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Prints

KÜSEL Melchior

Personificazione dell'impermanenza [Vanitas]

1682

450.00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italy)

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Details

Year of publication
1682
Size
225 X 220
Engravers
KÜSEL Melchior

Description

Acquaforte, 1682 circa, priva di firma ed indicazioni editoriali. Da un soggetto di Wilhelm Baur. Testo in tedesco nel margine inferiore; numerata in basso a destra: 32. La stampa appartiene ad una serie di figure allegoriche, virtù e vizi presenti nell'album: Johann Wilhelm Baur, Iconographia, 1682. Allegoria del tempo che passa e del concetto di impermanenza. Un uomo anziano è seduto sopra un grande masso posto sotto ad un albero. La mano destra sorregge un bastone, mentre nella sinistra stringe una clessidra che osserva attentamente; sotto il piede sinistro ha un teschio. Alla sua destra è già scavata una fossa; completano questa composizione degli elementi di rovine classici, come il capitello e la colonna. L’impermanenza è un concetto filosofico cardinale, che troviamo soprattutto legato alle filosofie orientali, in particolare al buddismo - anche se non mancano addentellati nella filosofia occidentale, specie precristiana. L’impermanenza altro non è che la transitorietà dei fenomeni: tutto è passeggero, tutto muta, niente è eterno. La permanenza è un’illusione, e l’accettazione di questa verità - o meglio, la sua concreta e costante percezione - permette uno sguardo sereno sul fluire delle cose. Questo paradigma filosofico non implica un abbandono nichilista delle vie etiche: l’impermanenza è una cornice, un contesto - e, fra l’altro, è una delle chiavi fondamentali per comprendere tanta parte della nostra cultura classica. Comprendere la morte e la natura impermanente di ogni fenomeno ci libera dalla paura e ci rende liberi di vivere pienamente ogni momento della nostra vita. Melchior Küsel (Augsburg 1626 – 1684) fu allievo di Matthäus Merian il Vecchio a Francoforte e in diverse occasioni ha lavorato con suo fratello Matthäus Küsel. Realizzò diverse incisioni di traduzione e tra le serie da lui realizzate possiamo ricordare: le 146 incisioni dal titolo “Iconographia” (1670); le 42 tavole del “Pastore Fido” del 1671; le 40 tavole del “Underschidliche Prospecten” del 1681; e le 151 tavole delle “Metamorfosi” di Ovidio del 1681, che sono state copiate dalla serie incisa di Baur del 1639/41. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia New Hollstein (Dutch & Flemish) German engravings, etchings and woodcuts, ca. 1400-1700 [Maria Magdalena Küsel to Johann Christoph Laidig] / ed. by Fedja Anzelewsky; comp. by Robert Zijlma, p. 105-107, cat.nr. 332. Etching, ca. 1682, unsigned and without editorial indications. From a subject by Wilhelm Baur. German text in lower margin; numbered lower right: 32. The print belongs to a series of allegorical figures, virtues and vices in the album: Johann Wilhelm Baur, Iconographia, 1682. Allegory of passing time and the concept of impermanence. An old man is seated on top of a large boulder placed under a tree. His right hand holds a staff, while in his left he clutches an hourglass that he watches carefully; under his left foot is a skull. A pit is already dug to his right; elements of classical ruins, such as the capital and column, complete this composition. Impermanence is a cardinal philosophical concept, which we find mainly related to Eastern philosophies, particularly Buddhism-although there is no lack of indentations in Western philosophy, especially pre-Christian. Impermanence is nothing but the transience of phenomena: everything is transient, everything changes, nothing is eternal. Permanence is an illusion, and the acceptance of this truth-or rather, its concrete and constant perception-allows a serene look at the flow of things. This philosophical paradigm does not imply a nihilistic abandonment of ethical ways: impermanence is a framework, a context - and, among other things, it is one of the fundamental keys to understanding so much of our classical culture. Understanding death and the impermanent nature of all phenomena frees us from fear and sets us free to live fully every moment of our lives. Melchior Küsel (Augsburg 1626 - 1684) was a pupil of Matthäus Merian the Elder in Frankfurt and on several occasions worked with his brother Matthäus Küsel. He produced several translation engravings, and among the series he produced we can mention: the 146 engravings entitled "Iconographia" (1670); the 42 plates of the "Fido Shepherd" of 1671; the 40 plates of the "Underschidliche Prospecten" of 1681; and the 151 plates of Ovid's "Metamorphoses" of 1681, which were copied from Baur's engraved series of 1639/41. Magnificent proof, rich in tone, printed on contemporary laid paper, with margins, in perfect condition. Bibliografia New Hollstein (Dutch & Flemish) German engravings, etchings and woodcuts, ca. 1400-1700 [Maria Magdalena Küsel to Johann Christoph Laidig] / ed. by Fedja Anzelewsky; comp. by Robert Zijlma, p. 105-107, cat.nr. 332. Cfr.
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