Keyword
Cartografia Rara
Inscription description
Bifolco-Ronca (2018): tav. 1202

Description

Magnifico esemplare della rarissima pianta di Vicovaro pubblicata in occasione della battaglia del febbraio 1557.In alto a destra, in un riquadro, è inciso il titolo: IL VERO DISEGNO DI VICOVARO OCCUPATO DA IMPERIALI ET RECUPERATO DALLA CHIESA A DI XIIII FEBRARO M.D.LVII. Nell’angolo in basso a sinistra si trova la firma dell’incisore della lastra Sebastianus .f. che identifica Sebastiano dal Re. Opera priva di scala grafica e orientazione. Acquaforte e bulino, dimensioni mm 270x387.Veduta prospettica, di Vicovaro assediata (1557), vista da occidente firmata in lastra Sebastianus .f. Nel 1556 la cittadina fu presa dal Duca d’Alba, vicerè di Napoli, alleato dei Colonna contro papa Paolo IV; tornò alla Chiesa nell’anno successivo, il 14 febbraio, dopo una cruenta battaglia. L’attribuzione della lastra a Sebastiano dal Re è rigettata da Destombes, seguito dalla Borroni Salvadori e, più recentemente, daAlessia Alberti, che identificano il Sebastianus .f. della firma in Sebastiano de Valentinis. Tuttavia, lo stile è evidentemente diverso da quello dell’incisore udinese, mentre l’originaria attribuzione al De Re, che era attivo a Roma proprio in quegli anni, sembra molto più plausibile e congruente. Sebbene priva di indicazioni editoriali la lastra è sicuramente stata in possesso, e quindi anche stampata, da Antonio Lafreri.L’opera, infatti, è compresa tra le “Città & Fortezze” nel catalogo della tipografia Lafreri (1573 circa, n. 82), descritta come “Vicovaro”. La matrice venne ereditata da Claudio Duchetti e quindi da Giacomo Gherardi. Possiamo identificare questa lastra con quella inserita nel catalogo redatto per la vedova di Gherardi, Quintilia Lucidi, del 17-19 ottobre 1598 (n. 45 descritta come “Vicovaro”). La matrice venne acquisita, nel 1602, da Giovanni Orlandi. Nel 1614, con il trasferimento di Orlandi a Napoli, la matrice fu ceduta a Hendrick van Schoel.Come più volte osservato, le lastre vennero poi cedute a Francesco de Paoli, come documentato dall’inventario della vendita del 2 novembre 1633. Possibile quindi l’esistenza di un’ulteriore stesura della lastra, della quale tuttavia non abbiamo avuto riscontro.Bibliografiaa) Alberti (2010): n. 87; Brandhuber-Juffinger (2011); n. 96; Borroni Salvadori (1980): n. 218; Christie’s (1998): n. 1049; Destombes (1970): n. 113; De Vries (1981): n. 273; Edwards (1933): n. 70; Hatfield House (1992): n. 85; Lafreri (2014): n. 91; Phillips (1914): n. 71; Ruge (1904-16): IV, n. 85.84 & n. 89.93 & n. 90.95 ; Shirley (2004): II, n. 65; Wieder (1915): n. 142. Alberti (2005): p. 17, F.1; Alberti (2009): p. 128, n. A.79; Fauser (1978): vol. 2, p. 837, n. 14859; Pagani (2012): p. 83; Pognon (1968): p. 15; Tooley (1939): n. 594. Magnificent example of the very rare map of Vicovaro published during the battle of February 1557.Perspective view of a besieged Vicovaro (1557), seen from the west.At the top right, the title: IL VERO DISEGNO DI VICOVARO OCCUPATO DA IMPERIALI ET RECUPERATO DALLA CHIESA A DI XIIII FEBRARO M.D.LVII. In the lower left corner the signature "Sebastianus .f.", that identifies Sebastiano dal Re. Map without graphic scale and orientation. Etching and engraving.Bibliography:a) Alberti (2010): n. 87; Brandhuber-Juffinger (2011); n. 96; Borroni Salvadori (1980): n. 218; Christie’s (1998): n. 1049; Destombes (1970): n. 113; De Vries (1981): n. 273; Edwards (1933): n. 70; Hatfield House (1992): n. 85; Lafreri (2014): n. 91; Phillips (1914): n. 71; Ruge (1904-16): IV, n. 85.84 & n. 89.93 & n. 90.95 ; Shirley (2004): II, n. 65; Wieder (1915): n. 142. Alberti (2005): p. 17, F.1; Alberti (2009): p. 128, n. A.79; Fauser (1978): vol. 2, p. 837, n. 14859; Pagani (2012): p. 83; Pognon (1968): p. 15; Tooley (1939): n. 594. Cfr. Bifolco-Ronca (2018): tav. 1202
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