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Description
Bulino, fine del XVI secolo, con l'indirizzo di Domenico Custos. Copia, in controparte, da Hendrick Goltzius. Meravigliosa prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, tracce di piega centrale orizzontale, per il resto in ottimo stato di conservazione. Il simbolo della bolla di sapone è un caso speciale all'interno dell'iconografia della vanitas, non solo perché indica la fragilità della vita, ma anche la vulnerabilità intrinseca dell'essere umano. Questo simbolo era già stato ripreso nell'antichità classica dagli scrittori Varrone e Lucano, che hanno consacrato la frase latina Homo bulla est ("l'essere umano è come una bolla di sapone"), e quella di Vita quasi fumus, bullula flos que perit ("la vita finisce come una bolla di sapone e come un fiore"). Entrambe le frasi furono trasmesse nel Rinascimento attraverso gli Adagia di Erasmo da Rotterdam, raggiungendo nella seconda metà del XVII secolo una grande diffusione insieme ad altri motivi che riflettono la mortalità. Un'altra versione di questo soggetto pubblicato da Goltzius si basa su una composizione di Tiziano, ispirata ad un'incisione di Agostino Carracci. Questa versione edita da Custos, in controparte rispetto all'opera di Goltzius, è sconosciuta ai repertori. //// Engraving, end of XVI century, with the imprint of Domenicos Custos. After Hendrick Goltzius. Lower center in plate: Flos nouus, et verna fragrans argenteus aura / Marcescit subitò, perit, ali, perit illa venustas. / Sic et vita hominum iam nunc nascentibus, eheu, / Instar abit bullae vaniq. elapsa vaporis. (F. Estius) A great impression, on contemporary laid paper, trimmed to the platemark, showing trace of central fold, otherwise very good conditions. Blowing bubbles, the recliing boy is leaning on a skull that symbolizes transcience. Scholars points out that Goltzius ha here synthesized a combination of the Italian type putto as a symbol of Vanity and the Dutch elementes emblematic transcience. This is emphasized by the inscription Quis Evadet? (Who will be spared?). Another version of this subject published by Goltzius is based on a composition by Titian, as transmitted by an engraving by Agostino Carracci. This copy, in reverse, published by Custos is not listed in the literature. Hirschmann 110; Hollstein 110; New Hollstein (Dutch & Flemish) 128 (Hendrick Goltzius); Strauss 323; Bartsch III.97.10 (after Goltzius).